Il colosso dell'e-commerce e del cloud computing si prepara a entrare nel settore nucleare con un progetto ambizioso che potrebbe ridefinire il modo in cui le Big Tech alimentano le proprie infrastrutture digitali. Amazon ha annunciato la sua partecipazione alla costruzione del Cascade Advanced Energy Facility, un campus nucleare modulare che sorgerà nello stato di Washington e che rappresenta una scommessa da miliardi di dollari sulla tecnologia dei reattori modulari di piccola taglia, i cosiddetti SMR. L'iniziativa arriva in un momento in cui il consumo energetico dei data center sta raggiungendo livelli senza precedenti, spinto dall'esplosione dell'intelligenza artificiale generativa.
Il sito scelto per questa infrastruttura si trova a Richland, nelle vicinanze della Columbia Generating Station, una centrale nucleare già operativa. La partnership con Energy Northwest, l'azienda di servizi pubblici locale, prevede l'avvio dei lavori di costruzione entro la fine del decennio, con l'obiettivo di iniziare la produzione elettrica negli anni '30 del secolo. Naturalmente, tutto dipenderà dall'ottenimento delle necessarie approvazioni regolatorie e dai finanziamenti, due ostacoli che nel settore nucleare statunitense non sono mai scontati.
A differenza delle tradizionali centrali nucleari, il progetto si basa sulla tecnologia Xe-100, un reattore modulare attualmente in fase di valutazione preliminare presso la Nuclear Regulatory Commission americana. La promessa di questi sistemi è quella di poter essere costruiti più rapidamente rispetto agli impianti convenzionali, grazie a un design standardizzato che consente una produzione quasi seriale dei componenti. Energy Northwest e X-energy guideranno il processo di licenza e ingegnerizzazione, esplorando anche le possibilità di sostegno federale attraverso i programmi di prestito del Dipartimento dell'Energia.
L'investimento di Amazon in X-energy risale allo scorso anno, quando il gigante tecnologico aveva utilizzato il suo Climate Pledge Fund per sostenere l'azienda produttrice dei reattori. Contemporaneamente, aveva acquisito un campus di data center in Pennsylvania adiacente a un impianto nucleare esistente. Tuttavia, Cascade rappresenta un salto qualitativo: per la prima volta Amazon si impegna pubblicamente a contribuire alla realizzazione di nuova capacità di generazione nucleare, un traguardo che nessuno dei grandi operatori cloud ha ancora raggiunto.
Le previsioni sul fabbisogno energetico del settore sono allarmanti. Secondo le stime, il consumo elettrico dei data center statunitensi potrebbe triplicare entro il 2030, arrivando a rappresentare il 9% della domanda nazionale di elettricità entro il 2035. La responsabilità principale di questa impennata ricade sull'intelligenza artificiale generativa e sui calcoli accelerati, che richiedono capacità computazionali enormemente superiori rispetto alle applicazioni tradizionali. Amazon sembra aver concluso che, se vuole garantirsi una fornitura affidabile e a zero emissioni di carbonio, dovrà contribuire direttamente alla costruzione della rete elettrica del futuro.
Il progetto si configura come un test cruciale per l'intera industria degli SMR. I sostenitori di questa tecnologia sottolineano i vantaggi in termini di tempi di realizzazione e adattabilità alle esigenze della rete elettrica moderna, distribuita e flessibile. Tuttavia, il settore porta ancora le cicatrici del fallimento del 2023: il progetto SMR di NuScale in Idaho fu cancellato dopo che i costi erano lievitati e diversi sottoscrittori si erano ritirati. Quel precedente ricorda come, nonostante l'entusiasmo tecnologico, i rischi economici e realizzativi restino considerevoli.
Amazon non ha ancora reso noto quale porzione della produzione elettrica di Cascade intende utilizzare per le proprie operazioni. La strategia complessiva dell'azienda sembra comunque chiara: diversificare le fonti di approvvigionamento energetico e assicurarsi forniture carbon-free a lungo termine, anche a costo di entrare in un settore complesso e fortemente regolamentato come quello nucleare. Se il progetto dovesse avere successo, potrebbe aprire la strada a iniziative simili da parte di altri colossi tecnologici, ridisegnando il panorama energetico americano.