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Efficienza, efficienza, efficienza!

Come funziona un alimentatore? Tutti i modelli sono uguali? É solo la potenza che conta? Scopriamo le differenze e l'importanza di un alimentatore per PC e come dobbiamo scegliere il modello più adatto alle nostre esigenze.

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a cura di Tom's Hardware

Pubblicato il 09/01/2012 alle 09:30 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:36
  • Guida: scegliere l'alimentatore adatto alle proprie esigenze
  • Il trucco della frequenza
  • Come funziona l'alimentatore a commutazione
  • Efficienza, efficienza, efficienza!
  • Potenza apparente e reale
  • Come riconoscere un alimentatore efficiente?
  • Prima di tutto la sicurezza
  • Come determinare il consumo di un sistema
  • L'importanza della forbice energetica
  • Test 1: PC da ufficio
  • Test 2: PC di fascia media
  • Test 3: PC di fascia alta
  • Conclusioni

Il PC, quanti chilometri fa al litro?

L'efficienza è solitamente definita come il rapporto tra la potenza assorbita (dalla presa a muro) e quella a disposizione del computer. A parità di energia in uscita, l'efficienza dell'alimentatore migliora in modo inversamente proporzionale all'energia assorbita dalla presa a muro. L'efficienza si misura con un valore percentuale, che indica quanta dell'energia in entrata si ritrova effettivamente in uscita - usata dai componenti; il resto va perso, generalmente in calore.

A questo proposito c'è un equivoco che vale la pena di chiarire. Nota la potenza nominale di un alimentatore, l'efficienza – espressa come valore percentuale – ci dice quanta potenza in più sarà assorbita dalla presa a muro. In altre parole 500 watt con un'efficienza del 75% non significa che saranno disponibili 375 watt per il PC, ma che verranno assorbiti 666 watt dalla rete elettrica e forniti 500 watt al PC.

Supponiamo che in un certo momento il PC stia consumando 600 watt di potenza (basta una configurazione da gioco potente). Se l'alimentatore ha un'efficienza dell'80% significa che dalla vostra presa a muro dovranno uscire 750 Watt (600/0.8). I 150 watt in più si trasformano in calore, prodotto dal trasformatore. In questo articolo ci occupiamo solo di questa parte del PC, ma vale la pena ricordare che questa non è l'unica potenza che si disperde; in un computer scaldano anche CPU, GPU, RAM, hard disk e i circuiti in generale, e così bisogna consumare altra elettricità per il sistema di dissipazione. 

Niente è costante, neppure la perdita

Il nostro esempio sarebbe corretto in una situazione ideale, ma poiché non abbiamo una tecnologia super-efficiente alla Star Trek le cose non sono così semplici. Infatti un computer non richiede sempre la stessa quantità di energia, ma va da un minimo (idle) a un massimo (giochi 3D e applicazioni "pesanti"), passando per vari gradini intermedi. Similmente l'efficienza dell'alimentatore non è sempre la stessa, ma tende a calare insieme alla richiesta energetica.

La situazione ideale sembra prendere forma in questo grafico. Osservando la curva potete vedere che l'alimentatore raggiunge il suo picco d'efficienza a circa il 50% della sua capacità nominale.

L'osservazione suggerisce che si potrebbe risolvere il problema semplicemente con un alimentatore due volte più potente. Il principio è corretto, ma non tiene in considerazione lo stato idle del computer, quando i consumi sono al minimo: è lo stato in un cui un PC passa la maggior parte del tempo, e paradossalmente anche il più problematico per gli alimentatori moderni. 

Se il carico scende sotto il 20% infatti l'efficienza cala al 60 o al 50%, o anche meno. Ironicamente la situazione è esasperata da meccanismi di risparmio energetico presenti nei moderni PC. Per esempio un sistema potente con una buona scheda video può richiedere 65 watt in idle, ma consumare 500 watt sotto carico; è una forbice molto alta per un alimentatore, che si trova a faticare per soddisfare tutte le possibili richieste nel migliore dei modi.

Esempio:

Diciamo che il nostro alimentatore da 600 watt sta fornendo 65 watt al sistema. Qual è il carico corrispondente?

(100% / 600 W) * 65 W = 10.83%

Ed ecco che emerge il problema. Ripetiamo i nostri calcoli, stavolta ipotizzando un'efficienza del 68%, come suggerito dalla classifica.

65 W / 0.68 = 95.6 W

Quindi per fornire 65 watt di potenza al PC l'alimentatore ne deve assorbire quasi 100 dalla presa a muro; i 30 watt di differenza se ne vanno in calore. E questo vale per il più efficiente dei due alimentatori presi in considerazione: dal grafico si vede che l'alimentatore più economico consuma molto anche quando il sistema è in idle, e finisce per diventare un costo maggiore in bolletta.

Possiamo quindi far emergere il ruolo dell'efficienza energetica, ed è altrettanto semplice dimostrare che l'alimentatore economico si rivelerà, sul lungo periodo, spesso più costoso rispetto a quanto si possa pensare. Come dice il proverbio, chi più spende meno spende.

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  • Test 3: PC di fascia alta
  • Conclusioni

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