Giustizia Europea: legale il mercato del software usato

Secondo la Corte di Giustizia Europea a un software scaricato online si applicano le stesse regole dei supporti tradizionali. Chi lo acquista poi può rivenderlo, nel rispetto delle norme.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Secondo la Corte di Giustizia Europea è del tutto legale comprare una licenza software "usata" e applicarla a un programma scaricato da Internet. In altre parole si può scaricare un'applicazione e attivarla comprandone la licenza da un altro utente.

I giudici si sono pronunciati in proposito dello scontro tra Oracle e la tedesca UsedSoft, la quale si dedica appunto a rivendere licenze che acquista dai clienti di Oracle. I codici in questione si possono usare con il software scaricato dal sito Oracle, di fatto pagando meno – anche molto – per averlo.

Diritto d'autore è uguale a lucchetti?

Oracle aveva portato la questione davanti ai giudici tedeschi, e questi ultimi si erano rivolti alla Corte Europea per ottenere un'interpretazione della direttiva sulla protezione legale dei programmi per computer. Stando a tale normativa chi vende un programma con la relativa licenza d'uso successivamente non può opporsi a una sua rivendita, ma secondo Oracle si poteva applicare solo ai supporti ottici, non al software scaricato da un server.

Secondo i giudici europei invece valgono le stesse regole, e quindi con la prima vendita – CD/DVD oppure file scaricato – l'autore "esaurisce" i propri diritti sulla copia venduta, e chi la compra può farne ciò che vuole (PDF).

Con la transazione infatti il venditore "dà al cliente il diritto di usare la copia per un periodo illimitato di tempo […] e così esaurisce i propri diritti su tale copia. Tale transazione presuppone un trasferimento di proprietà della copia. Quindi, persino se l'accordo di licenza proibisce un ulteriore trasferimento, il titolare dei diritti non può opporsi alla rivendita della copia".

L'unico limite sembra riguardare le licenze multiple: chi compra un software per distribuirlo a 25 utenti, poi non può "spezzare" il pacchetto per rivenderlo. L'acquirente originale ha anche l'obbligo di cancellare la propria copia o di renderla inutilizzabile in altri modi, perché se continua a usarla dopo aver rivenduto la licenza incorre nel reato di copia abusiva.

Il documento farà discutere molto, perché in un certo senso non riguarda solo il caso di Oracle e UsedSoft, né solo la Germania. In un quadro più ampio infatti questo pronunciamento apre la porta, almeno in Europa, al commercio di giochi usati anche se scaricati da negozi come Steam od Origin, o di applicazioni come quelle scaricate dall'App Store di iOS.

Diritti riservati, ma quali?

In verità molte volte non c'è nessuna licenza da rivendere, perché semplicemente si compra il software e lo si scarica sul proprio PC o smartphone, abbinando l'operazione a un account specifico. Se questa sentenza dovesse fare storia tuttavia non è da escludere che i venditori di software si vedano obbligati, almeno in Europa, a vendere licenze "rivendibili" insieme ai vari Portal, Call of Duty, Angry Birds, WhatsApp e così via. Sembra assurdo, e non è il caso si sbilanciarsi in previsioni.