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Vestiti, parrucche e armi

I segreti e le curiosità, un viaggio in Nuova Zelanda per scoprire come è stato girato il film Lo Hobbit.

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Avatar di Andrea Ferrario

a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Pubblicato il 09/12/2014 alle 10:00 - Aggiornato il 13/04/2015 alle 12:24
  • Lo Hobbit, un viaggio inaspettato dietro le quinte del film
  • La Nuova Zelanda è un regno magico
  • Fango, pioggia e freddo
  • Silenzio, si gira
  • La magia del green screen
  • Grande o piccolo, è tutto relativo
  • Vestiti, parrucche e armi
  • I mostri
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  • Interviste: Ian McKellen - Martin Freeman
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  • Interviste: Orlando Bloom
  • Per me va bene così

Vestiti, parrucche e armi

Girare un film come "Lo Hobbit", dove qualunque cosa passi davanti alla cinepresa è artificiale, significa anche lavorare sugli attori stessi, con trucchi, protesi e vestiti cuciti ad hoc. E anche in questo caso il lavoro è doppio, perché ogni controfigura, grande o piccola che sia, deve avere il suo vestito in versione indossabile e poi in versione ristretta. E a volte anche versione large, perché può essere necessario che il piccolo venga visto ugualmente come grande, quando raffrontato con qualcosa di più piccolo.

Bob Buck – Costume Designer

Che tipo di relazione c'è tra la creazione dei costumi e le armature, le armi, etc?

Le armi generalmente sono create da WETA, così come le armature. Spesso è tutto fatto seguendo le concept art, noi dobbiamo solo trovare il modo di realizzarli. Tutto è progettato a monte.

Create molte copie dei costumi?

Si, per Bilbo, ad esempio, ne abbiamo molti perché cambia durante l'evoluzione del film. […] Le lotte contro i troll o il passaggio nella foresta di Mirkwook lascia dei segni, e dobbiamo anche assicurarci di avere qualcosa di pulito se fosse necessario tornare all'inizio del film. Inoltre con i Nani, dobbiamo avere una versione a dimensione reali, e un'altra in miniatura, quello che noi chiamiamo "in scala". Tutto deve essere creato in maniera identica, ma in versione ridotta.

I vestiti sono tutti cuciti in loco, sul set, e non solo quelli degli attori principali, perché ogni comparsa deve avere il suo. Quindi ritroviamo decine e decine di abiti, accatastati su appendiabiti sparsi in più magazzini e sottoscala. E per quanto riguarda il trucco, non si parla di un po' di rimmel e ombretto, ma capelli e barbe, tutte acconciate come si deve. E non sto parlando delle parrucche che vedete in giro a carnevale, ma di parrucche di elevatissima fattura. E che bisogno c'è d'investire così tanto in un ammasso di peli? La risposta è "HD", alta definizione, e nel caso specifico anche di 48 FPS. Da quando c'è il Full HD le riprese sono molto più dettagliate, e una parrucca, una barba, o anche un tessuto sintetico di scarso livello si nota come un pugno in un occhio. E il 4K non farà altro che peggiorare questa situazione, così i film dei prossimi anni si vedrà ancora di più quando una produzione è costata due lire o parecchi milioni.

Il segreto è nella pittura, che riesce a rendere vero ciò che non lo è. Ed è con le armi e le armature che si nota questo concetto espresso alla massima potenza. Non c'è una, e dico una spada, ascia, arco o freccia che non sia di plastica. Eppure basta la giusta illuminazione, una pittura fatta come si deve e degli effetti sonori per trasformare una spada di plastica che impatta contro un'armatura dello stesso materiale, per far esplodere il clangore di due superfici d'acciaio che stridono e si spezzano.

Peter King – Makeup Artist

Quanto è stato divertente o difficile ideare il make-up di un'elfa guerriera?

Peter KingBeh, la parte più difficile sono stati i capelli. Volevamo sempre dargli il look da elfo, ma doveva sempre essere bella, intendo, l'attrice che la interpreta è molto affascinante. Ci sono sempre linee guida da seguire per gli elfi, sono pallidi, non hanno praticamente mai visto il sole. E abbiamo sempre dato agli elfi questo look, una sorta di look androgino. Ci sono Elfi uomini e donne, ma la differenza è sottile tra i due. L'idea generale è che devono sempre comunicare serenità, sono sempre molto calmi. Ma con Tauriel abbiamo fatto qualcosa di più, perché, sapete lei è un'elfa guerriera. Non è proprio un elfo nel concetto filosofico che rappresenta. Il suo make up deve essere molto naturale. Insomma, Peter è venuto da me con dei capelli che erano ridicolmente lunghi e mi ha chiesto "puoi farlo?". Sono rimasto affascinato quando ho visto le prime scene, il modo in cui i capelli scelti "funzionavano" bene. Essendo un elfo guerriero e avere i capelli lunghi potreste pensare che non sia molto poco pratico […] Abbiamo cambiato vari look, abbiamo cambiato il colore, e alla fine abbiamo trovato la soluzione migliore.

