Y: L'ultimo Uomo, recensione dei primi due volumi del fumetto

Scopriamo assieme il graphic novel Y: the last man creato da Vaughan e Guerra, che ha ispirato una serie televisiva ora in streaming su Disney Plus.

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a cura di Francesca Borrello

Di Y: the last man, la nuova serie televisiva in streaming su Disney Plus, ve ne avevamo parlato il mese scorso, dopo aver visto in anteprima i primi tre episodi. Avendo avuto anche l’occasione di intervistare alcuni dei protagonisti di questo show (qui trovate l’articolo), abbiamo deciso di dare uno sguardo più approfondito ai primi due volumi della raccolta di Panini Comics che racchiudono i primi dieci capitoli della saga che ha riscosso un grande successo agli inizi degli anni 2000.

Scritta da Brian K. Vaughan e disegnata da Pia Guerra, Y: L'ultimo Uomo è stata accolta favorevolmente dal pubblico, tanto da guadagnarsi tra i suoi fan anche i membri del cast dell’adattamento sul piccolo schermo. Non solo: oltre ad essere amata dai lettori, è riuscita anche a vincere alcuni premi tra cui il Miglior Serie degli Eisner Award, che si possono equiparare agli Academy Awards dell’ambiente dell’editoria.

Il graphic novel si presenta come un'opera completa, in grado di appassionare e di far riflettere i lettori allo stesso tempo. La narrazione di Brian K. Vaughan riesce a trasportare e a smuovere critiche verso la nostra società senza però risultare pesante, mentre i disegni di Pia Guerra risultano adatti alla trama conferendogli ancora più potenza e significato, nonostante alcuni passaggi del graphic novel siano più lenti rispetto al ritmo generale di Y: L'ultimo Uomo. Ma andiamo a vedere nello specifico i primi due volumi della raccolta edita da Panini Comics, per la collana DC Black Label.

Y: the last man - Senza uomini

Il primo volume della raccolta comprende i primi cinque capitoli e ci immerge direttamente nel filone narrativo, lanciandoci brutalmente nel mondo distopico creato da Vaughan e Guerra. Se da una parte la prima pagina ci mette di fronte alla situazione disperata di una madre che chiede aiuto per salvare i suoi bambini, dall’altra ci investe con il cinismo e la rassegnazione che ci seguiranno nelle successive tavole, mettendoli nei panni di una poliziotta che pronuncia una frase che non lascia vie di scampo: “Tutti gli uomini sono morti”.

E’ grazie alla sapiente tecnica narrativa di Brian K. Vaughan che però veniamo riportati indietro nel tempo ed introdotti così formalmente ai vari protagonisti e alle situazioni che stanno affrontando. Catapultati da una parte all’altra del globo in poco meno di trenta minuti, abbiamo così un veloce sguardo superficiale di presentazione, ma che getta delle buone basi per la trama principale, nonostante molte cose vengano lasciate in sospeso.

Questo primo volume vuole quasi essere uno sguardo profondo sulla disperazione che affligge il mondo dopo questa misteriosa pandemia che pare aver colpito solo gli esseri viventi di sesso maschile presenti sulla Terra. E se le donne si dividono tra chi vorrebbe far tornare la normalità di prima e delle estremiste che vogliono debellare totalmente quest’idea, Yorik sembra non riuscire a prendere sul serio la propria fondamentale missione di trovare una genetista e capire come mai è l’unico uomo ad essere sopravvissuto.

Y: L'Ultimo Uomo - Cicli

I capitoli raccolti nel secondo volume della raccolta, sono quelli che vanno dal numero 6 fino al numero 10, pubblicati nel 2003. La storia riprede il viaggio di Yorik e 355 uniti alla dottoressa Mann, la genetista, il cui laboratorio è stato dato alle fiamme per fermare i suoi studi. I tre devono quindi partire alla volta del secondo laboratorio della dottoressa situato in California per essere in grado di eseguire degli esami su Yorik e Ampersand, la sua fidata scimmietta, l’unico altro essere maschile ancora vivo.

In questi capitoli, veniamo introdotti in un modo più profondo nella vita del protagonista, iniziando ad esplorare i suoi pensieri, le sue paure e scalfendo la superficie da eterno ragazzino che lo caratterizza. Ma un punto di focus viene dato specialmente alla cittadina di Marrisville: questo piccolo paesino sorge vicino ad un ex carcere femminile, che una volta che la pandemia ha investito la terra, ha visto le proprie celle aprirsi liberando tutte le detenute.

Nonostante vengano lanciate diverse critiche alla controparte maschile, questo capitolo è quasi più un elogio al gentil sesso. Tra queste pagine possiamo notare come la durezza del primo volume abbia lasciato spazio alla dolcezza e alla gentilezza di cui le donne sono capaci. Pietà, perdono, amore, questi gli argomenti trattati nella raccolta Y: the last man - Cicli, e anche se ad un occhio superficiale potrebbero sembrare degli stereotipi, queste caratteristiche vengono elevate ed esaltate, indicandole come via per vivere la propria vita.

