La madre di tutte le demo

Usiamo il mouse da ormai 45 anni, ed è ormai radicato nella nostra cultura quotidiana. Eppure quando fece la sua comparsa rappresentò una rivoluzione profonda, che pochi seppero capire da subito. Ecco la storia dell'uomo che lo ha inventato.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

La madre di tutte le demo

L'attività dell'ARC viene fortemente influenzata da due avvenimenti che si materializzano nella prima metà degli anni '60. Nel 1962 Ivan Sutherland realizza, per la propria tesi in Computer Science presso il MIT, il programma Sketchpad, che tramite una penna ottica permette di disegnare su un calcolatore figure di fantasia, manipolarle e memorizzarle. Si tratta del primo prototipo concreto di sistema CAD e del primo embrione di GUI.

Tre anni dopo, durante la ventesima edizione della conferenza dell'ACM (Association for Computing Machinery), Theodor Nelson presenta il saggio "Complex information processing: a file structure for the complex, the changing and the indeterminate" nel quale, per la prima volta, vengono usati i termini Hypertext ed Hyperlink.

Ivan Sutherland e Theodor Nelson

Il Team di Engelbart decide di utilizzare entrambi i concetti per "assemblare" i risultati del proprio lavoro e presentare alla Fall Joint Computer Conference a San Francisco (9 dicembre del 1968)la "Madre di tutte le Demo" o più semplicemente la Demo '68. La demo, costata circa 15.000$, è basata sul sistema oN Line System (NLS) espressamente pensato per il lavoro cooperativo e la condivisione delle informazioni. Per 90minuti Engelbart rimane seduto davanti ad un piccolo monitor e opera su tre diversi tipi di input device: una tastiera standard, una tastiera denominata "chording keyboard" ed un piccolo oggetto rettangolare con tre pulsanti connesso al computer tramite un filo: è nato il mouse.

NLS, il primo Mouse e la chording keyboard

Il display dell'NLS è in grado di riprodurre grafica vettoriale, mentre il tutto è gestito tramite una rudimentale interfaccia grafica che risponde ai comandi impartiti dai vari dispositivi di input. L'ingegnere americano è in grado di modificare il testo sullo schermo, evidenziarlo, tagliarlo e reinserirlo in un'altra posizione, esattamente come oggi si fa con un comune word processor.

Inoltre, il movimento del piccolo "box con rotella", si traduce nel movimento sullo schermo di una sorta di puntatore per localizzare una specifica area, selezionare una parola e proiettarsi su una schermata diversa contenente informazioni ad essa correlata: un primitivo ma funzionante esempio di hyperlink. Il puntatore viene etichettato da Engelbart con il nome di Bug!

Ma non finisce qui: infatti Engelbart mostra un l'help sensibile al contesto, invia una email e abbozza persino una funzionalità instant messaging e di video conferenza in tempo reale con lo staff nel laboratorio, situato a circa 30 miglia di distanza. La rete di supporto per le funzionalità remote è un primo prototipo della futura ARPANET (1969), di cui ARC è il secondo nodo operativo.

I presenti sono esterrefatti, tanto che Paul Saffo, dell'Institute for the Future di Palo Alto, descrive lo stupore paragonandolo alla sensazione che si sarebbe avuta "se un UFO fosse atterrato sul prato della Casa Bianca". Nessuno è abituato ad una simile interazione con i calcolatori e a un loro utilizzo che va oltre la tipica elaborazione batch. Qualcuno, addirittura, è talmente incredulo da affermare che si tratti di una farsa, non cogliendo di trovarsi di fronte alla presentazione ufficiale di tutti i principali concetti che avrebbero caratterizzato il futuro dell'informatica.