Yoshitaka Amano: intervista al maestro

Il Lucca Comics and Games 2022 ospita il maestro Yoshitaka Amano. Ecco cosa ci ha raccontato durante il Press Cafè del 30 ottobre.

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a cura di Livia Soreca

Il Lucca Comics and Games 2022 non smette di stupire con i suoi ospiti d'eccezione. Il 30 ottobre avviene l'incredibile incontro con il maestro Yoshitaka Amano. L'artista giapponese, di fama internazionale, racconta quelli che sono i punti salienti della propria carriera, dall'arte figurativa al mondo videoludico e a quello dell'animazione.

Gli esordi di Yoshitaka Amano

La carriera del maestro Amano comincia con la Tatsunoko Production. Egli crea i primi progetti per personaggi di noti anime, da Gatchaman (1972) a Cashaan: Robot Hunter (1993). Questi sono di chiara ispirazione occidentale, legata al filone dei supereroi. L'artista ci racconta così le sue prime esperienze ed influenze.

Ho iniziato come character designer nel settore dell'animazione. Mi sono ispirato molto a Superman e Batman, personaggi immaginari, ma legati al mondo reale. Quando ero un ragazzino era molto difficile reperire i fumetti americani. Andavo in una piccola zona di Tokyo per riuscire a trovarli, ed erano soprattutto i fumetti di Neal Adams.

Le prime opere nel settore d'animazione sono molto diverse dallo stile che conosciamo noi oggi. Quand'è, dunque, che Yoshitaka Amano comincia a dar vita a quelle immagini uniche ed inconfondibili, quasi oniriche ed eteree?

Volevo iniziare a costruire un mio stile. Quando una persona inizia a fare questo lavoro, non può guardare solo a sé stesso. È chiaro che io abbia cominciato a guardare gli altri per cercare di capire come lavorassero, perché ero all'inizio. Non è stato solo un processo creativo interno ma ho cominciato a guardarmi intorno. Più avanti, la cosa importante per un creativo era iniziare ad affrontare sfide e sperimentare, è questo ciò che ti fa crescere. Questo mi ha formato.

La nascita di Final Fantasy

Dopo la sua esperienza alla Tatsunoko, egli comincia un percorso senza precedenti all'interno del panorama videoludico. Il videogioco abbraccia l'arte di Yoshitaka Amano in un progetto della Square destinato a divenire una delle saghe più amate dal pubblico. È il 1987 e nasce il primo capitolo di Final Fantasy, ma il lavoro del maestro, in realtà, inizia tempo prima.

Ero appena uscito dal mondo dell'animazione e avevo cominciato il mio lavoro come illustratore. Da molto prima mi avevano chiesto di creare qualcosa per un gioco in uscita. Volevano un personaggio principale che non fosse il classico combattente muscoloso. Volevano fosse pensieroso, dubbioso, per un gioco ambientato in un mondo fantasy. Quasi nessun aveva quell'ambientazione, dopo è diventata una cosa più diffusa in Giappone.

La semplice pixel art diventa un mondo fantastico, sensazionale. I personaggi, con abiti particolari e spesso esotici, diventano pian piano quelle affascinanti creature di Amano, dal gusto estremamente raffinato. Siamo di fronte ad un fantasy unico nel suo genere, con atmosfere sognanti e figure che non sembrano più meri esseri umani.

A tal proposito, sarebbe interessante capire cosa spinga Amano, già nei suoi primi lavori, a creare un nuovo tipo di immaginario fantastico. Ciò che il maestro racconta ci permette di guardare Final Fantasy sotto una prospettiva tutta nuova.

Le storie della tradizione giapponese, come quella sei Samurai, non sono mitologia. È un passato reale. Nel mondo la storia giapponese è forse vista in maniera antologica, ma per una persona del Giappone è semplicemente parte della propria storia. Allora mi sono chiesto, cosa potrebbe essere fantasy? Le mitologie occidentali, quella greca ed egizia, presi delle città antiche come idee di partenza per creare i miei mondi.

Yoshitaka Amano illustra il suo processo creativo

Quando il maestro Amano affronta una commissione, egli ha un compito essenziale: dare la prima forma ai personaggi, per poi presentare le proprie illustrazioni ai chatacter designer, che sia di un anime o di un videogioco. Il processo creativo del maestro, dunque, si pone alla base di quello che diviene, poi, il prodotto finale. L'artista ci spiega meglio questo procedimento, non del tutto scontato.

Mi è sempre piaciuto molto creare nuovi personaggi. Il mio lavoro è sempre stato disegnarli su carta. Tra i vari settori, le mie illustrazioni le passo a coloro che poi realizzano il prodotto finale. So che ci sono stati molti cambiamenti nelle nuove tecnologie, ma non mi riguarda in prima persona. Il mio lavoro è creare illustrazioni su carta. Ciò che viene dopo non fa parte del mio ruolo. Nei limiti del possibile, mi auguro sempre che il proprio lavoro venga realizzato nel miglior modo possibile.

Altri lavori di Yoshitaka Amano

Nella sua lunga carriera, Amano si affaccia spesso al mondo occidentale. The Sandman è il fumetto di Neil Gaiman, ormai sulla bocca di tutti da quando l'omonima serie TV è approdata su Netflix. Nel 1999, il maestro collabora con l'autore e fumettista britannico alla nascita di The Sandman: The Dream Hunters. Amano racconta il loro primo incontro e la nascita di una collaborazione epica.

Avevo una mostra personale a New York. La DC mi chiese una collaborazione, e all'inizio realizzai delle illustrazioni di The Sandman. Dopo il poster, Gaiman lo vide e gli piacque. Così mi chiese di lavorare insieme a lui per una storia di The Sandman. Mi sottoponeva i testi e io realizzavo le illustrazioni.

A proposito di Netflix, la firma di Amano ritorna in una delle ultime novità della piattaforma: Exception, anime 3D che vede un forte connubio di arte e musica, quella del compositore Ryuichi Sakamoto. Durante la sua carriera, egli realizza molti celebri poster di opere musicali, tra cui il Don Giovanni di Mozart.

L'Opera non è molto diffusa in Giappone, però a me piace. Ho realizzato molti poster per alcune opere, come il Don Giovanni. Per me anche la musica è arte pura, per questo la ascolto.

L'interessante conferenza al Lucca Comics and Games 2022 si chiude con la promessa di Yoshitaka Amano di nuovi progetti tutti da scoprire.