Che tipo di trattamenti necessitano i capelli e le barbe? Dopo le scene immaginiamo che si sporchino. Bisogna solo lavarle o ..

Certo, continuamente e costantemente. Questo è il motivo per cui non c'è una sola parrucca, ne abbiamo minimo due di ognuna. Ogni volta che gli attori finiscono di girare dobbiamo pulirle e sistemarle, riportarle allo stato originale, poiché si rovinano. È un lavoro giornaliero, ci si impiega poco meno di un'ora per ogni parrucca.

Quanto costa rimpiazzare una parrucca?

Le parrucche dei nani costano circa 4000 sterline inglesi l'una. Le barbe circa 1000 sterline l'una.

Tantissimo

40mila per ogni personaggio, ognuno deve avere almeno tre parrucche e barbe, e poi servono quelle per gli stuntman. Tutto è moltiplicato per tre. Tutte le barbe e parrucche sono fantastiche, sono fatte in Inghilterra da un paio di vecchi amici che lavorano molto bene. Faccio tutto tramite telefono e mail, è un processo lungo, ci scambiamo via posta la materia prima, la scegliamo, poi facciamo l'ordine e aspettiamo.

Parlando de Lo Hobbit, abbiamo i nani uomini e le donne. Vedremo più nani donne?

Si, ne vedremo di più, anche nani bambini.

E avranno la barba?

Loro hanno la barba! Ovviamente bisogna fare dei distingui. Sono nane, ma sono sempre donne, quindi abbiamo cercato di rendere i peli facciali molto, molto morbidi, e poi le abbiamo agghindate con gioielli e accessori vari.

In termini di make-up, qual è per te il personaggio migliore?

Radagast. Mi è piaciuto veramente creare Radagast e tutto quello che gira attorno a questo personaggio. Eravamo qui insieme a Peter, lui ha preso un foglio e disegnato uno schizzo su un foglio di carta, e ha detto "Perché non li mettiamo un nido d'uccelli in testa?", ho risposto, "Oh, ok si può fare". Quindi mi sono messo all'opera e ho creato vari prototipi, poi uno dei suoi figli è comparso dicendo "guardate, ho trovato un nido d'uccelli". E quello è il nido che alla fine abbiamo usato. […] e poi abbiamo aggiunto anche i finti escrementi, sapete dobbiamo tenerlo in frigorifero per preservarlo.

Di cosa è fatto?

Farina di mais, che in qualche modo assomiglia alla plastica. Abbiamo creato questo miscuglio e lo abbiamo portato sul set e applicato. Peter disse "No, ancora! Ancora escrementi! Mettete altri escrementi. Di più!". E alla fine il risultato finale era un copertura più massiccia di quello che avevamo immaginato. […] Con Beorn, invece, Peter l'ha voluto più "animalesco", quindi abbiamo usato peli di cavallo anziché capelli umani. […] bisogna però sempre ricordarsi che sotto al trucco ci sono degli attori, non possiamo ostacolare il loro lavoro. Bisogna sempre chiedersi "siamo andati un po' troppo oltre? Forse è meglio fare un passo indietro?". È una questione di bilanciamento. Ogni volta che facciamo una prova, sentiamo il parere di tutti, e raggiungiamo il giusto compromesso.

Girare a 48 FPS influenza in qualche modo il tuo lavoro?

Si, completamente. È come lavorare sotto al microscopio. Se ci sono troppi capelli che vanno dalla parte sbagliata, per esempio, si noterà. Per noi ogni volta è come un test. Tutte le ciglia dei nani, per esempio, sono create pelo per pelo. Ogni giorno. E devono essere fatte sempre allo stesso modo. Per 18 mesi i trucchi devono essere fatti perfettamente e tutti uguali. E lo stesso vale per la pelle, e dobbiamo anche tenere conto di come il set, le luci, cambiano l'aspetto.

Com'è lavorare con Peter?

È fantastico. Penso che lui si fidi di me, e se c'è un problema glielo dico senza problemi. Vado avanti con il mio lavoro, e se dice "Non mi piace", lo rifaccio, e per fortuna non sento queste parole così spesso. Ho più contatti con Fran e Philippa, posso contare su di loro se ho un problema, e loro parleranno con Peter. Ma, si, va bene così. Ogni volta che vedo Peter mi sorride, ed è fantastico.

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