BabelOn, il traduttore che parlerà con la nostra voce

BabelOn è una startup di San Francisco che sta lavorando a un traduttore il cui sintetizzatore vocale utilizzerà la nostra stessa voce per riformulare le frasi in un'altra lingua.

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a cura di Alessandro Crea

Di traduttori più o meno istantanei ce ne sono già diversi - i più famosi sono quelli di Google e Microsoft. Basati sull'utilizzo di reti neurali, consentono tramite un'app di effettuare una traduzione in tempo reale da una lingua all'altra. Purtroppo il limite principale è la voce. La sintesi vocale infatti è ancora impersonale e non aiuta molto un approccio empatico, ancora più importante quando si parla con qualcuno che non capiamo e non ci capisce. A San Francisco però c'è chi sta pensando di risolvere proprio questo problema. BabelOn è infatti il nome di una startup che sta guardando il problema da un'altra angolazione: tradurre la voce, anziché le parole.

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In pratica stanno sviluppando un dispositivo hardware/software in grado non solo di tradurre in tempo reale una frase, ma di farlo riproducendo la nostra voce anziché utilizzandone una sintetizzata. Il dispositivo infatti analizza la nostra voce, individuandone le componenti che la rendono unica e riconoscibile, per riprodurle poi durante la conversazione, in qualsiasi lingua di nostra scelta. L'analisi è assai complessa, perché non si tratta semplicemente di passare più o meno tempo leggendo dei testi con diversi stati d'animo. BabelOn infatti analizza diversi aspetti fisici: il modo in cui respiriamo, come emettiamo la voce utilizzando la gola e la cassa toracica, come muoviamo la bocca e diversi altri fattori chiave che rendono il nostro modo di parlare quello che è.

Per quanto riguarda la componente hardware, ‎è stata sviluppata in collaborazione con il Lawrence Livermore National Laboratory, un'istituzione federale focalizzata sullo sviluppo di soluzioni scientifiche e tecnologiche, ma la startup non ha voluto fornire molti dettagli sulla sua natura e sul suo funzionamento.

L'idea nasce da lontano, addirittura nel 2004, tuttavia la startup non ha ancora una soluzione pronta e non ha quindi ancora indicato alcuna precisa finestra temporale in cui essa sarà disponibile. Attualmente l'intero processo richiede alcune ore, ma secondo Daisy Hamilton, co-fondatrice di BabelOn, con l'ottimizzazione dei processi si potrà arrivare a una traduzione quasi istantanea. ‎Per il momento l'azienda si sta concentrando su inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, mandarino, giapponese e Hindi, con ulteriori lingue che saranno man mano aggiunte in una fase successiva, a seconda della domanda.

‎BabelOn dovrà però anche risolvere importanti problemi di sicurezza. È facile immaginare infatti che gli hacker possano essere molto interessati a entrare in possesso dei profili vocali, che potrebbero essere utilizzati in molti modi per scopi illegali. A tale proposito la Hamilton ha però già chiarito che l'azienda ha un comitato etico per scongiurare potenziali abusi, ma soprattutto custodirà i profili cifrati offline.

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BabelOn attualmente è in fase di finanziamento su IndieGoGo, dove ha già raccolto il 22% della cifra impostata come soglia, a un mese dalla fine della campagna. L'azienda però spera soprattutto di ottenere un primo contratto. Visto che la sua soluzione può essere impiegata in diversi ambiti, ad esempio nella localizzazione di film e videogiochi, attualmente c'è una trattativa con una software house per un titolo di prossima pubblicazione. Se dovesse andare in porto sarebbe un importante biglietto da visita per dimostrare le potenzialità della propria soluzione‎ e ottenere altre commesse. La speranza è di non fare la fine del famoso ungherese a Londra dei Monty Phyton.


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