Equinox, anteprima della nuova serie thriller di Netflix

Il 30 dicembre arriverà su Netflix la nuova serie originale creata da Tea Lindeburg Equinox. Ecco a voi la recensione in anteprima.

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a cura di Giovanni Arestia

Il 30 dicembre arriverà su Netflix la nuova serie originale creata da Tea Lindeburg, prodotta insieme a Apple Tree Productions e basata sul noto podcast danese Equinox 1985, uno dei più ascoltati su Apple Music in Danimarca, arrivando alla vetta della classifica della piattaforma. Equinox, questo il nome della nuova serie semi-indipendente, si mostra come un thriller contorto ed enigmatico che riprende gli stilemi già mostrati con serie come Dark o Stranger Things. I temi principali sono quindi il tempo, il misticismo, il soprannaturale, la sparizione di persone e l'esoterismo. Ecco a voi la nostra recensione in anteprima, ovviamente priva di spoiler.

https://www.youtube.com/watch?v=RJJ5nP4r9zc

Equinox: misteri e segreti in terra danese

In sei episodi dalla durata di circa 45 minuti in media, la serie soprannaturale ambientata in Danimarca segue le vicende di una giovane e determinata donna di nome Astrid interpretata da Danica Curcic. La storia è ambientata esattamente 21 anni dopo il terribile evento che ha scosso l'intera famiglia di Astrid traumatizzando profondamente proprio la protagonista che all'epoca era solo una bambina.

Il racconto della serie, infatti, alterna le vicende su due linee temporali tanto differenti quanto unite da un terribile mistero: la prima è collocata ai giorni nostri, la seconda si riferisce agli eventi accaduti nel 1999, quando tutto ebbe inizio. All'epoca Astrid aveva solo 9 anni quando una classe di maturandi scomparve inspiegabilmente senza lasciare alcuna traccia. Tra gli studenti scomparsi vi era anche Ida (Karoline Hamm) la sorella della protagonista.

Questo terribile evento traumatizza Astrid a tal punto da avere strane visioni, sentire spaventose voci ed essere ritenuta pazza da tutte le persone a lei vicine, famiglia compresa. Nel 2020 Astrid vive una vita tranquilla con la sua nuova famiglia quando all'improvviso quegli incubi che si erano assopiti ritornano a perseguitarla. Attraverso il programma radiofonico notturno che conduce, la giovane donna viene contattata da una delle tre persone sopravvissute all'incidente del 1999 che le mette il pallino di riaprire le ricerche soprattutto dopo che la stessa persona che aveva chiamato sarebbe morta poco dopo in circostanze altrettanto misteriose.

Decisa a trovare una luce in fondo al tunnel una volta per tutte, Astrid inizia un viaggio alla ricerca di sua sorella e dell'intera scolaresca scomparsa. Questo la porterà dinnanzi ad oscure ed inquietanti verità che la coinvolgono in modo che non avrebbe mai neanche lontanamente immaginato.

Una storia funzionale e senza troppi fronzoli

Equinox è una serie fondamentalmente più razionale e verosimile rispetto alle sopracitate produzioni da cui riprende alcune caratteristiche. Non vi sono interferenze spazio temporali, né tantomeno complotti organizzati da chissà quale corporazione segreta, bensì è tutto basato sulla leggenda del grimorio, ovvero un libro di magia scritto perlopiù tra la fine del Medioevo e l'inizio del XVIII secolo.

Questo genere di opere contenevano soprattutto corrispondenze astrologiche, liste di angeli e demoni, istruzioni pratiche per creare incantesimi, preparare medicine e pozioni, invocare entità soprannaturali e fabbricare talismani. A tal proposito, Equinox mette in mostra proprio la correlazione tra gli equinozi e l'invocazione di entità soprannaturali con la presenza anche di forze demoniache con tanto di patti e sacrifici umani con un costante mix di thriller, giallo e horror che non esagera in nessuno di essi e rendi ben equilibrata la visione.

Non mancano, ovviamente, grandi colpi di scena e momenti di forte tensione narrativa alcuni telefonati e altri davvero inaspettati. Questi vengono rafforzati anche dalla splendida recitazione di tutti i membri del cast, ma Equinox non esce mai dalla sua comfort zone rimanendo con i piedi per terra senza particolari stravolgimenti che avrebbero potenzialmente rischiato di rendere la serie più citazionista che un potenziale prodotto di punta di Netflix. L'aspetto più interessante è proprio l'idea che tutto ciò che vive, ascolta e vede la protagonista sia frutto della sua fantasia e di una forma molto acuta di schizofrenia.

