I migliori e i peggiori horror sulle leggende urbane

Dopo l'arrivo del film Grimcutty su Disney Plus, ecco 6 horror i cui racconti sono ispirati a famose leggende urbane.

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a cura di Livia Soreca

Il fascino per le leggende urbane è qualcosa destinato a non perire mai. Il cinema horror possiede una vastissima gamma di film ispirati a macabre storie, racconti da far accapponare la pelle. Voleva essere questo il proposito di Grimcutty su Disney Plus, rivelatosi invece un piccolo fiasco, con un racconto poco suggestivo, i suoi jump scare banali ed effetti speciali scadenti.

Sui film horror mal riusciti si potrebbe scrivere un libro, specie negli ultimi anni e, soprattutto, quando il protagonista/antagonista è un mostro o una creatura immaginaria. Che sia per effetti speciali acerbi o per un racconto poco convincente, la pagina dei film sulle leggende urbane si tinge di tante delusioni. Poche sono le opere davvero ben riuscite e accolte positivamente dalla critica. Dai peggiori ai migliori, ecco 6 titoli che hanno insoddisfatto o, al contrario, sorpreso gli horror-maniaci.

Dai peggiori ai migliori film sulle leggende urbane

Slender Man

Nel 2018 Sylvain White dirige Slender Man, horror per ragazzi basato sull'omonimo personaggio immaginario creato da Victor Surge. Si tratta di una terrificante figura nata nei racconti dell'orrore di genere creepypasta e nei videogiochi, diffuso come fenomeno di internet. È un uomo stilizzato, bianco e con la testa calva priva di tratti somatici. Possiede grosse mani con lunghissimi artigli, mentre dei tentacoli fuoriescono dalla sua schiena. Esso cattura bambini e adolescenti in foreste o luoghi abbandonati. Il suo potere è quello di creare delle potenti interferenze con le apparecchiature elettroniche - un po' come i mostri di Silent Hill - insieme alla capacità di teletrasporto.

La pellicola del 2018 racconta la storia di Hallie Knudsen, giovane studentessa che insieme alle sue amiche decide di evocare Slender Man. Questa sciocca decisione provoca misteriose sparizioni; non sarà facile far tornare tutto come prima.Cos'è che non funziona? La prima pecca sta nel fatto di aver reso un fenomeno di internet un racconto adolescenziale che, tra l'altro, perde tutta la carica horror, creando una leggera tensione che mai si trasforma in vera paura. Allo stesso modo di Grimcutty, anche Slender Man finisce col rovinarsi da solo attraverso effetti visivi davvero poco credibili, che compromettono la credibilità del film.

Boogeyman

Quando si parla del Babau, noto anche come Uomo Nero, si pensa ad una delle figure immaginarie per cui ci si è spaventati almeno una volta durante l'infanzia. Nel folclore americano, esso prende il nome di Boogeyman, ma questo oscuro personaggio è comune a molteplici tradizioni in tutto il mondo. Qualunque sia il suo aspetto, si tratta di una presenza che vive nell'ombra e che rapisce i bambini che non vogliono dormire.

All'Uomo Nero si ispira il film di Stephen Kay del 2005 dal titolo Boogeyman. Esso narra la storia di Tim, un giornalista ancora vittima di un brutto trauma infantile: da bambino, vede il proprio padre morire assassinato da una figura oscura. Da allora, egli ha paura del buio. Il ritorno alla casa d'infanzia e la sparizione di Jessica, la sua ragazza, lo porteranno a incontrare Boogeyman ancora una volta.

Anche in questo caso, il film di Kay non compie quel passo obbligato che un horror dovrebbe compiere: fuoriuscire dalla scatola scenica e suggestionare il suo pubblico, che invece partecipa passivamente alla messinscena. Boogeyman è solo il primo capitolo di una trilogia, ma nemmeno i due sequel sono in grado di soddisfare le aspettative.

Candyman

Si fa riferimento alla versione del 2021 di Nia DaCosta, sequel di Candyman - Terrore dietro  lo specchio del 1992 di Bernard Rose. Prodotto dalla Metro-Goldwyn-Mayer, la pellicola si basa su una delle più note figure di leggende urbane, creata da Clive Barker nel suo romanzo The Forbidden. Candyman è uno spirito che indossa un cappotto, con un uncino al posto della mano, con cui spesso uccide le proprie vittime.

