L'incontro tra lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan e Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI è il simbolo di una corsa verso la supremazia dell'AI che vede protagonisti alcuni dei paesi più ricchi e tecnologicamente avanzati del Medio Oriente.
Gli Emirati stanno infatti costruendo quella che promette di essere una delle infrastrutture di calcolo più potenti al mondo, trasformandosi da economia basata sul petrolio a hub dell'economia della conoscenza.
L'Arabia Saudita ha già messo in campo una capacità di data center superiore ai 300 megawatt, mentre gli Emirati si attestano intorno ai 250 megawatt. Tuttavia, è nei progetti futuri che emerge la vera ambizione saudita: 2.200 megawatt di capacità aggiuntiva contro i 500 previsti dagli Emirati, secondo i dati di ResearchAndMarkets.com.
Entrambi i paesi stanno investendo massicciamente per costruire ecosistemi di intelligenza artificiale integrati che possano supportare le loro strategie di sviluppo a lungo termine.
Il modello linguistico che parla arabo
L'aspetto più interessante della collaborazione tra OpenAI e gli Emirati riguarda lo sviluppo di un modello di intelligenza artificiale in lingua araba. Uno sforzo che, in teoria, riguarderà anche l'inclusione di guardraril specifici per le culture dei molti paesi di lingua araba.
L'accordo firmato lo scorso maggio tra Stati Uniti ed Emirati prevede la costruzione di uno dei campus di intelligenza artificiale più grandi al di fuori del territorio americano, annunciato durante la visita del presidente Donald Trump ad Abu Dhabi.
Israele in testa, il resto insegue
Nonostante gli investimenti miliardari, la preparazione all'intelligenza artificiale nella regione mostra ancora disparità significative. Secondo l'International Institute of Strategic Studies, Israele mantiene saldamente il primo posto nella regione, seguito da Emirati e Arabia Saudita. Qatar, Oman e Bahrain occupano posizioni intermedie, mentre gli altri paesi del Medio Oriente "calano considerevolmente nelle classifiche".
Questa graduatoria riflette non solo gli investimenti in infrastrutture, ma anche la capacità di sviluppare talenti, creare ecosistemi di ricerca e implementare politiche governative efficaci nel settore tecnologico.
La visione di Sam Altman di rendere l'intelligenza "abbondante" sta trovando sostegno concreto in investimenti industriali senza precedenti. Nvidia ha annunciato un impegno di 100 miliardi di dollari per espandere la capacità computazionale di OpenAI, un accordo che consolida entrambe le aziende come attori centrali nell'intelligenza artificiale generativa.