La casa tra le onde, recensione: un'avventura in un mare di emozioni

La casa tra le onde è il nuovo anime Netflix di Hiroyasu Ishida. Tra fantasy e mistero, il film ha in serbo più di qualche sorpresa.

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a cura di Livia Soreca

L'estate è finita, ma non per Netflix. È proprio in una calda giornata che comincia la storia de La casa tra le onde, una delle novità di settembre 2022. Hiroyasu Ishida, regista di Penguin Highway, coopera ancora una volta con Studio Colorido per realizzare questo attesissimo film d'animazione prodotto dalla Twin Engine, dalla durata di ben 2 ore, disponibile anche con doppiaggio in italiano. Questa versione è altamente consigliata, in quanto il lavoro di VSI Rome e la direzione di Daniele Raffaeli è davvero degno di nota. L'anime è in arrivo in streaming a partire da venerdì 16 settembre.

La casa tra le onde: un racconto surreale

Kosuke e Natsume sono due amici d'infanzia che trascorrono l'estate nel complesso di edifici dove vivevano da piccoli. Ben presto, con l'iniziare dell'autunno, esso sarà demolito. Comincia la scuola, ma per la piccola protagonista è difficile lasciare andare il posto dove è cresciuta; intanto gli amici di Kosuke sono convinti che gli appartamenti siano infestati. Mentre tutti, in un giorno di pioggia, giocano tra i corridoi del complesso, una brusca lite tra i due grandi amici sfiora un brutto incidente. In realtà, accade qualcosa di incredibile: la pioggia aumenta a dismisura, creando un vasto mare intorno al palazzo, e la città sembra sparita nel nulla. Kosuke, Natsume e i loro amici cercheranno un modo per sopravvivere e per ritornare a casa sani e salvi, ignari degli sconvolgenti segreti che si celano nel luogo in cui sono intrappolati.

Si può dire che la presenza artistica di Ishida sia ben evidente sin da subito. Impossibile non associare le ambientazioni, la caratterizzazione dei personaggi e, in generale, il tenore del racconto a Penguin Highway del 2018. Anche qui un plot apparentemente ordinario si trasforma improvvisamente in un'avventura fantasy in cui l'acqua è la nuova protagonista indiscussa. In un primo momento, infatti, la calma degli eventi non lascia trasparire affatto la vera natura de La casa tra le onde. In perfetto tempismo con il periodo di fruizione dell'opera, i ragazzini al centro della vicenda si incontrano tra i banchi di scuola dopo una calda e piacevole estate, all'insegna del gioco e della spensieratezza. Nulla di ciò che accade per i primi minuti del film lascia presagire un risvolto surreale. Si tratta, quindi, di una piacevole sorpresa che arriva impetuosa, proprio come le onde che travolgono il misterioso edificio.

Tempo e narrazione

Gran parte del lungo racconto, firmato anche da Hayashi Mori e Minaka Sakamoto, si svolge unicamente tra gli appartamenti creduti infestati. È una circoscrizione a tratti limitante, in quanto marchia l'anime di una certa staticità, perlomeno fino ai primi snodi fondamentali che, in ogni caso, si lasciano attendere abbastanza. La casa tra le onde impiega tanto tempo per contestualizzare e "solidificare" la propria storia; spesso, per guadagnare minuti e per non cadere in un'eccessiva indolenza, sfrutta gli intermezzi musicali del compositore Umitaro Abe per mostrare velocemente periodi narrativi che, altrimenti, rallenterebbero il ritmo della vicenda, rischiando di sfociare nella noia.

Così alcune sequenze, formate da tante scene giustapposte con coesione e armonia, sono accompagnate da brani d'orchestra magistrali, in cui predomina il suono del pianoforte insieme a quello degli archi. Scorrono veloci eventi come l'estate di Kosuke e Natsume o i primi giorni dei ragazzini trascorsi in mezzo al mare. Allo stesso modo, ci sono tante altre parentesi scandite da questa scorta di schema, il quale a tratti può sembrare ripetitivo, ma è la soluzione più indicata per incalzare e arrivare, poi, alla seconda parte della pellicola, quella più ricca di risvolti fondamentali. Questi sono forse un po' precipitosi rispetto alla parte iniziale più graduale, disequilibrio che si presenta spesso nella filmografia del regista giapponese.