Nel primo capitolo cinematografico, la studentessa Helen Lyle si imbatte casualmente nella leggenda di Candyman, un uomo che compare se lo si nomina 5 volte davanti allo specchio. Convinta sia la causa della morte di una ragazza di nome Clara, avrà presto a che fare con l'oscura figura. Il sequel procede in questa direzione: Anthony McCoy è un artista che trova ispirazione proprio nella leggenda di Helen, apprendo poi inquietanti informazioni sulla storia di Candyman, da cui resta affascinato. Questa misteriosa figura diventa il centro della mostra artistica di Anthony, il quale però cede all'evocazione ignaro delle terribili conseguenze.

Rispetto al primo capitolo del '92, Candyman di DaCosta perde quasi totalmente quel fascino originario, cadendo nella mischia di horror scadenti sulle leggende urbane. Ancora una volta, snodi di trama prevedibili e scarsa immedesimazione sono gli ingredienti essenziali di un prodotto poco riuscito, che tradisce il fascino del suo predecessore.

The Blair Witch Project

Quello di Daniel Myrick e Eduardo Sánchez è un grande classico. The Blair Witch Project (1999) è uno dei più celebri film del genere horror realizzati in found footage. Nel 2000 è il film con il budget più basso a ricevere i più alti incassi.

Una donna trova un documentario di tre ragazzi scomparsi in un bosco per indagare sulla Strega di Blair. Tra interviste alla gente del posto, la ricerca dei giovani protagonisti prenderà una piega raccapricciante. La particolarità assoluta di The Blair Witch Project sta nel fatto che l'attrice Heather Donahue e i due attori Joshua Leonard e Michael C. Williams interpretino sé stessi, giocando sull'inquietante impressione che si tratti di un vero documentario. È così che la leggenda urbana della Strega di Blair arriva a tormentare anche lo spettatore, che si immedesima nei personaggi e teme l'oscurità dei boschi.

Shutter

Banjong Pisanthanakun dirige Shutter nel 2004. Film horror thailandese prodotto dalla GMMTV, si basa su una leggenda, quella delle cosiddette foto spiritiche. Si dice che i morti restino accanto a coloro che amano o a chi ha fatto loro del male in vita, e che siano visibili solo attraverso le fotografie. In questa macabra leggenda metropolitana si imbattono Tun e Jane. La coppia di sposi investe una ragazza di cui però non si ha più traccia. Da quel momento, tornati dalla luna di miele, tutte le foto sono danneggiate da un curioso fascio di luce che potrebbe essere il suo spirito.

Nel 2008, Masayuki Ochiai ne dirige un remake, prodotto negli Stati Uniti e in Giappone, dal titolo italiano Ombre dal passato, che tuttavia non possiede lo stesso impatto dell'originale. Il racconto, terribilmente inquietante, è vicinissimo alla tradizione horror orientale sul paranormale (Ringu, Ju-On) di cui gli americani hanno sempre cercato di proporre una propria versione, forse più nota ma sempre di minore portata. Quella di Shutter è una storia che riesce a penetrare nelle ossa e a suggestionare il pubblico, soprattutto col suo finale, tra i più terrificanti mai visti.

Sinister

Dichiarato il film scientificamente più spaventoso nel 2020, Sinister (2012) di Scott Derrickson è una particolare rivisitazione della leggenda dell'Uomo Nero, prodotta da Blumhouse. Il protagonista è Ellison Oswalt, interpretato dall'iconico Ethan Hawke. Giornalista di cronaca nera, caduto nel dimenticatoio, cerca nuovo successo quando si trasferisce a King County con moglie e figli. La nuova casa si macchia di una terribile storia di omicidio, fonte d'ispirazione per Ellison. Ma la dimora nasconde molti terribili segreti che ruotano intorno ad un'oscura figura.

Come Shutter, con le sue peculiarità, anche Sinister gioca sapientemente la carta del paranormale, con jump scare mai prevedibili e puntando proprio su quella demoniaca figura che, finalmente, fa davvero paura. Curiosamente, nell'aspetto, non è poi così dissimile proprio dal citato Grimcutty , ma mentre nel film Hulu Originals esso non è ben sfruttato, nel film di Derrickson si dimostra parecchio suggestivo. Come sapete, la collaborazione del regista con Ethan Hawke rivive con Black Phone (2022), un'opera cinematografica complessa tratta dall'omonimo romanzo di Joe Hill. che, comunque, non potrebbe mai superare l'impatto di Sinister.