Scatta oggi, 12 novembre 2025, la verifica obbligatoria dell'età per l'accesso ai siti per adulti. Non basterà più dichiarare di avere 18 anni cliccando su un semplice pop-up per accedervi, ma bisognerà dimostrarlo. Saranno 48 i siti che dovranno adeguarsi, tra cui nomi noti come OnlyFans e Pornhub; l'elenco completo è disponibile direttamente sul sito di AGCOM.
Visto il poco preavviso con cui ha reso nota la lista dei siti web coinvolti, AGCOM ha dovuto concedere altri tre mesi di tempo alle aziende per adeguarsi alla normativa. Questo significa che i siti hanno tempo fino a fine gennaio per implementare i sistemi di verifica dell'età, motivo per cui potreste non vederli attivi da subito.
Servirà davvero lo SPID?
C'è molto dibattito sulla questione e, da quando è stata annunciata la normativa, in molti si pongono la stessa domanda: servirà lo SPID per accedere a questi siti? La riposta è no. Verrà infatti implementata un'applicazione dedicata, che successivamente dovrebbe diventare parte del portafoglio di identità digitale, previsto per metà del 2026. La verifica dell'identità avverrà in due fasi: prima, l'applicazione verificherà l'identità dell'utente e la maggior età, dopodiché i siti metteranno a disposizione un QR Code che, una volta inquadrato, garantirà l'accesso.
È fondamentale sottolineare poi che l'identità rimane segreta per tutto il processo di identificazione, come richiesto dal Garante per la Privacy. Grazie a un meccanismo di doppio anonimato, chi fornisce il servizio di verifica dell'età non saprà per quale servizio o sito web sta emettendo la prova dell'età, mentre il sito a cui si sta accedendo non avrà modo di conoscere l'identità dell'utente.
Inutile dire che si tratta di un sistema che ha fatto nascere qualche perplessità, specialmente tra gli utenti più attenti alla propria privacy. Sebbene il meccanismo del doppio anonimato preveda che i siti non possano accedere ai dati personali degli utenti, restano preoccupazioni legate alla sicurezza delle app di verifica: una eventuale violazione dei sistemi di autenticazione, o la presenza di falle nel software, potrebbe esporre dati sensibili degli utenti. In scenari peggiori, tali informazioni potrebbero finire in mani sbagliate, o essere utilizzate per il tracciamento non autorizzato.
Cosa c'è dietro la normativa
La normativa italiana affonda le radici nel cosiddetto Decreto Caivano, dal nome della località campana tristemente nota per episodi di criminalità minorile. L'articolo 13-bis del Decreto-legge n. 123 del 15 settembre 2023, convertito in legge nel novembre dello stesso anno, ha posto le basi per questa stretta. L'intento del legislatore è chiaro: impedire che i minori entrino in contatto con materiali che potrebbero danneggiare il loro sviluppo psicofisico e morale.
AGCOM ha redatto una delibera (96/25/CONS) in cui definisce minuziosamente in che modo deve avvenire la verifica dell'età, così da renderla conforme anche alle normative europee, tra cui DSA (Digital Service Act) e GDPR. Le linee guida comunitarie impongono che i sistemi di verifica siano proporzionati, sicuri e rispettosi della privacy, evitando qualsiasi forma di raccolta indiscriminata di dati sensibili. I gestori delle piattaforme che non si adegueranno affronteranno sanzioni sempre più severe: diffide, multe amministrative e, come ultimo provvedimento, il blocco totale del sito disposto dall'AGCOM.
Di certo non mancano i dubbi: il web è pieno di siti per adulti e limitare l'accesso soltanto a 48 di questi sembra più un'operazione simbolica, che volta a limitare veramente la fruizione di questi contenuti da parte dei minori. Anzi, l'operazione potrebbe sortire l'effetto contrario, spingendo gli utenti verso alternative meno controllate e sicure, esponendo così i minori a un maggior numero di rischi, anziché proteggerli.
I siti saranno davvero inaccessibili?
L'Italia non è il primo paese in cui entra in vigore una normativa simile, ma gli esempi esteri non fanno ben sperare. Francia e Regno Unito hanno già dimostrato che usare una delle migliori VPN permette di aggirare facilmente questi blocchi, permettendo di accedere nuovamente ai siti in pochi click. Anche l'uso di browser alternativi come Tor, famoso soprattutto per permettere di accedere al Dark Web e che permette di mascherare la propria posizione geografica, consentirà di superare agilmente queste restrizioni.
Le autorità stanno provando da tempo a limitare l'uso di questi strumenti, nella speranza che non vengano usati per eludere le restrizioni che si basano sulla posizione geografica, ma è improbabile pensare che riusciranno nel loro intento: VPN e browser alternativi votati alla privacy e all'anonimato continueranno a essere sfruttati ancora per parecchio tempo.