Tuttavia, il caso era rimasto ancora aperto, poiché VLSI aveva citato in giudizio Intel in diversi stati (California, Delaware e Texas) per danni associati ad altre sei presunte violazioni di brevetti, chiedendo un totale di 7,1 miliardi di danni da tutte le otto presunte violazioni, insieme a future royalties, spese legali, costi e interessi. Complessivamente, la cifra che Intel avrebbe dovuto versare a VLSI sarebbe stata di ben undici miliardi.
A quanto pare, per la compagnia di Santa Clara le cose sono andate per il meglio. Infatti, Bloomberg ha riportato che una giuria del tribunale federale di Waco, in Texas, ha respinto le richieste di VLSI ai danni di Intel in un recente processo. Un suo portavoce ha affermato, intervistato da Tom’s Hardware (USA):
Intel è lieta che la giuria abbia respinto le affermazioni senza merito di VLSI secondo cui i processori all'avanguardia di Intel violano brevetti scaduti relativi alla tecnologia dei lettori MP3. VLSI è una società di comodo creata da Fortress, un hedge fund di proprietà di Softbank, al solo scopo di ricavare miliardi da aziende innovatrici come Intel.
La dichiarazione ha anche evidenziato i 50.000 posti di lavoro della società negli Stati Uniti e ha spinto per una riforma dei brevetti allo scopo di evitare che gli "investitori impegnati in controversie" danneggino le imprese americane. VLSI non ha risposto immediatamente alle richieste del suo avvocato, Morgan Chu dello studio legale Irell & Manella con sede in California, ma in seguito ha affermato che i suoi brevetti erano fondamentali per lo sviluppo dei chip Intel, mentre Intel ha ribattuto che i suoi ingegneri hanno svolto il loro lavoro per anni e che i brevetti non erano concentrati su nuove idee quando sono stati pubblicati.
Ricordiamo che i due brevetti in questione, noti come brevetto 522 e brevetto 187, erano precedentemente di proprietà di NXP Semiconductors fino al 2019, ma ora sono detenuti da VLSI. Le informazioni contenute nei documenti vengono utilizzate per la tecnologia Speed Shift di Intel, che consente ai processori di determinare la frequenza e la tensione da usare per avere le migliori prestazioni possibili.
Il verdetto è solo il secondo in una serie di tre processi relativi ai brevetti di VLSI. Il primo ha visto la vittoria di VLSI, ma Intel ha affermato che farà ricorso per evitare di pagare i 2,18 miliardi di dollari richiesti, mentre il terzo è previsto per giugno.
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