Entro il 2028 oltre un terzo dei carichi di lavoro attualmente gestiti su piattaforme VMware migrerà verso soluzioni alternative, in quello che si profila come uno dei più significativi spostamenti tecnologici del decennio. A spingere questa trasformazione non sono solo le dinamiche di mercato, ma anche le stesse aziende partner che fino a ieri sostenevano l'ecosistema VMware. Una brutta notizia per Broadcom - la cui acquisizione di Gartner è ancora sotto esame in Europa.
Julia Palmer, vicepresidente della ricerca di Gartner, ha delineato durante il Symposium australiano dell'azienda di analisi un quadro che rivela le profonde crepe nel rapporto tra VMware e i suoi storici alleati. La divisione business di Broadcom ha recentemente modificato il programma di licenze, impedendo ai fornitori di servizi cloud su larga scala di vendere abbonamenti VMware ai propri clienti. Questo cambiamento obbliga gli utenti ad acquistare direttamente da Broadcom e utilizzare i diritti di portabilità delle licenze per qualsiasi infrastruttura VMware ospitata nei cloud degli hyperscaler.
La mossa ha generato un paradosso interessante: mentre i giganti del cloud continuano ad accogliere favorevolmente i clienti VMware, lo fanno con l'obiettivo strategico di convertirli gradualmente verso servizi cloud "puri". Palmer sottolinea come questa dinamica riveli che VMware non considera più questi fornitori come partner strategici, e la sensazione appare reciproca.
"Siamo tutti dipendenti dagli hypervisor, e questo deve cambiare", ha dichiarato Palmer, evidenziando come l'acquisizione di VMware da parte di Broadcom dimostri quanto possa essere costoso il lock-in verso una piattaforma di virtualizzazione. Tuttavia, l'esperta sconsiglia migrazioni totali e immediate, poiché nessun fornitore rivale offre attualmente una piattaforma superiore e una migrazione completa richiederebbe almeno tre anni.
L'approccio suggerito è più chirurgico: identificare le applicazioni mature per la modernizzazione e il re-platforming, concentrandosi su quelle per cui il processo di migrazione può essere completato entro un anno. Questa strategia permetterebbe alle aziende di ridurre gradualmente la dipendenza da VMware senza compromettere l'operatività.
La classifica delle alternative disponibili
Nel panorama delle soluzioni alternative, Nutanix emerge come prima scelta secondo l'analisi di Palmer. Nonostante i prezzi non siano significativamente inferiori a quelli di VMware, la piattaforma risulta comparabile e l'azienda fornisce potenti strumenti di migrazione. Particolarmente apprezzati sono i servizi di storage e supporto, considerati superiori a quelli offerti da VMware.
I cloud pubblici rappresentano la seconda opzione raccomandata, con l'avvertimento che l'infrastructure-as-a-service non si adatta a tutti i carichi di lavoro virtualizzati e può risultare costosa. Azure Local di Microsoft occupa il terzo posto, benché con limitazioni significative: supporta cluster di massimo 16 host, ben al di sotto delle flotte hardware impiegate da molti utenti VMware.
Windows Server abbinato a Hyper-V costituisce la quarta alternativa, anche se Palmer nutre riserve sul futuro supporto di Microsoft, che sembra orientare chiaramente i propri utenti verso Azure. La virtualizzazione Red Hat chiude la classifica delle opzioni considerate valide, mentre l'esperta sconsiglia vivamente OpenStack o KubeVirt, ritenendo che poche organizzazioni possiedano le competenze necessarie per supportare efficacemente queste piattaforme.
VMware Cloud Foundation 9: un'ancora di salvezza
Paradossalmente, tra le raccomandazioni di Palmer figura anche il mantenimento dell'ecosistema VMware attraverso Cloud Foundation 9, la suite recentemente lanciata dall'azienda. Questo pacchetto, risultato di ingenti investimenti in ricerca e sviluppo da parte di Broadcom, rappresenta quello che l'analista definisce un "lato positivo" per i clienti VMware che devono fronteggiare aumenti dei prezzi e crescente insoddisfazione per i servizi di supporto.
Le ricerche Gartner evidenziano infatti come i clienti lamentino sempre più spesso risposte lente alle richieste di preventivi per gli abbonamenti e un deterioramento generale della qualità del supporto. Particolare preoccupazione destano i costi delle licenze per uffici remoti, filiali e location edge, considerati eccessivi, insieme al timore di ulteriori rincari futuri.
Il messaggio conclusivo di Palmer è chiaro e universale: "Non rinchiudetevi in una scatola", chiunque sia il fornitore. Questo principio assume particolare rilevanza considerando che la migrazione da VMware non dovrebbe essere motivata esclusivamente dalla riduzione dei costi, ma dovrebbe rappresentare un'opportunità per modernizzare le applicazioni e migliorare gli aspetti operativi.