Addio Project Starline: Google Beam gestirà le videocall in 3D

Project Starline, la visione presentata nel 2021 come una "finestra magica" capace di trasformare le videoconferenze si trasforma in Google Beam.

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a cura di Andrea Maiellano

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Il colosso di Mountain View ha recentemente annunciato che Project Starline, la sua ambiziosa visione presentata nel 2021 come una "finestra magica" capace di trasformare le videoconferenze in esperienze quasi olografiche, si sta evolvendo in una piattaforma chiamata Beam. L'annuncio, avvenuto durante l'evento I/O 2025, segna un passo significativo verso la commercializzazione di questa tecnologia che promette di reinventare il modo in cui interagiamo digitalmente, superando le limitazioni delle tradizionali videochiamate bidimensionali con un'esperienza tridimensionale sorprendentemente realistica.

Durante la presentazione, il CEO Sundar Pichai ha rivelato che i primi dispositivi Beam saranno disponibili entro la fine dell'anno per "clienti selezionati", sebbene non siano stati ancora comunicati dettagli sui prezzi. Questa tecnologia rappresenta l'evoluzione naturale di Project Starline, arricchita ora da componenti di intelligenza artificiale che ne potenziano le capacità e ne migliorano l'esperienza d'uso, trasformandola in quella che Google definisce una "piattaforma di comunicazione video 3D basata principalmente sull'AI".

Il cuore della tecnologia Beam è rappresentato da un sistema avanzato di AI volumetrica che, combinato con la potenza di elaborazione di Google Cloud e i display a campo luminoso, permette di riprodurre le persone in chiamata come se fossero fisicamente presenti nella stanza. L'hardware incorpora sei telecamere strategicamente posizionate per catturare l'utente da diverse angolazioni, mentre l'intelligenza artificiale fonde questi flussi video per creare una rappresentazione tridimensionale completa.

Il risultato è un'esperienza che appare completamente tridimensionale da qualsiasi prospettiva, con il sistema che traccia i movimenti della testa dell'utente per garantire che i dati vengano consegnati agli occhi con gli angoli corretti, il tutto a 60 fotogrammi al secondo. Questa combinazione di hardware specializzato e algoritmi avanzati crea un'illusione di presenza che va ben oltre le tradizionali videochiamate, facendo apparire l'interlocutore come se fosse effettivamente seduto dall'altra parte dello schermo.

La tecnologia non è solo una questione di prestazioni, ma di connessioni umane significative.

Sebbene Google non abbia ancora rivelato il prezzo di un'unità Beam, è interessante notare che esperienze simili nel settore hanno costi considerevoli. Logitech, ad esempio, ha sviluppato un sistema chiamato Project Ghost, con un prezzo stimato tra i 15.000 e i 20.000 dollari per cabina, a seconda della configurazione. Va precisato, tuttavia, che Project Ghost offre un'esperienza qualitativamente diversa, limitandosi a trasmettere video 2D su schermi di grandi dimensioni che rendono i partecipanti alle chiamate a grandezza naturale, senza le capacità olografiche o di rendering 3D di Beam.

La strada verso la commercializzazione di Beam è stata lunga. Google aveva inizialmente presentato Project Starline nel 2021, permettendo successivamente ad alcuni giornalisti di testare una versione preliminare della tecnologia. Lo scorso anno, l'azienda aveva annunciato una partnership con HP per portare una versione ridimensionata del prodotto ai clienti aziendali, dimostrando l'intento di rendere questa tecnologia accessibile a un pubblico professionale più ampio.

L'annuncio di Beam si inserisce in un contesto più ampio di innovazioni presentate da Google durante la conferenza I/O 2025, che rappresenta tradizionalmente il palcoscenico per le principali novità dell'azienda. Parallelamente, Google ha anticipato alcune funzionalità chiave di Android 16 durante uno streaming video dedicato la settimana precedente, delineando una strategia integrata che abbraccia sia hardware innovativo che avanzamenti software.

Con Beam, Google sembra determinata a ridefinire il concetto stesso di comunicazione a distanza, sfruttando le potenzialità dell'intelligenza artificiale per creare connessioni digitali che si avvicinano sempre più all'esperienza di un'interazione faccia a faccia. Resta da vedere se questa tecnologia riuscirà a trovare un'adozione diffusa oltre i contesti aziendali di fascia alta, ma certamente rappresenta una visione ambiziosa del futuro della comunicazione digitale.

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