Huawei ha scelto Shanghai per lanciare una sfida che potrebbe ridefinire gli equilibri globali nell'intelligenza artificiale. Durante il suo evento annuale per i clienti, l'azienda ha annunciato lo sviluppo di superpod Atlas 950 e 960, sistemi di calcolo interconnessi progettati per competere direttamente con i giganti americani del settore, nonostante le severe sanzioni imposte dagli Stati Uniti.
La mossa rappresenta un tentativo ambizioso di raggiungere l'autosufficienza tecnologica in un momento in cui l'accesso ai semiconduttori più avanzati rimane precluso alle aziende cinesi.
La corsa verso l'indipendenza tecnologica
I nuovi superpod di Huawei, previsti per il lancio tra fine 2026 e 2027, rappresentano molto più di semplici computer interconnessi. Si tratta di architetture di calcolo capaci di combinare la potenza di migliaia di chip per fornire la capacità computazionale necessaria all'addestramento dei modelli di intelligenza artificiale più complessi. L'azienda sostiene che questi sistemi saranno i più potenti al mondo, una dichiarazione che assume particolare rilevanza considerando le limitazioni imposte dalle restrizioni commerciali americane.
La strategia di Huawei si basa su un ciclo di rilascio annuale per i suoi chip della serie Ascend, con l'obiettivo di raddoppiare la potenza di calcolo a ogni generazione. Come ha spiegato Eric Xu, presidente rotante dell'azienda: "La nostra strategia è creare una nuova architettura di calcolo e sviluppare SuperPoD e SuperCluster per soddisfare in modo sostenibile la domanda a lungo termine di potenza computazionale".
Quando David sfida Golia
La situazione ricorda quella di un David tecnologico che affronta Golia con una fionda fatta in casa. Mentre colossi come OpenAI con ChatGPT e Google con Gemini dominano il panorama dell'intelligenza artificiale utilizzando i chip più avanzati di NVIDIA, la Cina si trova a dover innovare con risorse limitate. Il governo americano ha infatti vietato l'esportazione verso la Cina dei processori AI più potenti, come l'H100 di Nvidia, costringendo il gigante dei semiconduttori a creare versioni meno performanti specificamente per il mercato cinese.
Tuttavia, Huawei ha dimostrato ripetutamente di saper trasformare gli ostacoli in opportunità. Quando le è stato negato l'accesso ai servizi Google, ha sviluppato HarmonyOS. Quando i chip avanzati sono diventati inaccessibili, ha collaborato con SMIC per produrre processori 5G utilizzando tecnologie a 7 nanometri. Questa capacità di adattamento ha permesso all'azienda di rimanere competitiva anche "con una mano legata dietro la schiena", come spesso si dice nel mondo degli affari.
Il futuro dell'AI secondo Huawei
L'approccio di Huawei riflette una comprensione sofisticata del panorama dell'intelligenza artificiale. Eric Xu ha riconosciuto i progressi di DeepSeek nell'ottimizzazione dell'addestramento dei modelli con minore potenza computazionale, ma ha sottolineato che l'intelligenza artificiale generale e l'AI fisica richiederanno comunque enormi risorse di calcolo. "Crediamo che la potenza computazionale sia e continuerà ad essere fondamentale per l'AI, specialmente in Cina", ha dichiarato.
Charlie Dai, analista tecnologico di Forrester Research, ha definito questi sviluppi "una pietra miliare significativa" che segnala "una spinta più forte verso l'autosufficienza e la resilienza di fronte alle restrizioni alle esportazioni". La roadmap di Huawei prevede il rilascio dell'Ascend 950 nel 2026, seguito dall'Ascend 960 nel quarto trimestre del 2027 e potenzialmente dall'Ascend 970 alla fine del 2028.
Supercluster: l'ambizione finale
L'obiettivo finale di Huawei va oltre i singoli superpod. L'azienda prevede di interconnettere decine di questi sistemi per creare quello che definisce "SuperCluster", potenzialmente il sistema di calcolo più potente al mondo. Questa visione ambiziosa testimonia come le tensioni geopolitiche stiano accelerando l'innovazione tecnologica, spingendo le aziende a sviluppare soluzioni alternative che potrebbero ridefinire l'intero settore.
Mentre la serie Ascend rimane principalmente disponibile nel mercato cinese, a differenza degli acceleratori AI di NVIDIA distribuiti globalmente ma soggetti a rigidi controlli alle esportazioni, Huawei sta costruendo un ecosistema tecnologico che potrebbe cambiare gli equilibri di potere nell'intelligenza artificiale mondiale. La sfida ora è dimostrare che queste ambizioni possano tradursi in realtà concrete e competitive.