Hard disk introvabili, lotta intestina tra i produttori di PC

A oltre un mese dall'alluvione in Thailandia la produzione di hard disk è calata del 30 percento e anche i maggiori produttori di computer rischiano di restare senza componenti. Non sono previsti miglioramenti nemmeno dei primi mesi del 2012.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

L'inondazione che ha devastato ampie aree della Thailandia ha compromesso la produzione di hard disk: secondo i dati di IHS iSuppli nel quarto trimestre si produrrà il 28,6 percento di unità in meno e anche i principali attori del settore PC inizieranno a subire rallentamenti nelle forniture. I dischi fissi prodotti saranno circa 125 milioni, contro i 175 milioni sfornati nel terzo trimestre

Western Digital è al 60% della sua capacità produttiva

Per trovare un valore simile bisogna tornare al terzo trimestre del 2008, quando il mercato dei dischi fissi ha vissuto il culmine della recessione causata dalla crisi economica. Il motivo questa volta è che oltre il 25 percento degli impianti di assemblaggio si trova nelle zone alluvionate della Thailandia.

Come accennato in passato, le due aziende maggiormente colpite sono Western Digital, che ha subito un calo della produzione del 40%, e Toshiba, che ha dovuto dimezzarla. Insieme, i due brand in questione hanno una quota pari al 25 percento del mercato globale degli hard disk - il 45% in quello mobile.

Per quanto riguarda Western Digital, le previsioni dei ricavi per il quarto trimestre stagnano fra 1,05 e 1,25 miliardi di dollari, contro i 2,6 miliardi del terzo trimestre. Toshiba ha preannunciato che ci sarà una grossa perdita nel periodo in questione, ma non è ancora in grado di calcolarne l'entità.

All'interno di ciascun hard disk ci sono più di 200 componenti

L'unico produttore a essere scampato alla tragedia è Seagate, le cui fabbriche di assemblaggio sono rimaste intatte. L'amministratore delegato Stephen J. Luczo ha però spiegato che all'interno di ciascun prodotto ci sono più di 200 componenti, molti dei quali progettati per modelli specifici e realizzati da imprese familiari, ora ferme.

Alla fine la tragedia scampata non consentirà a Seagate di compensare all'ammanco di produzione dei concorrenti perché non sono reperibili tutte le parti necessarie per procedere con l'assemblaggio dei dischi. Per quest'azienda si stima un calo massimo pari al 21 percento.

Luczo è anche stato uno dei pochi a parlare delle tempistiche per la ricostruzione: ha definito "una sciocchezza" la stima degli analisti di Wall Street, secondo i quali la produzione sarebbe tornata a regime entro l'estate, e ha precisato che "sarà necessario molto più tempo, almeno fino alla fine del 2012".

La produzione di hard disk fino al terzo trimestre e la proiezione di iSuppli per il quarto trimestre

IHS ha calcolato che la difficile reperibilità dei dischi fissi interesserà sia i modelli per desktop sia quelli per notebook e continuerà anche nei primi mesi del 2012. I produttori di PC che subiranno maggiormente le conseguenze di questa situazione sono quelli che storicamente fanno le ordinazioni più corpose: Dell, Apple, Asus, HP e Lenovo.

Dell ha già confermato che la carenza di dischi fissi comprometterà il numero di computer assemblati dall'azienda, Apple ha fatto sapere che gli iMac saranno i più colpiti, mentre Asus si aspetta una contrazione delle spedizioni di notebook dai 6,3 milioni di unità del terzo trimestre a 6 milioni nel quarto.

HP in occasione della trimestrale ha spiegato di avere aumentato a dismisura le ordinazioni di hard disk per garantirsi il proseguo della produzione, ma questo l'è costato caro quindi probabilmente i listini dei computer saranno ritoccati verso l'alto.