OpenAI si prepara a superare una soglia che fino a pochi anni fa sembrava fantascienza: 700 milioni di utenti attivi settimanali per ChatGPT, un dato che testimonia come l'AI generativa sia ormai entrata nella quotidianità di centinaia di milioni di persone. Questa crescita esponenziale, che ha visto quadruplicare la base utenti in appena dodici mesi, rappresenta molto più di un semplice successo commerciale: è la dimostrazione tangibile di una rivoluzione tecnologica in atto. Concorrenti come Claude o Gemini hanno meno utenti attivi, che comunque si aggiungono e portano il totale a oltre un miliardo di persone ogni settimana.
Il salto da 500 milioni di utenti registrati a fine marzo ai 700 milioni attuali dimostra un'accelerazione che ha colto di sorpresa anche gli analisti più ottimisti del settore tecnologico. "Ogni giorno, persone e team stanno imparando, creando e risolvendo problemi sempre più complessi", ha dichiarato Nick Turley di OpenAI, evidenziando come l'utilizzo di ChatGPT si sia evoluto da semplice curiosità tecnologica a strumento di lavoro indispensabile.
Questa espansione della base utenti avviene in concomitanza con importanti sviluppi sul fronte dell'innovazione tecnologica. OpenAI si prepara infatti al lancio di GPT-5, un modello che promette di rivoluzionare ulteriormente il settore attraverso l'integrazione di sistemi AI specializzati per funzioni specifiche, combinati con il modello o3 e altre tecnologie avanzate dell'azienda.
La semplificazione come strategia vincente
Sam Altman aveva anticipato già a febbraio la direzione intrapresa dall'azienda: unificare i diversi modelli per creare un ecosistema più intuitivo e accessibile. Il CEO aveva ammesso le difficoltà create dalla moltiplicazione dei modelli disponibili, dichiarando: "Vogliamo che l'AI 'funzioni e basta' per voi; ci rendiamo conto di quanto siano diventate complicate le nostre offerte di modelli e prodotti".
Questa filosofia di semplificazione si riflette nella volontà di eliminare la necessità di scegliere tra diversi modelli, creando invece sistemi capaci di utilizzare automaticamente tutti gli strumenti disponibili in base alle necessità specifiche di ogni situazione.
Il successo di OpenAI non si misura soltanto in termini di utenti, ma anche attraverso una valutazione economica che ha raggiunto cifre astronomiche. La settimana scorsa, l'azienda ha concluso un round di finanziamenti che l'ha portata a essere valutata 300 miliardi di dollari, una cifra che la colloca tra le realtà più preziose al mondo nel settore tecnologico. Il round è stato sottoscritto in eccesso di cinque volte rispetto alle aspettative iniziali, dimostrando l'enorme fiducia degli investitori nel futuro dell'intelligenza artificiale.
Questo finanziamento fa parte di una strategia più ampia che punta a raccogliere 40 miliardi di dollari nell'intero anno, con SoftBank che ha già impegnato 30 miliardi di dollari per sostenere questa crescita.
Investimenti record e fiducia del mercato
Tra gli investitori spicca il Dragoneer Investment Group, che ha versato 2,8 miliardi di dollari in quella che DealBook ha definito "un assegno straordinario" da parte di un singolo fondo di venture capital, probabilmente uno dei più grandi mai firmati nella storia del settore. Questa massiccia iniezione di capitali permetterà a OpenAI di accelerare ulteriormente lo sviluppo delle proprie tecnologie e di mantenere il vantaggio competitivo in un mercato sempre più affollato.
Nel frattempo, una ricerca condotta da PYMNTS Intelligence rivela un crescente ottimismo riguardo all'AI generativa tra i responsabili prodotto delle aziende, particolarmente nel settore tecnologico. Questa tendenza è alimentata dalla maggiore familiarità con gli strumenti di intelligenza artificiale e dalla comprensione concreta dei benefici che possono apportare ai processi aziendali. Le aziende tecnologiche che stanno già operando per implementare l'AI generativa si trovano in una posizione privilegiata per definire standard interni, influenzare le priorità dei fornitori e stabilire parametri di successo che potrebbero guidare l'adozione su larga scala in altri settori industriali.
Sull'altro fronte, tuttavia, è importante tenere in considerazione il fatto che tanto ottimismo non sembra poggiare su base particolarmente solide: non è ancora ben chiaro, infatti, se è come OpenAI sarà in grado di generare profitti sufficienti per ripagare gli investimenti. Né è evidente in che misura l'introduzione dell'AI possa portare benefici ai bilanci delle aziende. Se i vantaggi sono apparentemente ovvi, infatti, non lo è altrettanto la logica degli investimenti. Sembra che siamo sul punto di trovare un filone d'oro, ma non è escluso che sia pirite.