È vero, l'intelligenza artificiale ridefinisce il lavoro e le tensioni geopolitiche ridisegnano i confini. E che fanno i leader aziendali? Riscoprono modelli comportamentali che affondano le radici nell'inconscio collettivo. Il senso è che non è più sufficiente gestire la complessità con approcci tradizionali quando ci si trova ad affrontare sistemi che possono collassare senza preavviso.
Il mondo BANI: quando la realtà supera ogni previsione
Il futurologo Jamais Cascio ha coniato nel 2020 un termine che descrive perfettamente la nostra condizione attuale: BANI, un acronimo che va oltre il precedente modello VUCA per fotografare una realtà ancora più estrema. Questo nuovo paradigma descrive un mondo fragile, dove strutture apparentemente solide crollano improvvisamente, ansioso per l'eccesso di informazioni che paralizza le decisioni, non lineare nelle sue dinamiche causa-effetto, e incomprensibile nella sua complessità sistemica.
La pandemia globale, i cambiamenti climatici e le guerre che si moltiplicano hanno dimostrato come piccoli eventi possano scatenare conseguenze devastanti su scala planetaria. In questo contesto di permanente incertezza, l'antica ricerca umana di guide sicure si intensifica, spingendo verso modelli di leadership che richiamano figure archetipiche radicate nella psiche collettiva.
Jung e il risveglio degli archetipi in tempi di crisi
La teoria jungiana degli archetipi trova oggi una applicazione pratica inaspettata nel mondo della leadership contemporanea. Carl Gustav Jung aveva identificato come, durante i periodi di maggiore stress sociale, emergano con forza modelli comportamentali universali che guidano tanto i singoli quanto le collettività. Il concetto di "holding" - la capacità di contenere e interpretare le emozioni collettive - diventa così cruciale per chi si trova a guidare organizzazioni o comunità.
Non è un caso che il mercato editoriale stia riscoprendo testi come quelli dedicati a Gustave Le Bon e alla psicologia delle folle. Questi studi rivelano come, quando la razionalità vacilla di fronte all'incomprensibile, l'umanità si rivolga a figure che incarnano archetipi primordiali capaci di offrire sicurezza emotiva e direzione.
I tre volti della leadership archetipica
Carol S. Pearson, psicologa di orientamento jungiano, ha identificato tre archetipi dominanti che caratterizzano la leadership nell'era BANI: il sovrano, l'eroe e il mago. Questi modelli, pur essendo formulati al maschile nella letteratura tradizionale, trascendono il genere per rappresentare dinamiche simboliche universali.
L'archetipo del sovrano si manifesta attraverso leader che privilegiano l'autorevolezza, l'ordine e la promozione della prosperità collettiva. Questa figura risponde al bisogno primario di controllo e struttura che emerge quando i sistemi diventano troppo fragili e imprevedibili. Tuttavia, come ogni archetipo, anche il sovrano porta con sé un lato ombra: il rischio di scivolare verso comportamenti autoritari quando il desiderio di controllo diventa ossessivo.
Cercare l'equilibrio tra controllo e partecipazione
La sfida per i leader contemporanei che incarnano l'archetipo del sovrano consiste nel bilanciare l'esigenza di fornire direzione e stabilità con la necessità di mantenere spazi per l'ascolto e la partecipazione. Questo equilibrio diventa particolarmente delicato in un mondo dove l'innovazione tecnologica richiede flessibilità e apertura al cambiamento.
Il rischio di derive conservative che potrebbero soffocare la creatività e limitare le libertà individuali rappresenta una delle principali insidie per chi adotta questo modello di leadership. La chiave sta nel riconoscere che, anche nell'era BANI, il vero potere non deriva dal controllo assoluto ma dalla capacità di creare fiducia e orientamento in mezzo al caos.