Secondo un'analisi di Morning Consult, società di business intelligence, i lavoratori con stipendi superiori ai 100.000 dollari annui mostrano un entusiasmo crescente verso gli strumenti AI, mentre le fasce di reddito inferiori orientano le proprie preferenze verso brand legati a servizi di delivery e prodotti discount. Lo studio, condotto nel corso del 2024 e conclusosi nel terzo trimestre, evidenzia come ChatGPT e Gemini rappresentino i marchi in più rapida crescita tra i professionisti ad alto reddito.
Il fenomeno solleva interrogativi sulla distribuzione diseguale dei benefici dell'automazione cognitiva, e almeno in parte conferma le teorie secondo cui i moderni strumenti IA stanno aumentando i problemi di digital divide.
Mentre le tecnologie di intelligenza artificiale vengono progettate principalmente per sostituire attività basso livello e ottimizzare processi manageriali, sono paradossalmente i manager e i professionisti meglio retribuiti a manifestare maggiore interesse verso questi strumenti. Una dinamica che potrebbe accentuare le disparità esistenti nel mercato del lavoro, dove chi guadagna di più acquisisce competenze per utilizzare tecnologie che rendono obsolete mansioni tipicamente svolte da lavoratori meno pagati.
Forse è poi opportuno segnalare che, spesso e volentieri, chi fa "davvero" il lavoro è anche chi si rende conto di quanto sia inadeguata l'IA, e di quanto sia falsa la narrativa sul boom di produttività ed efficienza. Chi invece decide dall'alto rinuncia spesso a vedere la realtà del lavoro, e ogni tanto cade vittima di quella narrativa mendace. Una narrativa che viene alimentata a suon di miliardi proprio da chi l'IA la vende.
I dati di Morning Consult rivelano un quadro netto: tra i consumatori con redditi superiori a sei cifre, ChatGPT di OpenAI domina il mercato dei chatbot con metriche di brand awareness significativamente superiori alla concorrenza. Bobby Blanchard, senior director of audience development presso Morning Consult, ha definito la crescita registrata nel 2024 come "esplosiva" per questo segmento. La notorietà di Gemini tra i consumatori ad alto reddito è passata dal 62% del primo trimestre al 78% di fine terzo trimestre, posizionandolo tra i chatbot AI in più rapida espansione.
L'analisi per fasce di reddito traccia confini culturali ed economici sorprendentemente definiti. Tra i lavoratori con stipendi compresi tra 50.000 e 99.000 dollari, i brand in maggiore crescita sono DoorDash e MTV, piattaforme legate all'intrattenimento e ai servizi di consegna immediata. Per chi guadagna meno di 50.000 dollari annui, le preferenze si spostano verso Discount e patatine fritte surgelate del marchio Great Value, evidenziando una priorità verso prodotti economici e servizi essenziali piuttosto che tecnologie emergenti.
Lo studio identifica anche differenze generazionali nelle preferenze di marca, con i Baby Boomers particolarmente affezionati a prodotti come Pringles, mentre la Generazione Z mostra crescente fedeltà verso UberEats. Tuttavia, la correlazione più significativa rimane quella tra livello di reddito e adozione di tecnologie AI, che vede nella fascia alta Microsoft Copilot e lo stesso OpenAI tra i marchi a crescita più rapida, insieme a WhatsApp.
La popolarità di ChatGPT nella fascia di reddito superiore ai 100.000 dollari non si limita al prodotto stesso: anche la società madre OpenAI figura tra i brand in rapida ascesa, testimoniando un interesse che va oltre la mera funzionalità dello strumento per abbracciare l'ecosistema aziendale nel suo complesso. Questo fenomeno suggerisce che i professionisti ad alto reddito non si limitano a utilizzare questi strumenti, ma sviluppano una vera e propria affinità di marca verso le aziende che li producono.
Il report di Morning Consult sottolinea come la superiorità di ChatGPT sia sostenuta da un livello di consapevolezza del brand molto più elevato rispetto ai concorrenti, elemento fondamentale in un mercato dove la fiducia nell'azienda fornitrice gioca un ruolo cruciale nell'adozione di tecnologie che gestiranno dati sensibili e processi decisionali.
Resta da interrogarsi sulle implicazioni di lungo termine di questa polarizzazione tecnologica. Se l'intelligenza artificiale continua a essere adottata prevalentemente da chi ha già posizioni di vantaggio economico, il rischio è che si amplifichi la frattura tra chi può sfruttare l'automazione per aumentare la propria produttività e chi invece vede le proprie competenze rese obsolete senza possedere le risorse per riqualificarsi. La distribuzione diseguale dell'entusiasmo verso l'AI potrebbe rivelarsi un indicatore precoce di come questa transizione tecnologica ridisegnerà le gerarchie lavorative ed economiche nei prossimi anni.