Bitcoin usato per attività illegali, si corre ai ripari

Commercio di droghe, armi, pedopornografia, truffe finanziarie. Purtroppo la moneta digitale Bitcoin è usata, parecchio, anche per attività come queste. Un problema a cui diverse startup vogliono rispondere andando a intaccare l'anonimato degli utenti.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Bitcoin è usata per molte cose, comprese un buon numero di attività illegali. La startup londinese Elliptic spera però di arginare il fenomeno con strumenti che riducono l'anonimato di chi usa Bitcoin (BTC); se funziona dovrebbe aiutare a individuare chi commercia materiale pedopornografico. Negli Stati Uniti, intanto, Coinlab pensa di aver trovato un modo per ridurre l'anonimato di chi usa BTC.

Jemina Kelly su Reuters fa notare che Elliptic si è già dimostrata una realtà solida nel mondo BTC, e conta tra i propri clienti un buon numero dei più grandi exchange statunitensi ed europei. L'azienda è anche un consulente abituale delle forze dell'ordine, in quelle indagini che includono la moneta digitale. Un curriculum che, secondo i consulenti KPMG, mette Elliptic in un ruolo unico per questa particolare missione.

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Nel concreto, Elliptic terrà sotto controllo le transazioni sulla blockchain e vi assocerà i dati forniti dall'associazione Internet Watch Foundation. Se in un certo momento viene rilevata una congruenza, scatta l'allarme. "Negli ultimi anni abbiamo visto un aumentare nell'uso di Bitcoin per l'acquisto di materiali che mostrano abusi su minori", spiega Susie Hargreaves di IWC, "la nostra nuova partnership con Elliptic è imperativa per aiutarci ad affrontare il problema". I rappresentanti di Elliptic aggiungono poi che se è vero che l'uso di BTC per attività illegali sia in aumento, la sua incidenza sul totale delle transazioni è in calo.

L'operazione sarà comunque complicata perché la natura di Bitcoin aiuta i suoi utenti a restare del tutto anonimi. Gli scambi da una persona all'altra non prevedono l'uso di nome e cognome, ma solo quello di indirizzi univoci. Secondo la statunitense Coinlab però è possibile, almeno in alcuni casi, ridurre l'anonimato e identificare la persona che sta usando Bitcoin per scopi illeciti.

In particolare, Coinlab ha sviluppato il software Oden per monitorare la blockchain alla ricerca di trasferimenti sospetti - in questo caso ci si concentra su furti e frodi. Oden non fa altro che cercare indirizzi ripetuti, che alla lunga potrebbero creare uno schema e portare all'identità della persona. Non è scontato, ma si punta molto sul fatto che la gente è pigra e pochi cambiano spesso l'indirizzo, considerando sufficiente il livello di anonimato raggiunto.

In entrambi i casi, comunque, l'efficacia di questi progetti resta ancora tutta da valutare. È opportuno sottolineare che tutte e due la startup sperano di portare a casa un risultato sfruttando un errore umano, non superando la complessa matematica della blockchain.