Sensori in abbondanza
In base al nostro esame approfondito del layout, sappiamo che i software tradizionali leggono solo la temperatura del diodo della GPU. A volte nei software vedete letture anche per VRM o VRM2, ma si tratta semplicemente della temperatura del controller PWM. EVGA vuole dimostrare che può fornire un quadro molto più completo delle prestazioni termiche.

Sulla sua scheda leggermente modificata l'azienda ha inserito un totale di nove sensori termici (tre per la memoria, cinque per PWM e uno per la GPU) dislocati dove si verificano i punti caldi. I valori rilevati possono essere tracciati tramite il software di EVGA. Gli appassionati andranno pazzi per la quantità di informazioni in tempo reale a loro disposizione. Potrebbero essere persino troppe. Dopotutto, i punti caldi che possono destare preoccupazione si verificano solo in due punti.
Sia come sia, questa funzionalità serve come base per la novità di EVGA: il controllo asincrono della ventola basato sul dato letto in tempo reale, cosa che permette di avere curve separate per ognuna delle due ventole.
La ventola primaria è controllata dalla temperatura della GPU, mentre quella secondaria dai PWM e della memoria. Se i sensori rilevano una temperatura della GPU contenuta e temperature alte PWM e/o della memoria, la prima ventola rallenterà mentre la seconda manterrà RPM più elevati.
L'assegnazione dei sensori alle corrispettive ventole sembra un po' illogica. La RAM è quasi interamente sotto la ventola di sinistra. Secondo la documentazione di EVGA, tuttavia, le letture di quei sensori dovrebbero influenzare il comportamento della ventola di destra, che è sopra il regolatore di tensione.
Arriviamo al sodo. Il vero punto caldo si osserva sul modulo di memoria M7 (coincidenza vuole che sia lo stesso posto in cui l'abbiamo osservato sulla GTX 1080 FTW). Dopo aver rimosso il backplate, la ventola destra gira più rapidamente perché la RAM è più calda del VRM. Abbiamo già informato EVGA di questo comportamento.
EVGA ha sviluppato una soluzione molto efficace per raccogliere i valori dai sensori in quasi tempo reale, usando un microcontroller a 8 bit di Sonix.
Oltre ai sensori posti direttamente accanto ai MOSFET nell'immagine sopra a destra, i sensori si trovano anche sotto il package della GPU - in basso a sinistra - e accanto ai moduli di memoria - in basso a destra.

Tutti i dati generati da questi sensori possono essere letti solo tramite il software proprietario di EVGA.
Il dissipatore: un piccolo lifting
Prima di addentrarci nelle nostre rilevazioni, abbiamo voluto disassemblare il dissipatore. Anche se EVGA consente di rimuovere la soluzione termica senza invalidare la garanzia, dovrete usare lo strumento giusto. Come il dissipatore ACX, anche iCX è basato sul ben noto principio "a sandwich", dove un heatsink sopra il circuito stampato raffredda i moduli di memoria e il regolatore di tensione. A sua volta questo heatsink ha grandi alette e contribuisce alla stabilità dell'assemblaggio.
Determinate parti del raffreddamento e della piastra di montaggio sono condite da piccoli perni che fuoriescono e aumentano la superficie. Siamo un po' scettici sull'utilità di questo approccio; sicuramente dei fori sarebbero stati più efficaci.
L'heatsink completo, in cui ritroviamo i moduli delle ventole, la copertura e l'illuminazione a LED è poi posto su questa piastra.
Un heatsink placcato nickel sulla GPU trasferisce il calore disperso su una breve heatpipe da 8 mm e due più lunghe, così come alle quattro heatpipe da 6 mm.
Le alette orientate verticalmente sono piegate a formare una I, cosa che secondo EVGA migliora le prestazioni di raffreddamento. Francamente avremmo preferito vedere un radiatore più grande, con un heatsink integrato per allontanare il calore dalla memoria, i VRM e gli induttori anziché la nuova soluzione a sandwich.