Intervista a Ivo De Palma: la voce di Pegasus de I Cavalieri Dello Zodiaco

Quest'oggi è il turno di uno dei pilastri per quanto riguarda il doppiaggio nostrano, soprattutto in ambito animazione: stiamo parlando di Ivo De Palma.

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a cura di Lorenzo Ferrero

Proseguono le nostre interviste ai professionisti del mondo del doppiaggio, che hanno caratterizzato i personaggi della nostra infanzia, ma anche attori iconici del mondo del cinema internazionale. Quest'oggi è il turno di uno dei pilastri per quanto riguarda il doppiaggio nostrano, soprattutto nell'ambito dell'animazione: stiamo parlando di Ivo De Palma, attore e doppiatore che ha dato la voce, tra gli altri, a Pegasus, uno dei protagonisti della serie animata I Cavalieri Dello Zodiaco, nonché una delle voci più iconiche dell'intera panorama italiano.

Partiamo dalle domande di rito: come e perché hai deciso di intraprendere la carriera di doppiatore/attore?

Scoprii le potenzialità della mia voce nelle radio libere dell'epoca, ben prima che il settore fosse regolamentato. La mia voce era ancora acerba, non professionalmente educata, ma aveva comunque il suo perché. Poi studiai dizione per rendere meglio in radio, e mi venne poi consigliato di proseguire con la recitazione, che avrebbe ampliato le mie qualità di intrattenitore radiofonico. Fu lì che scoprii l'arte drammatica, e quando venne il momento di scommettere sul futuro, continuai a giocarmi il mio punto di forza, che era la voce.

Oltre che doppiatore, hai anche svolto il ruolo di adattatore dei dialoghi: ti andrebbe di raccontarci un po' come funziona il processo di adattamento?

E' un lavoro molto certosino, che si fa provando e riprovando le battute italiane precedentemente tradotte. Il dialoghista ha in comune con i doppiatori i riflessi pronti per il sincrono e la corretta scansione di tutte le sillabe (senza mangiarsele, quindi), perché prova le battute ad alta voce, sia pure senza inciderle. Non importa, viceversa che le reciti bene, perché quello è compito dei professionisti in sala. Oltre alla lunghezza della battuta, da rispettare sempre, vi sono tutti gli altri problemi comunemente a carico di qualsiasi traduzione, che non sempre può, né deve, essere letterale, ma efficace, fraseologicamente, nella lingua d'arrivo. La comicità, per esempio, è impegnativa da tradurre, perché a volte devi proprio cambiare la battuta. In più, il risultato dovrà essere a sincrono labiale.

Uno dei tuoi personaggi più iconici è sicuramente Pegasus de "I Cavalieri dello Zodiaco". Ti va di raccontarci come hai ottenuto il ruolo e se è stato complesso legarsi al personaggio?

Ho ottenuto il ruolo mediante scelta sovrana del direttore di doppiaggio, il compianto Enrico Carabelli, che non se ne pentì mai. Il personaggio è anche mediamente faticoso, ma per fortuna molto nelle mie corde artistiche e vocali, quindi non ho fatto molta fatica.

Ci sono lavori di cui ti sei pentito o che, riascoltandoti, non ti piacciono per il risultato finale?

Mediamente, tutte le cose di inizio carriera, perché ancora dovevo raffinarmi parecchio. Ma al pubblico piacciono così e quando dico che le ridoppierei volentieri tutti mi pregano di non farlo mai.

Per contro, ci sono invece, lavori di cui sei molto soddisfatto?

Sì, e sono legati a personaggi di un certo rilievo, anche se non tutti famosi come Pegasus. Oltre a lui, Kambei Shimada (Samurai 7), Toki (ripresa cinematografica di Ken il Guerriero), Devilman (nei tre OAV), Dottor Muraki (Gli eredi del Buio), Suitengu (Speedgrapher), Robin Hood, Illidan (videogioco World of Warcraft) e sicuramente vari altri che ora dimentico.

Hai invece qualche rimpianto, in ambito doppiaggio? Qualcosa che avresti voluto doppiare e per cause di forza maggiore non hai potuto?

I colleghi sono molto bravi, e non vorrei sminuirne nessuno nominando il loro personaggio. Diciamo che un dignitoso provino (che poi vince qualcun altro) su un qualche personaggio Marvel, potrei anche sostenerlo.

Specialmente negli ultimi anni, la professione di Doppiatore è tornata molto alla ribalta, specialmente tra i giovani. Secondo te, da cosa deriva questa nuova "grande attenzione" verso la tua professione?

Dal fatto che il doppiaggio, per cominciare, è ben lungi dal tirare le cuoia. Le nuove piattaforme hanno sondato il pubblico e scoperto che un po' ovunque nel mondo l'80% vuole le opere localizzate nella propria lingua. Poi, è obiettivamente più facile, oggi, accedere a nomi e luoghi inerenti, anche se sono molti di più gli aspiranti (ma che fossimo troppi lo dicevano anche a me ai miei tempi). Ultimo, ma non meno importante, il dettaglio che...è un bellissimo lavoro!

Doppiatore, ma anche insegnante di doppiaggio e dizione. Quale dei due ruoli preferisci?

Nasco artisticamente in sala, e non potrei mai insegnare a chicchessia se non provenissi dal lavoro effettivo.

Nonostante il periodo poco felice a causa dell'emergenza sanitaria, che consigli ti senti di dare a chi sta iniziando o vorrebbe approcciarsi a questa professione?

Di approfittare delle bocce relativamente ferme per formarsi al meglio e per prepararsi al momento in cui tutto tornerà a una certa normalità. Se occorre una guida sicura e competente, la mia offerta didattica, attualmente in promozione (10% di sconto su tutti i miei corsi per chi si iscrive entro Natale), è a disposizione.

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