Fedora 16 senza limiti: dual-boot con Windows 8 possibile

È disponibile Fedora 16, nuova versione del sistema operativo desktop sviluppato da Red Hat. Molte le novità messe in campo, tra cui spiccano strumenti migliori per la virtualizzazine e il cloud computing, Secure Boot e nuovi linguaggi di programmazione.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Ieri è uscita la versione finale di Fedora 16, sistema operativo basato su Linux e prodotto da Red Hat per gli utenti desktop. La nuova versione sfrutta il kernel Linux 3.1 abbinato all'interfaccia grafica Gnome 3.2.1 – e in alternativa KDE 4.7

Le altre novità includono nuovi strumenti per la gestione di virtualizzazione e sistemi cloud computing, Trusted Boot e GRUB 2. Il nome in codice di Fedora 16 è Verne, e gli sfondi predefiniti sono in effetti dei tributi a 20.000 leghe sotto i mari, forse il libro più famoso dello scrittore che ispirava Doc Brown di Ritorno al Futuro. Fedora 16 è dedicato a Dennis Ritchie, il creatore di Unix venuto a mancare il mese scorso.

Desktop in Fedora 16 (con diverse modifiche)

Parlare di Fedora significa parlare di Gnome 3, interfaccia grafica tra le più criticate di sempre. Lo stesso Linux Torvalds arrivò infatti a definirla "un maledetto casino", e nelle nostre prove in effetti abbiamo rilevato che senza pesanti interventi di personalizzazione Gnome è davvero troppo complicato e un ostacolo alla produttività.

Per Red Hat, azienda che sviluppa Fedora, d'altra parte l'uso di Gnome 3 è uno strumento probabilmente indispensabile per creare uno dei pochi sistemi operativi al mondo 100% FOSS - Free and Open Source. Comunque sia il sodalizio tra Fedora e Gnome è più che solido. Una fortuna per Gnome, visto che diverse altre distro hanno scelto strade diverse, a cominciare da Ubuntu; Fedora, invece, secondo alcuni potrebbe persino diventare un Gnome OS, un giorno.

Red Hat per Fedora 16 in ogni caso punta su virtualizzazione e cloud computing, funzioni che interessano di più agli utenti di Red Hat Linux Enterprise, sistema operativo dedicato al mondo professionale di cui Fedora è una sorta di banco di prova. Ecco allora che Fedora 16 integra le funzioni IaaS (Infrastructure as a Service) Aelos e Open Stack. La sicurezza in versione cloud è invece gestita tramite HekaFS, una versione cloud di GlusterFS. Per la virtualizzazione invece Fedora 16 aggiunge Virt-manager, uno strumento per l'analisi dei file. È anche stata migliorata la gestione delle reti e dei dischi virtuali, così come il sistema SPICE (Simple Protocol for Indipendent Computing Environments).

Per gli sviluppatori sarà interessante sapere che sono integrati anche diversi linguaggi di programmazione, tra cui Perl 5.14, SystemD, Python 2 e 3. La prossima versione di Fedora dovrebbe uscire tra sei mesi. Fa la sua comparsa anche Trusted Boot, una tecnologia Intel che protegge l'avvio del sistema per prevenire la compromissione del sistema. È lo stesso sistema usato di Microsoft con Windows 8, quindi Fedora si potrà installare senza problemi su sistemi certificati Microsoft.

E a proposito di avvio, Fedora 16 include anche GRUB 2 (Grand Unified Bootloader); "presenta un grosso aggiornamento in Fedora 16. GRUB 2 permette migliori opzioni di configurazione, miglior supporto per architetture non x86, supporto allo scripting e alla localizzazione", si legge sulle note di pubblicazione di Fedora 16.

Torneremo presto a parlare di Fedora 16 e Gnome 3 con un'analisi approfondita, continuate a seguirci per non perderlo.