Zero Days, il documentario sulla guerra informatica

La vicenda di Stuxnet ha svelato al mondo l'entità della guerra informatica, la potenza degli strumenti che alcuni stati usano per colpirsi a vicenda senza esplosivi né proiettili. Una realtà ancora misteriosa per molti, che Gibney prova a raccontare nel suo nuovo documentario.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Ieri è stato diffuso il primo trailer di Zero Days, atteso documentario del registra premio Oscar Alex Gibney, dedicato alle armi informatiche e in particolare alla storia di Stuxnet. Un lungometraggio che include interviste e racconti, usati come pennellate per dipingere il panorama della cyberwar che si svolge ogni giorno, ignorata dalla maggior parte di noi.

 

Il trailer è montato come un mosaico e mostra frammenti brevissimi del documentario completo. Ciò non di meno ci dà l'idea del prodotto completo: Zero Days cerca di spiegare allo spettatore che cosa è stato Stuxnet – il termine virus probabilmente non rende l'idea – e quanto siano grandi i rischi delle armi informatiche.

alex gibney

Lo spettatore di Zero Days scopre così anche gli stati sovrani producono virus informatici, che hanno veri e propri eserciti di programmatori, che le armi informatiche possono sfuggire al controllo e colpire anche bersagli diversi da quelli previsti – in questo senso non sono molto diverse dalle armi biologiche.

Zero Days è in altre parole "uno sguardo terrificante alla ciberguerra e la minaccia degli hacker al soldo degli stati", come lo ha definito Scott Roxborough su The Hollywood Reporter. Sì perché questo documentario non si ferma alla storia di Stuxnet, ma mette lo spettatore di fronte a rischi concreti, a ciò che potrebbe accadere dopo un attacco alla rete elettrica, al sistema dei trasporti, a quello bancario e così via.

Il film di Gibney è in concorso alla Berlinale, ed è già tra i documentari più importanti del 2016 – se non altro perché il regista si è già distinto in passato con Taxi to the Dark Side, che ha vinto un Oscar. A proposito di questo premio, vale la pena ricordare che l'anno scorso a vincerlo fu Citizenfour di Laura Poitras, dedicato alla storia di Edward Snowden e ai giornalisti che hanno collaborato con lui. 

Al momento non ci sono informazioni riguardo alla distribuzione italiana. 

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