A tal proposito è funzionale la contrapposizione tra eventi attuali e flashback dell'infanzia di Astrid vissuta con la sua famiglia e soprattutto sua sorella. Con un climax crescente dalla prima all'ultima puntata, la protagonista unisce i tasselli del suo puzzle e noi spettatori lo facciamo insieme a lei cercando di analizzare attentamente ogni singolo frame. Le reazioni della famiglia, di sua sorella, i suoi incubi infantili e le dichiarazioni dei medici nel passato vengono contrapposte ad un presente che non è cambiato più di tanto, ma che presenta una protagonista più decisa, cosciente del suo Io e capace di discernere quasi sempre efficacemente la verità dalla finzione.

Mentre in serie come Dark ogni strano evento viene considerato quasi la normalità, in Equinox nulla è insindacabile e sarà la stessa Astrid a porsi domande esistenziali su se stessa e sulla sua vita. La sottile linea di demarcazione tra incubo e realtà l'ha sempre attanagliata, le ha rovinato la vita in tantissimi casi e quando arriva ad avere visioni oniriche, a sentire strane voci anche tramite un vecchio lettore di cassette e ad avere strani incontri in età adulta è lei stessa a farsi delle domande sulla sua lucidità mentale. Sono le stesse domande che ci siamo posti più volte anche noi perché non sempre ciò che stavamo osservando aveva un vero e proprio senso logico.

Personaggi ben caratterizzati da una regia semplice, ma precisa

La tensione è sempre palpabile e questa, unita alla durata non eccessiva degli episodi, rende godibile ogni minuto di Equinox senza mai annoiare lo spettatore. Interessante anche la caratterizzazione dei personaggi e delle ambientazioni. I primi, non essendo tantissimi, hanno tutti un loro spazio dedicato: Astrid e Ida sono ovviamente il fulcro centrale dell'opera, ma insieme a loro vi sono tanti attori comprimari tra cui i loro genitori, Lars Brygmann (Dichte) e Hanne Hedelund (Borgen), e i migliori amici di Ida Amelia, Falke e Henrik.

Ognuno di loro è presente sia nei flashback che nel presente, ovviamente con un cambio di fisionomia evidente dovuto al salto temporale, e servono per comprendere al meglio la delicata situazione e aiutare Astrid a trovare la giusta via. Alcuni arrivano addirittura ad impazzire talmente è forte il dramma vissuto, confermando la grande attenzione posta al realismo.

Le ambientazioni, invece sono caratterizzate da una costante sensazione di misticismo e paura anche quando la cinepresa mostra momenti di vita quotidiana. Tutto diviene una sorta di gioco a guardia e ladri dove Astrid è colei che dà la caccia e gli altri sono i ladri che conoscono da sempre i segreti e fanno di tutto per tenerne la ragazza all'oscuro. Questo binomio narrativo è stato ottimamente rappresentato dai registi Søren Balle (alla regia dei primi quattro episodi) e Mads Matthiesen (che ha realizzato gli ultimi due episodi). Il loro stile registico è semplice, quasi scolastico e amatoriale, ma estremamente funzionale.

La fotografia non presenta grossi virtuosismi, ma le immagini sono sempre dettagliate, precise e consone alla narrazione. Una piccola sbavatura solo sul finale poiché riprende i classici cliché del genere e delude un po' le aspettative di originalità poste negli altri episodi.

Conclusioni

In conclusione Equinox è una serie solida, godibile e ben strutturata. Nulla di estremamente originale e di mai visto, ma tutto è raccontato in maniera sapiente e coinvolgente ponendo un grande equilibrio tra fantasia e realtà dove lo spettatore riesce a districarsi facilmente. Non vi è mai il senso di mindfucking che si vive con serie come, appunto, Dark perché la trama è abbastanza lineare, ma questo è un aspetto anche alquanto interessante perché la protagonista e i comprimari sono verosimili e si pongono loro stessi delle domande su ciò che stanno vivendo o hanno vissuto. Insomma, Equinox è una buona opera prima che vi consigliamo assolutamente di vedere.

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