Forni a microonde, un problema ambientale come le auto

I microonde nel loro ciclo di vita sono responsabili dell'emissione di tonnellate di anidride carbonica.

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a cura di Dario D'Elia

Altro che blocco dei veicoli Euro 5 o Euro 6, il "vero pericolo" per l'ambiente è legato ai forni a microonde! Mettendo da parte le iperboli da fake news e propaganda elettorale, quello che ha scoperto University of Manchester è piuttosto preoccupante. Pare che in base a un accurato studio si sia scoperto che in Europa i forni a microonde siano responsabili dell'emissione in un anno di circa 7,7 milioni di tonnellate di anidride carbonica - pari a quanto generano 6,8 milioni di auto circolanti.

Il problema è quello dei consumi energetici: si stimano circa 9,4 terawatt/ora di elettricità ogni anno che in qualche modo sono equivalenti all'attività di tre grandi centrali termoelettriche a gas. In pratica fino a ora si era sottovalutato l'impatto ambientale dovuto a uno degli elettrodomestici più diffusi, che nel 2020 potrebbe raggiungere la cifra di 135 milioni di unità in Europa.

forno microonde

Lo studio della University of Manchester si è affidato anche alla cosiddetta valutazione del ciclo di vita (LCA) che stima l'impatto dei microonde in relazione alla produzione, l'uso e la gestione dei rifiuti elettronici. In più mettendo in gioco anche 12 fattori ambientali come ad esempio il cambiamento climatico, la riduzione delle risorse naturali e la tossicità. Ebbene, non solo si è scoperto l'impatto sulle emissioni di anidride carbonica ma anche che la sola produzione contribuisce per oltre il 20% sulle risorse e il cambiamento climatico.

Il problema di fondo è che un singolo microonde, in tutto il suo ciclo di vita stimato in circa 8 anni, consuma circa 573 kilowatt/ora. Praticamente lo stesso di una lampadina a LED da 7 watt perennemente accesa per 9 anni - anche se i microonde nei fatti passano il 90% del tempo spenti con il display orario acceso.

Come affrontare quindi la questione? Prima di tutto l'ideale sarebbe cambiare questo elettrodomestico solo quando si rompe e non prima. Pur riconoscendo che se a fine anni '90 un dispositivo di questo tipo poteva anche durare 10/15 anni senza problemi e adesso la longevità si è ridotta tra i 6 e gli 8 anni.

In secondo luogo sarebbe più corretto regolare i tempi di cottura in relazione al cibo, invece di usare le stesse modalità per tutti. Infine sotto il punto di vista progettuale bisognerebbe intervenire su design e consumi.


Tom's Consiglia

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