L'acquisizione di VMware da parte di Broadcom, approvata dalla Commissione Europea nel 2023, continua a generare forti tensioni nel settore cloud europeo. L'associazione CISPE (Cloud Infrastructure Services Providers in Europe), che rappresenta i fornitori di servizi di infrastruttura cloud del continente, ha infatti deciso di portare la questione davanti alla Corte Generale Europea, chiedendo l'annullamento della decisione che ha dato il via libera all'operazione da 61 miliardi di dollari. La mossa rappresenta un tentativo estremo di contrastare quelle che l'organizzazione definisce pratiche commerciali aggressive e dannose per l'ecosistema tecnologico europeo.
Le conseguenze dell'accordo sui fornitori europei
Secondo CISPE, le preoccupazioni espresse durante il processo di valutazione si sono trasformate in realtà concrete e dolorose per il mercato. L'associazione denuncia che Broadcom ha rescisso unilateralmente contratti esistenti, spesso con preavvisi di appena qualche settimana, imponendo nuove condizioni di licenza particolarmente onerose. I membri dell'organizzazione si trovano ad affrontare aumenti di costo che in alcuni casi superano di dieci volte le tariffe precedenti, accompagnati da obblighi contrattuali pluriennali per accedere al software VMware considerato essenziale.
La situazione si è aggravata ulteriormente con la ristrutturazione del programma di canale di VMware. Questa riorganizzazione rischia di escludere alcuni partner dalla possibilità di acquistare e rivendere servizi cloud basati su VMware, strumenti che CISPE considera fondamentali per fornire soluzioni cloud sicure, flessibili e genuinamente europee ai propri clienti.
Due anni di tentativi diplomatici ignorati
Francisco Mingorance, Segretario Generale di CISPE, ha rivelato che l'organizzazione ha tentato per due anni di stabilire un dialogo costruttivo sia con Broadcom che con la Direzione Generale per la Concorrenza europea. Gli sforzi per ottenere condizioni di accesso più eque per i membri dell'associazione sono stati "accolti con rifiuto e indifferenza" da parte di Broadcom, mentre le numerose riunioni e le risposte dettagliate alle richieste di informazioni della Commissione non hanno prodotto "alcuna azione sostanziale a supporto dei fornitori di servizi cloud europei o dei loro clienti".
"La Commissione era stata avvertita che questo sarebbe successo, eppure è rimasta ferma. Ora deve riconsiderare la sua decisione", ha dichiarato Mingorance, sintetizzando la frustrazione di un'intera industria che si sente tradita dalle istituzioni europee.
La difesa di Broadcom e le valutazioni originali
Un portavoce di Broadcom ha respinto categoricamente le accuse, affermando che l'azienda "è fortemente in disaccordo con queste allegazioni". La società ha sottolineato come la Commissione Europea e altre dodici giurisdizioni mondiali abbiano approvato l'acquisizione dopo un processo di revisione approfondito, impegnandosi a rispettare gli impegni presi nei confronti della Commissione e a continuare a offrire ai clienti "migliori scelte e soluzioni per affrontare le loro sfide tecnologiche più complesse".
Paradossalmente, l'indagine europea originale si era concentrata principalmente su componenti hardware come schede di interfaccia di rete, adattatori host bus in fibra ottica e adattatori di storage di rete, tutti prodotti da Broadcom. I regolatori temevano modifiche al software VMware che lo rendessero compatibile esclusivamente con l'hardware Broadcom, preoccupazione che l'azienda aveva rassicurato di voler evitare.
Un mercato in evoluzione tra alternative e monopoli
Nonostante le difficoltà denunciate da CISPE, il panorama della virtualizzazione offre diverse alternative a VMware. Nutanix rimane un concorrente solido, mentre Microsoft ha sviluppato nuove opzioni per il cloud ibrido. HPE e Red Hat sono entrati nel mercato, Citrix è tornata in gioco, e una nuova ondata di competitor come Platform9, Arcfra e OpenNebula sta guadagnando terreno.
Tuttavia, tra questi concorrenti, solo Nutanix si rivolge specificamente ai fornitori di servizi del tipo che costituiscono i membri di CISPE, il che potrebbe giustificare le preoccupazioni dell'associazione riguardo alla concentrazione del potere di mercato nelle mani di Broadcom.
La battaglia legale che attende CISPE sarà ardua, considerando che il processo per far riesaminare un'approvazione di fusione dall'UE è lungo, complesso e raramente porta a inversioni di decisioni. Tuttavia, l'obiettivo reale dell'associazione potrebbe essere quello di spingere Broadcom a modificare alcune delle sue posizioni più aggressive, un risultato non impossibile considerando che l'azienda ha recentemente eliminato il livello più basso del suo programma di canale ovunque tranne che in Europa.