Meglio Nate che Niente, recensione della commedia musicale Disney Plus

La nostra recensione di Meglio Nate che Niente, la nuova commedia musicale disponibile da oggi su Disney Plus.

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a cura di Mabelle Sasso

Meglio Nate che Niente (Better Nate than ever) è una nuova commedia musicale per Disney+ scritta e diretta da Tim Federle (Ferdinand, High School Musical: The Musical: The Series), già autore dell’omonimo romanzo dal quale questo film è tratto. La pellicola racconta di Nate Foster, un ragazzino di Pittsburgh con una grande passione per il teatro musicale, il cui grande sogno è quello di diventare un attore di Broadway. La sua vita cambia quando la sua amica Libby lo convince a fuggire con lei a New York per partecipare al casting di un nuovo musical.

Meglio Nate che Niente vede un cast di giovani attori nei ruoli principali di Nate, Libby e Anthony, rispettivamente Rueby Wood, Aria Brooks e Joshua Bassett, affiancati da Lisa Kudrow (Phoebe in Friends) nel ruolo di Heidi, zia di Nate, nonché attrice di Broadway. Oltre ad avere visto il film qui di seguito recensito, abbiamo avuto l'opportunità di incontrare il cast e il regista del film.

Meglio Nate che Niente: la trama

Nate Foster è un tredicenne di Pittsburgh che, al contrario di molti suoi coetanei, vive la sua passione per il teatro, soprattutto quello musicale, in modo molto viscerale. La vita di Nate è una tributo costante al genere musical che il ragazzo abbraccia incondizionatamente, anche se questa passione un po’ troppo stravagante non viene supportata dalla sua famiglia e lo rende facile bersaglio da parte dei compagni di scuola più grandi.

La vita di Nate cambia improvvisamente quando Libby, la sua migliore amica, lo informa di un imminente casting aperto ai bambini e ragazzi per la produzione del musical di Lilo e Stitch. Presi dall’euforia della notizia i due ragazzini devono escogitare un piano per raggiungere New York all’insaputa dei genitori, in quanto contrari all’esperienza.

Approfittando dell’assenza dei rispettivi genitori e mettendo in atto una complessa messa in scena, Nate e Libby riescono a prendere un pullman notturno ed arrivare a New York per partecipare al provino. Ad aiutare i ragazzi durante la loro permanenza in città ci sarà anche Heidi, attrice professionista e zia di Nate, che in modo più o meno intenzionale farà da mentore all’aspirante attore. Il provino si rivelerà essere un’esperienza sorprendente e rivelatrice ma costellata da molti imprevisti e saliscendi emotivi, che aiuteranno Nate e Libby a scoprire di più loro stessi.

Un musical sui i musical

Nelle sue produzioni Disney è spesso sinonimo di musical, questo perché la componente musicale fa parte da sempre dell’esperienza. Che si tratti di film o serie tv le varie epoche Disney non hanno mai lesinato nella produzione di contenuti musicali. Tra tutti i vari autori coinvolti nel tempo però la contribuzione più rilevante si deve a Kenny Ortega, regista e coreografo a cui si devono alcuni tra i più grandi successi commerciali come Hocus Pocus, High School Musical e Descendants.

Questa premessa è importante poiché la genesi della trasposizione cinematografica del romanzo di Meglio Nate che Niente getta le sue fondamenta sulla serie tv High School Musical: The Musical: The Series.

Pur condividendone il background spirituale, Meglio Nate che Niente si discosta dal suo illustre predecessore, percorrendo una strada più personale imbevuta da una miriade di riferimenti e citazioni, ma con numeri musicali più ridotti. Le canzoni nel film, ad esclusione di “Big Time” in cui il protagonista sogna il suo trionfo in una Broadway all’ennesima potenza, sono tutti momenti diegetici che testimoniano l’avventura di Nate alle prese con il casting.

Nonostante la presenza di soli 4 numeri musicali, Meglio Nate che Niente è inequivocabilmente un film che abbraccia il suo amore per i musical e il teatro con continui riferimenti e citazioni, che possono essere colte appieno solo da chi condivide la stessa passione di Nate. Questo solido citazionismo, puramente sincero ma perlopiù sconosciuto al di fuori di questa nicchia, è da intendersi un riflesso positivo e ironico dell’amore per il genere, che accompagna dall’inizio alla fine la visione del film: Meglio Nate che Niente è un musical sui musical senza remore e fedele a se stesso.

La parabola aspirazionale di Meglio Nate che Niente

La pellicola di Federle pur facendo sfoggio di una cospicua componente citazionista non si rivolge esclusivamente alla nicchia dei cosiddetti theater kid, ma può essere apprezzata da una platea più ampia, grazie al messaggio aspirazionale e di scoperta interiore. Volendo andare a destrutturare l'ossatura di questo lungometraggio, potremmo spogliarlo della veste teatrale e ambientarlo in un qualsiasi altro contesto. Quest'operazione non cambierebbe il messaggio di fondo di Meglio Nate che Niente.

Il film non fa altro che elaborare il tema delle storie di formazione: un ragazzo non si sente compreso dalla sua famiglia e i suoi pari, ma grazie a un viaggio riuscirà a conoscere meglio sé stesso.Nel portare sullo schermo questa vicenda si assiste a una storia permeata da un'atmosfera leggera, ma mai stupido o pedante e, seppur mai in maniera troppo esplicita, che riesce ad affrontare tematiche lgbtq+.

Non si tratta di queerbaiting (la pratica di alludere all’orientamento di un personaggio senza però darne effettivamente seguito), ma piuttosto di un timido approccio verso la consapevolezza di sé, con Nate che pur non essendo pronto ad “uscire dall’armadio” capisce che in questo non ci sia nulla di sbagliato. In questo senso il messaggio aspirazionale del film non vuole essere esclusivamente il classico “segui i tuoi sogni e prima o poi questi si avvereranno”, quanto invece quello di incoraggiare le persone ad abbracciare con orgoglio ogni aspetto della propria personalità.

Per concludere

Meglio Nate che Niente è una visione leggera e consigliata a tutti coloro che sono alla ricerca di un film in grado di scaldare il cuore con il suo messaggio positivo, supportato da un cast di attori giovani e spigliati. Rueby Wood, al suo esordio cinematografico, riesce a dare vita a quel concentrato di manierismi eccentrici che è Nate (particolarmente divertente il monologo durante il secondo provino). Il resto del cast, Aria Brooks, Joshua Bassett e Lisa Kudrow, vanno a completare il quadro dando vita rispettivamente a Libby, una ragazzina estremamente determinata e consapevole, Antony, un fratello maggiore non sempre comprensivo, e Heidi, una figura di riferimento per Nate.

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