La casa tra le onde è una storia di spessore

Il film di Hiroyasu Ishida non vuole solo raccontare un'avventura all'insegna del fantasy e del mistero, ma si propone anche di mostrare al pubblico le dinamiche relazionali tra i personaggi. La casa tra le onde è letteralmente un mare di emozioni: legati da una profonda amicizia, Kosuke e Natsume la scalfiscono, talvolta, con incomprensioni dettate dall'incomunicabilità. Ognuno di loro ha un passato difficile, ciascuno ha dovuto dire addio a qualcuno o qualcosa sin dalla prima infanzia. I due protagonisti affrontano, insieme agli altri compagni ben caratterizzati a livello psicologico, temi delicati e profondi, sicuramente al di sopra della loro effettiva età.

Numerose difficoltà ostacolano il cammino di tutti i personaggi, coesi come i membri di una squadra, ma non senza qualche piccolo screzio iniziale legato a sentimenti come l'invidia o la gelosia. Questi ragazzini hanno una personalità matura, conscia di ciò che può arricchire oppure danneggiare i legami interpersonali. Sanno cosa significa sbagliare, e conoscono la vera essenza del perdono. Raramente si lasciano trasportare da infantilità, anzi quasi mai. La casa tra le onde è un piacevole connubio di situazioni particolari, talvolta dolorose, e di emozioni forti, riflessioni intense, insegnamenti per il pubblico. Man mano che si procede con la narrazione, queste dinamiche diventano sempre più importanti. Il nuovo film di Netflix sa anche essere un'opera drammatica pregna di significato, che se da un lato rischia sempre di tirarla un po' troppo per le lunghe, dall'altro riesce ad emozionare con immagini forti e concetti mai scontati.

Il lavoro dello Studio Colorido

Un valore aggiunto è certamente la componente artistica. Alla lenta narrazione si contrappone un montaggio dinamico: inquadrature di breve durata, con un gusto per lo stile cinematografico, scorrono rapidamente dando ad un'ambientazione statica un certo movimento, seppur apparente. I personaggi, che fisicamente assumono tutti il tratto inconfondibile di Studio Colorido, agiscono in spazi realistici, accuratamente realizzati, spesso immortalati con "riprese" in campo lungo (wide shots). La resa di alcuni elementi è impressionante: la pioggia, ad esempio, è disegnata e animata in maniera quasi perfetta, tanto da sembrare vera.

Nell'analizzare La casa tra le onde non bisogna dimenticare la sua componente di mistero. Quando i personaggi credono che gli appartamenti siano infestati, lo studio d'animazione si diverte a creare scene ricche di suspense, con colori cupi ed immagini inquietanti, sfruttando angolazioni precise, tipiche dell'horror o del thriller. Non essendo questo il vero fulcro dell'opera, un velo di leggerezza copre questi intermezzi che, ad ogni modo, fanno un certo effetto.Qualche piccolo difetto lo si nota in scene molto dinamiche, nel rapporto tra i personaggi in primo piano e il fondo che non sempre si adatta al loro movimento. Capita che, correndo loro in avanti verso l'immaginaria macchina da presa, il paesaggio scorra in modo poco coeso. Si tratta tuttavia di sviste sporadiche che non compromettono più di tanto la visione e la sua godibilità.

Conclusioni

La casa tra le onde è un film d'animazione gradevole e ricco di emozioni. Pur con i suoi ritmi lenti e - qualche volta - fin troppo calibrati, riesce a donare allo spettatore una storia profonda; certamente non si limita a raccontare una narrazione di fantasia, ma vuole lasciare il segno con messaggi importanti e valori fondamentali. Questa vicenda di tipo surreale riesce comunque ad avvicinarsi quanto più possibile ai sentimenti reali che dei ragazzini, proprio come gli adulti, riescono a provare in delicate circostanze. E La casa tra le onde lo fa con uno stile inconfondibile e con un'ottima animazione, che possiede mille pregi a dispetto di trascurabili difetti.