I CIO hanno le competenze ma non sempre gli strumenti

Una ricerca commissionata da Ricoh spezza una lancia in favore dei CIO, a cui si chiedono risultati, e subito, senza però dotarli degli strumenti indispensabili per rivisitare i processi di business

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a cura di Giuseppe Saccardi

La presenza di expertise adeguate per la governance dell’IT è una condizione fondamentale affinché le organizzazioni possano seguire l’onda della trasformazione digitale e trarne profitto. Una ricerca commissionata da Ricoh Europe a Coleman Parkes Research ha messo in evidenza le principali competenze che un CIO dovrebbe avere per implementare una strategia digitale di successo. 

In particolare, secondo i responsabili aziendali coinvolti nella ricerca le tre principali expertise che un CIO dovrebbe possedere sono:

  • Una significativa esperienza di marketing (citato al primo posto dal 22% del campione), 
  • Conoscenze tecnologiche adeguate (15%).
  • Competenze in merito ai processi di business (14%). 

Ai manager è stato poi chiesto di indicare in quali ambiti aziendali il CIO abbia gli strumenti necessari per guidare la trasformazione digitale. Ai primi posti della classifica si trova: 

  • Il Financial Management (citato al primo posto dal 26% del campione).
  • Il coinvolgimento dei dipendenti (citato al primo posto dal 21% degli intervistati)
  • La Business Intelligence (citata al primo posto dal 17% del campione).

Le aree più carenti risultano (preoccupantemente verrebbe da dire) essere il coinvolgimento dei clienti (13%) e l’ottimizzazione dei processi di business (9%). Quest'ultimo aspetto viene citato dal 25% del campione al primo posto tra le attività che hanno un impatto positivo sul business.

Dai dati sopra citati emerge quindi una divergenza: il CIO ha le competenze necessarie a rivedere i processi di business, ma non sempre ha gli strumenti per farlo dal momento che solo una minoranza ha una certa influenza in questa area.