Mighty Morphin Power Rangers/Teenage Mutant Turtles, recensione: un crossover spettacolare

Mighty Morphin Power Rangers/Teenage Mutant Turtles, direttamente dagli anni '90 un crossovere ad alto tasso di adrenalina

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a cura di Manuel Enrico

L’incontro del secolo. Più di una volta questa perentoria dichiarazione ha accolto i lettori all’interno di storie a fumetti in cui eroi incredibilmente diversi condividevano avventure fuori dagli schemi, capaci tanto di entusiasmare i fan, realizzando sogni inconfessabili, quanto di incappare in sonori scivoloni (e se pensate al famigerato Amalgam, avete fatto centro). I crossover sono uno degli esperimenti narrativi più avvincenti e al contempo rischiosi, figli della necessità di ricondurre figure spesso profondamente differenti, per concept e ambientazione, all’interno di una storia che ne preservi lo spirito autentico adattandolo a un nuovo contesto. E più sono famosi e amati i personaggi coinvolti, maggiore è la curiosità con cui gli appassionati con cui si avvicinano, lo stesso spirito con cui ci siamo avvicinati a uno dei più recenti crossover: Mighty Morphin Power Rangers/Teenage Mutant Ninja Turtles.

Difficile immaginare un incontro più emozionante, specialmente se siete cresciuti negli anni ’90. Pur essendo nate a metà anni ’84 nel mondo dei comics, le Tartarughe Ninja hanno goduto di una fama incredibile grazie a una serie animata divenuta cult e al loro arrivo sul grande schermo nel 1990. Una presenza nell’’immaginario collettivo che ha portato le quattro acrobatiche tartarughe a essere protagoniste di grandi incontri, che le hanno viste affiancare Usagi Yojimbo e persino Batman. Il funambolico quartetto ha una storia non indifferente di crossover, una varietà che ora si arricchisce anche di un’avventura condivisa con i Power Rangers. Ma non una formazione qualsiasi, bensì quella originaria della celebre serie televisiva anni ’90, la capostipite del mito dei Power Rangers.

Mighty Morphin Power Rangers/Teenage Mutant Turtles, ritorno agli anni '90

A ben vedere, Teenage Mutant Ninja Turtles e Mighty Morphin Powers Rangers sembrano muoversi su due piani narrativi estremamente differenti. Che si tratti dei comics o delle serie animate e dei film, Michelangelo, Donatello, Raffaello e Leonardo hanno una forte connotazione urbana, vissuta tramite un attento dualismo tra la loro vita reclusa nelle fogne newyorkesi e la lotta al Clan del Piede che li porta a diventare parte integrante della narrativa urbana della Grande Mela. Il dinamico quartetto ha una caratterizzazione ben precisa, che unisce ironia e dinamismo.

Una connotazione diversa rispetto alla primissima formazione di Mighty Morphin Power Rangers, che eredi della tradizione tokusatsu presentano degli adolescenti che intrecciano le loro vite da teen agers con la lotta a mostri alieni. Mosse coreografate fortemente ispirate all’immaginario visivo della serialità tokusatsu nipponica, tutine aderenti colorate e armi fantasiose erano gli ingredienti di una serie divenuta un cult negli anni ’90. Come intuibile, decisamente lontana dalle atmosfere tipiche delle avventure metropolitane delle Tartarughe Ninja, ma i ragazzi di Angel Cove riuscirono a imporsi come beniamini di una generazione, dando vita a un franchise che ancora oggi non manca di mostrare i muscoli.

Come intuibile, trovare una sintesi narrativa tra questi due contesti narrativi non era semplice, soprattutto considerando che sono attualmente in corso serie a fumetti che creano una continuity di cui dover conto. Soprattutto, operazioni come queste nascono come esperimenti magnetici per appassionati dei personaggi che potrebbero anche esser affezionati ad altri declinazioni degli eroi, e quindi digiuni dell’evolversi delle loro avventure in altri media. Motivo per cui, Ryan Parrott, sceneggiatore della serie regolare dei Mighty Morphin Power Rangers, decide di imbastire la storia seguendo un plot narrativamente privo di originalità, ma funzionale alla creazione di un’avventura stand alone capace di accogliere nel suo dinamismo diverse tipologie di lettore, dall’aficionados ai comics di Power Rangers e Ninja Turtles al neofita.

Il Green Ranger, Tommy Oliver, è sparito misteriosamente da Angel Cove, senza dare preavviso ai suoi compagni. Nello stesso momento, a New York le Tartarughe Ninja si ritrovano a combattere contro un Clan del Piede guidato da un nuovo combattente che sembra essere un temibile avversario per gli allievi del maestro Splinter. Uno scontro destinato a prendere una piega inattesa quando i Power Rangers entrano in scena affiancando inizialmente l’amico Tommy, scoprendo dopo una funambolica scazzottata con Michelangelo, Raffaello, Leonardo e Donatello che il loro amico sembra essersi schierato con l’acerrimo nemico dei ninja newyorkesi, Shredder.

