Dragon Quest: il gioco tra HeroQuest e Dragon Warrior

Dragon Quest: il gioco tra HeroQuest e Dragon Warrior. Come la TSR cercò di competere nel mondo del gioco da tavolo!

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a cura di Amos Pons

Prima di parlare del gioco da tavolo Dragon Quest ripercorriamo brevemente la storia del nome "Dragon Quest" come marchio registrato, che ha avuto degli effetti interessanti sulla scena ludica americana.

Dragon Quest Vs. Dragon Warrior

Nel 1980 la Simulations Publications pubblicò un Gioco di Ruolo chiamandolo Dragon Quest e ne registrò quindi il nome. Il titolo originale del gioco doveva in realtà essere Dragonslayer ma fu modificato per evitare un conflitto con l'omonimo film Disney in uscita proprio nel 1981. Nel 1982 uscì una revisione del gioco e poi la casa editrice fu acquisita dalla TSR. Nel 1989 la TSR pubblicò il gioco in una nuova edizione, la terza. La presenza di questo marchio registrato avrà un impatto notevole sul mondo videoludico, infatti, sempre nel 1989, uscirà in America il famoso videogioco Dragon Quest, di produzione Enix, ma sotto un altro nome, Dragon Warrior, proprio perchè il nome Dragon Quest era già registrato. Il nome Dragon Warrior verrà mantenuto, in America, fino al 2005. Nel 1992 la TSR riciclerà il nome Dragon Quest per assegnarlo a un nuovo prodotto, quello che esamineremo in questo articolo.

 

Dragon Quest Vs. HeroQuest

Il gioco in sé cerca senza mezzi termini di emulare l'allora popolare HeroQuest prodotto dalla Milton Bradley e pubblicato nel 1989 in Europa e nel 1990 negli USA e Canada. La plancia è forse l'aspetto più simile dei due giochi anche se quella di HeroQuest rappresenta le stanze di un sotterraneo mentre quella di Dragon Quest rappresenta le varie stanze di un castello, completamente spoglie, che faranno da background all'avventura. Se in HeroQuest c'erano delle fantastiche miniature anche Dragon Quest ci prova, mettendone però solo sei a rappresentare gli eroi principali e dando l'impressione di aver "riciclato" miniature pensate per altri scopi inserendole nella scatola. Infatti all'interno del gioco sono in realtà presenti ben nove eroi, ognuno con la sua carta di riferimento ricca di statistiche e con una bella illustrazione a rappresentarli, ma nessuna delle miniature assomiglia in modo preciso a quanto riportato sulle rispettiva scheda.  I mostri, comunque vari e ben assortiti, sono invece in cartoncino e possono essere inseriti in apposite basette. Anche gli eroi vengono riproposti in cartoncino e in questo caso corrispondono perfettamente all'illustrazione presente sulle carte statistiche. Non sono presenti miniature di mobilia o suppellettili.Esiste infine una versione "deluxe" del gioco che propone le miniature sia in piombo, prodotte dalla storica Ral Partha, sia in semplice plastica rossa.

Dragon Quest Vs. Giochi da Tavolo

Il regolamento è un adattamento e semplificazione delle regole di Dungeons&Dragons, con poche vere regole da "gioco da tavolo" e molte date per scontate. Per esempio, non esiste nessuna regola per la linea di tiro o di visuale, non viene spiegato esattamente come muoversi e se ci si può muovere in diagonale o come aprire le porte. Addirittura viene suggerito che quando non ci sono mostri nelle vicinanze i personaggi possono fare tutto ciò che desiderano... senza spiegare cosa potrebbero desiderare di fare o come farlo in termini di gioco. C'è ovviamente anche un Master a cui vengono dati preziosi consigli, tra cui quello di ignorare i tiri di dado che vuole.Una delle parti più interessanti del gioco è sicuramente la ricca dotazione di carte, ben illustrate, che riportano le statistiche e le informazioni dei vari eroi, mostri, incantesimi ed equipaggiamenti. Completa il tutto un set di dadi e un libretto con, purtroppo, sole tre avventure introduttive e il suggerimento di crearne altre da soli o passare al Gioco di Ruolo di Dungeons&Dragons.

Conclusioni

Diciamo che non si capisce bene se Dragon Quest volesse essere un gioco da tavolo, o un gioco di ruolo introduttivo, e probabilmente non ce l'aveva ben presente neppure la TSR. Alla fine è venuto fuori un mix inconcludente e sconclusionato che sicuramente non poteva competere con HeroQuest sul piano delle miniature vista la presenza di soli sei pezzi, che avevano anche poca attinenza col gioco, e di meri cartoncini per rappresentare i mostri. Fu sicuramente una scelta per economizzare sulla produzione vista la non brillante situazione economica della TSR all'epoca, ma la resa fu di tutt'altra portata. Il gioco avrebbe potuto competere sulle illustrazioni, visti gli artisti che aveva a disposizione la TSR, ma il risultato finale è altalenante visto che la TSR decise di canniballizzare le immagini già utilizzate per altri prodotti, sempre per una logica improntata al risparmio. In sostanza, il gioco sembra più un raffazzonato tentativo di immettere sul mercato un prodotto valido ma senza l'adeguata copertura finanziaria per crearne uno originale e di qualità.

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