Yorik stesso ne viene coinvolto e uno dei passaggi fondamentali in questi capitoli è proprio quando ex detenute vanno contro i suoi principi e convinzioni, decidendo così di dare alle amazzoni rimaste l’aiuto che loro non hanno mai ricevuto quando erano in carcere. Questo volume è quasi un invito a smantellare quegli ideali di punizione come risoluzione, preferendo una via di comprensione e sostegno, oltre che di insegnamento.

Y: L'ultimo Uomo - l’analisi narrativa

Le prime due raccolte ci offrono quindi diversi scenari possibili e papabili, ma senza trascurare molte delle critiche che la nostra società si vede fare ancora oggi. Abbiamo quindi un’analisi ad un sistema che è ancora prevalentemente maschile, in cui le donne non sono contemplate o (nel migliore dei casi) messe in carica per mascherarsi con una parità inconsistente.

Tuttavia, non è solo il patriarcato ad essere preso di mira: viene posto un occhio severo anche su tutte le estremizzazioni di genere che vengono fatte in questa società distopica, condannandole aspramente, come nel caso delle amazzoni. Y: L'ultimo Uomo è quindi un graphic novel che funge più da monito a preservare la coesistenza di ogni razza e genere che esista perché è ciò che il mondo ha sempre fatto, adattandosi ad ogni era passata.

Insomma, non si può sopravvivere senza gli altri e il viaggio di ogni personaggio ne è la prova. Yorik stesso è forse quello che più rappresenta quest’idea, oltre che quella di crescita personale: senza 355 è molto probabile che non avrebbe mai compiuto il viaggio più importante della sua vita per salvare sé stesso e il mondo intero, ma sarebbe rimasto nella sua bolla un po’ infantile rincorrendo un sogno che non era più possibile.

Y: L'ultimo Uomo, tra graphic novel e serie tv

E’ grazie a queste tematiche profonde narrate da Brian K. Vaughan e disegnate da Pia Guerra che il titolo è riuscito a riscuotere un notevole successo sin dalla sua prima pubblicazione. Nonostante ciò, per la serie televisiva non è stato affatto semplice venire alla luce: sin dal 2007 la New Line Cinema aveva annunciato di avere nei progetti un film basato su questo graphic novel. Tuttavia, ci furono diverse problematiche con quello che avrebbe dovuto essere il registra di allora (D. J. Caruso) che fecero sfumare la sua realizzazione e dando così inizio ad un travagliato percorso.

Ci vollero ben dodici anni di tira e molla tra diversi produttori, attori e case di produzione, prima di riuscire effettivamente ad avere una crew completa ed efficace per la creazione della serie. E nonostante una pandemia di mezzo, Y: L'ultimo Uomo vide finalmente la luce, approdando sulla piattaforma di streaming di casa Disney quest’anno.

Però, per quanto tutto lo staff dello show e la stessa producer Eliza Clark siano fan sfegatati del graphic novel, i due prodotti presentano delle notevoli differenze, nonostante la linea generale e l’atmosfera del fumetto siano largamente mantenute. È indubbio che alcune scelte siano state dettate da una necessità del mezzo narrativo: dopotutto una stagione di una serie ha uno spazio ben minore rispetto al cartaceo che può magari esplorare alcuni lati nei dettagli.

Se quindi alcune scelte sono più sottili e riescono a passare inosservate mantenendo una linea narrativa in gran parte simile, altre invece risultano ben più visibili e potrebbero far discutere. Ne è un esempio Hero, la sorella del protagonista Yorik Brown: nel fumetto è inizialmente descritta quasi come una mangiauomini, sicura di sé, il cui mondo e le cui convinzioni vengono totalmente stravolti fino all’estremismo a causa della pandemia che colpisce tutti gli esseri di sesso maschile.

Forse proprio a causa di queste scelte televisive, il graphico novel Y: L'ultimo Uomo risulta più completo e dettagliato rispetto alla sua controparte del piccolo schermo, fornendo quindi maggiori dettagli sulla trama e sui personaggi. Nonostante alcuni momenti durante la trama possano sembrare lenti o addirittura quasi futili, la storia non ne viene influenzata e il lettore riesce a immmergersi nella vita di Yorik e delle donne che lo circondano in modo profondo.

In conclusione

La raccolta del graphic novel Y: L'ultimo Uomo ha dunque un approccio alla trama diverso rispetto alla serie televisiva, con una caratterizzazione dei personaggi ed un'esplorazione del proprio io più viscerali. Se quindi lo show su Disney Plus vi sta piacendo, vi consigliamo vivamente di recuperare i capitoli del graphic novel, per poter leggere tutti quei particolari e quelle sfumature che una rappresentazione sul piccolo schermo non poteva dare ad un’opera come quella di Brian K. Vaughan e Pia Guerra.