Da questo apparentemente voltafaccia di Tommy prende il via una storia adrenalinica e dal ritmo frenetico che porta le due squadre, apparentemente diverse tra loro, a stringere un legame che, si spera, possa venire rinsaldato in futuro. Parrott si affida a un concept abbastanza classico, partendo dall’immancabile scontro figlio di un equivoco, ottimo per creare sia punti di contatto che rivalità, per sviluppare una storia in cui si assiste a una accorta caratterizzazione dei personaggi, in cui lo spirito autentico dei diversi eroi viene preservato e utilizzato con attenzione per creare una convincente sintesi tra le due squadre.

Giocando sui tratti tipici di Power Ranger e Tartarughe Ninja, Mighty Morphin Power Rangers/Teenage Mutant Ninja Turtles non manca di mettere in mostra tutte le peculiarità di questi due supergruppi, con una certa, immancabile predominanza dell’elemento scenografico degli eroi di Angel Cove, complice la maggior familiarità dell’autore con i Power Rangers. Il risultato è una miscela esplosiva di battute e combattimenti, in cui ogni lottatore ha modo di mostrare la propria perizia e la propria personalità, con un colpo di scena finale che, per quanto prevedibile, è comunque una vera chicca. Parrott è un ottimo interprete narrativo di queste due formazioni, non solo per come premia l’intimità dei diversi personaggi creando di legami credibili tra le diverse personalità, ma anche per come gestisce con accortezza i grandi villain, ossia Shredder e Rita Repulsa, dando loro una personalità coerente con la loro tradizione e creando una dinamica relazionale impeccabile.

Una miscela esplosiva per un'avventura adrenalinica

Pur apprezzando il tenore narrativo imbastito da Parrott, è innegabile che Mighty Morphin Power Rangers/Teenage Mutant Ninja Turtles sia una lettura coinvolgente grazie alla magnetica interpretazione visiva del nostro Simone di Meo. Dopo essersi dimostrato un raffinato interprete sci-fi con Li Troviamo Solo Quando Sono Morti, di Meo stupisce per come riesce a creare un linguaggio visivo in cui le peculiarità dei diversi personaggi trovano una sintesi perfetta, che premia sia la frenesia delle tartarughe che le pose pià plastiche tipiche dei Power Rangers. L’utilizzo di una gabbia che vive di una propria dinamicità diventa nelle mani di di Meo uno strumento perfetto per costruire un racconto visivo mai statico, in cui si passa da ritagli che si soffermano sugli sguardi dei protagonisti a vignette più generose in cui raccogliere le tipiche movenze di questi beniamini del grande pubblico. Non va trascurato che per quanto facilmente identificabili tramite la colorazione specifica e le armi di preferenza, le Tartarughe sono sostanzialmente un unico personaggio dal punto di vista grafico, il che rende complesso per un disegnatore interpretarli in modo specifico.

Di Meo, seppure aiutato dalla convincente caratterizzazione verbale dei personaggi, non manca di identificare una specifica comunicazione corporea delle diverse tartarughe che le rende immediatamente riconoscibili, che si tratti delle espressioni comiche di Raf o del mondo in cui Donatello tende a piegare la testa in certe situazioni. Tratti che possono sembrare banali all’interno di una produzione a fumetti, in cui entrano in gioco diversi livelli narrativi, ma che sono invece segnale della cura maniacale con cui di Meo si è approcciato al suo compito.  Il tutto impreziosito dalla colorazione Walter Baiamonte, che, con il supporto di Igor Monti, impreziosisce Mighty Morphin Power Rangers/Teenage Mutant Ninja Turtles con una personalità definita che non si limita a preservare l’identità cromatica dei personaggi, ma che rende pieno merito anche al contesto urbano di una New York protagonista silenziosa ma sempre presente.

Mighty Morphin Power Rangers/Teenage Mutant Ninja  Turtles viene presentato da Edizioni BD in un volume brossurato che raccoglie i cinque capitoli di questo crossover, pubblicato nel 2019 da Boom! Studios per il mercato americano. Un’edizione pratica, che si arricchisce non solo della tradizionale cover gallery ma anche di una minuta ma ugualmente apprezzabile character gallery, in cui sono presentati gli studi preparatori dei disegnatori.

Per sua natura, Mighty Morphin Power Rangers/Teenage Mutant Ninja Turtles è un fumetto dinamico e animato non solo da un’ironia mai scontata e sempre fedele al canone narrativo dei personaggi, ma anche da un atto di sincero affetto da parte degli autori per i protagonisti. Un sentimento che li ha spinti a realizzare un’avventura che accoglie gli appassionati dei due franchise, scevra di necessari rimandi ad alte storie per essere goduta al meglio, ma divenendo al contrario un ottimo primo passo all’interno della vita crossmediale di questi due supergruppi.