Giudice chiamato a giudicare Google, non sa cosa sia un motore di ricerca

Il giudice che dovrà decidere se Google ha truccato il mercato oppure no non sa nemmeno la differenza tra browser e motore di ricerca.

Avatar di Marco Pedrani

a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

Come vi abbiamo riportato nei giorni scorsi
, Google è attualmente sotto processo per aver, secondo l’accusa, truccato il mercato a proprio favore, imponendo il suo motore di ricerca come predefinito in vari contesti, tra cui iPhone, Safari (su macOS) e Firefox.

Il giudice che dovrà decidere la sorte di Google si chiama Amit Metha, che conscio del fatto che sia necessaria una buona conoscenza della storia di queste tecnologie, ha chiesto diversi chiarimenti sia all’accusa, rappresentata da Kenneth Dintzer del Dipartimento di Giustizia, che alla difesa, rappresentata dall’avvocato John Schmidtlein.

Fin qui potrebbe sembrarvi tutto normale, se non che in alcuni momenti Mehta sembrava davvero un “pesce fuor d’acqua”, davvero poco competente sull’argomento: il giudice non è riuscito nemmeno a capire se Mozilla fosse un browser o un motore di ricerca. Non è andata meglio con il funzionamento del Goole Search Engine Marketing, dato che Metha non ha capito quali fossero le opzioni di Microsoft per pubblicizzare Bing al di fuori dello strumento.

Di certo non un bel biglietto da visita, soprattutto considerando che il giudice è abbastanza giovane; certo, ci sono tanti cinquantenni che sono più o meno al suo stesso livello, ma loro non vengono chiamati a decidere la sorte di una delle aziende più grandi e importanti del mondo.

L’incompetenza di Metha potrebbe pesare parecchio sulle sorti del processo, che però è ancora nelle sue fasi iniziali. Tutto il procedimento durerà 10 settimane, durante le quali speriamo che le cose vadano meglio e non ci siano altre gaffe come questa: toccherà agli avvocati delle varie parti riuscire a spiegare al meglio i propri punti di vista, dipanando anche i dubbi sugli argomenti che sembrano banali ma che, a quanto pare, non lo sono per tutti.

Immagine di copertina: it.123rf.com