Apple ribatte a Spotify: volete un trattamento di favore

Apple rigetta le accuse di Spotify e anzi punta il dito proprio contro quest'ultimo servizio, affermando che vogliono un trattamento di favore, una deroga dalle regole che loro applicano a tutti gli sviluppatori. Il dibattito si accende e sicuramente non finirà a breve.

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a cura di Alessandro Crea

Dopo solo tre giorni dalle accuse rivolte da Spotify ad Apple e alla sua politica, che prevede una compensazione sugli abbonamenti sottoscritti tramite iOS, puntuale arriva la risposta dell'azienda di Cupertino, che non solo rigetta tutte le accuse, ma ne muove di nuove proprio a Spotify, accusando il servizio di pretendere un trattamento di favore, diverso rispetto a quello che viene applicato a tutti gli altri sviluppatori.

Prima di procedere però facciamo un passo indietro. Nei giorni scorsi Spotify si era vista bocciare l'ultima versione della propria app perché non aderente alle linee guida Apple. Spotify infatti ha eliminato la possibilità di pagare il proprio abbonamento tramite iTunes.

Perché? Perché com'è noto Apple impone a tutti i servizi a pagamento sulla propria piattaforma, una compensazione, generalmente del 30%, a volte meno. Inoltre pretende che non si possa utilizzare l'app per pubblicizzare iniziative o sconti da pagare al di fuori del proprio circuito.  

apple music vs spotify

Questo significa che lo sviluppatore si trova dinanzi a due scelte: mantenere i costi di abbonamento compensado il costo aggiuntivo pur di restare sulla piattaforma Apple e avere visibilità, oppure scaricare in tutto o in parte i costi aggiuntivi sull'utente finale.

Così, nell'ultima versione della propria app, Spotify ha rimosso la pubblicità, ma anche la possibilità di iscriversi al servizio direttamente dalla piattaforma Apple. Sostanzialmente l'azienda di streaming musicale sostiene che Apple utilizzi questa tassazione come un'arma nei confronti degli sviluppatori e che la tassa stessa sia contraria alla libera competizione sul mercato, danneggiando quindi tutti i soggetti coinvolti. Per fare un esempio, Spotify sostiene che questa politica di Apple non sia cambiata neppure nel momento in cui è scesa in campo con Apple Music, diventando quindi un competitor diretto di Spotify, che però sarebbe penalizzato dai costi superiori dovuti alla tassazione.

ApplevsSpotify

Dal canto suo, proprio nelle scorse ore Apple ha risposto pubblicamente alle affermazioni fatte dal consigliere generale di Spotify, Horacio Gutierrez, attraverso una lettera inviata dal consigliere generale Apple Bruce Sewell.

L'azienda si dice dispiaciuta per l'atteggiamento tenuto dal servizio di streaming, che avrebbe ripetuto in pubblico "mezze verità e voci di corridoio sul nostro servizio" e che sostanzialmente la propria politica non viola alcuna legge dell'Antitrust ed è invece Spotify a pretendere un trattamento di favore, diverso da quello che l'azienda applica a tutti gli sviluppatori.

Le due aziende dunque sono rimaste sostanzialmente sulle proprie posizioni, rimbalzandosi responsabilità e accuse. Come si risolverà la situazione? Spotify tornerà sui propri passi adeguando la propria app alle linee guida di Apple o si sfocerà in una battaglia legale? In attesa dei futuri svilupi diteci la vostra su chi ha ragione.