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a cura di Dario D'Elia

Facebook ormai è considerato un browser mobile negli Stati Uniti con circa il 10% di share. Il parallelo con Chrome o Safari potrebbe apparire azzardato, ma in effetti se si considera l'esperienza utente e gli strumenti per fruire dei contenuti presenti in Rete l'app di Facebook ha le carte in regola per sedersi al tavolo dei grandi.

La società di ricerca Mixpanel ha analizzato il comportamento di milioni di utenti statunitensi e miliardi di azioni via browser mobile. Ne è venuto fuori che l'attività di ricerca online, l'accesso all'informazione o all'intrattenimento e tante altre attività, nornalmente svolte via browser tradizionale, passano invece da Facebook. Negli Stati di Washington, Rhode Island e Montana sono stati registrati i picchi più alti, con rispettivamente share del 13.74%, 13.14% e 12.64%.

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Photo credit - Mactrunk/Depositphotos.com

La media nazionale è comunque di circa il 10%, una quota non indifferente se si considera che il leader è Safari con 58,06%, seguito a ruota da Chrome con il 32,48%. Il tutto considerando che comunque iOS detiene il 65,5% del mercato mobile e Android circa il 34,46%.

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Audience in Italia

Ora, a parte i numeri, la questione più preoccupante è probabilmente rappresentata dal fatto che una buona parte degli utenti sguazza in un lago artificiale che considera oceano. Basta iscriversi a qualsiasi gruppo tematico su Facebook per comprendere che tutti cercano risposte immediate privilegiando gli sconosciuti anonimi allo sforzo autonomo per reperire informazioni. Il motore di ricerca di Google spaventa - un po' per incompetenza, un po' per pigrizia, così come la barra degli indirizzi. E così Facebook diventa il luogo e lo strumento per accedere agevolmente a tutto, come un browser e anche di più.

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Si potrebbe pensare che si tratti di un problema statunitense, ma in verità considerati i numeri che macina Facebook anche in Italia il tema dovrebbe iniziare a preoccupare. Secondo la Relazione Annuale 2018 dell'AGCOM gli utenti unici mensili registrati a febbraio 2018 dal social network hanno superato quota 29 milioni. Solo Google ha fatto meglio, con oltre 32 milioni. E se si guarda al tempo medio mensile durante lo stesso periodo, non c'è partita: si parla di circa 24 ore contro le 7/8 ore dell'avversario.

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Non meno importante un ultimo dettaglio, a molti sconosciuto. "Il 54,5% degli italiani si informa attraverso strumenti governati da algoritmi (social network, motori di ricerca, aggregatori, in generale le piattaforme online), mentre il 39,4% della popolazione si informa utilizzando siti web e applicazioni degli editori (stampa quotidiana e periodica, radio e televisione, e testate esclusivamente online)", puntualizza la relazione. Se si aggiunge il fatto che solo il 23,6% reputa affidabile i social newtork per informarsi, contro il 36,4% dei siti di quotidiani o il 42,8% dei canali TV in chiaro, è chiaro il corto circuito, neppure troppo bizzarro.