Il picco del 70% di AMD avuto nel giugno del 2020, con un secondo del 68% nel dicembre dello stesso anno dovuto probabilmente all'introduzione dei processori Ryzen serie 5000, è ormai ben lontano. In particolare, la famiglia di CPU Ryzen 5 poteva contare su un fantastico rapporto qualità/prezzo, tanto da costituire quasi la metà delle vendite durante quel periodo. Questo incredibile risultato era stato ottenuto anche sfruttando i problemi di produzione incontrati dalla società di Santa Clara, come i bassi rendimenti con il processo produttivo a 10nm (ora conosciuto come Intel 7) e la necessità di effettuare porting a 14nm dei progetti per riuscire a compensare.
Ora i tempi sono cambiati ed è AMD che sta affrontando importanti carenze appoggiandosi a TSMC, fonderia che deve anche fornire prodotti ad altre importante aziende, come Apple e Qualcomm. Inoltre, Intel ha recuperato terreno con la sua nuova gamma di processori Alder Lake, riuscendo anche ad aumentare i volumi dopo la reingegnerizzazione del processo a 10nm con la tecnologia SuperFin.
Gli ultimi dati provenienti dal Giappone testimoniano che le CPU Intel sono attualmente più desiderate di quelle AMD, ma, probabilmente, in parte ciò è dovuto anche dalla politica di produzione e distribuzione di AMD, che privilegia i prodotti con prezzi medi più alti. Tuttavia, il 2022 è appena iniziato e sarà interessante vedere se l'azienda di Sunnyvale riuscirà a riconquistare quote di mercato nel corso dei prossimi mesi.