Il mondo dei processori server si prepara all'arrivo di Diamond Rapids, la prossima generazione di CPU Xeon che Intel sta sviluppando per rivoluzionare il settore dei data center. Secondo informazioni trapelate di recente, questi processori potrebbero raggiungere 192 core ad alte prestazioni e consumare fino a 500W di potenza, rappresentando un incremento significativo rispetto alle soluzioni attualmente disponibili sul mercato.
La nuova piattaforma Oak Stream che ospiterà questi chip introdurrà inoltre un socket LGA9324 completamente riprogettato, segnalando modifiche sostanziali nell'architettura di memoria e nella configurazione delle linee PCIe.
Le specifiche tecniche emerse da una slide non ufficiale pubblicata su X rivelano dettagli interessanti sull'approccio dell'architettura di Intel. I processori Diamond Rapids utilizzeranno un design modulare basato su sei chiplet, con quattro tile computazionali prodotti utilizzando il processo di fabbricazione Intel 18A e due tile di I/O dedicati alla gestione delle interfacce di memoria, delle linee PCIe 6.x e dei collegamenti UPI. Ogni tile computazionale potrà ospitare fino a 48 core, tutti basati sulla microarchitettura Panther Cove che promette miglioramenti significativi nell'efficienza delle estensioni AMX.
La vera innovazione di Diamond Rapids risiede nel sottosistema di memoria, che supporterà configurazioni a otto o sedici canali DDR5 attraverso moduli MRDIMM di seconda generazione. Questi moduli potranno operare a velocità superiori agli 8800 MT/s supportati dagli attuali Xeon 6 'Granite Rapids', con la possibilità di raggiungere i 12.800 MT/s. Tale incremento si tradurrebbe in una larghezza di banda di picco superiore a 1,6 TB/s, quasi il doppio rispetto agli attuali 844 GB/s delle soluzioni Granite Rapids.
Il consumo energetico di 500W rappresenta una delle sfide più significative per Diamond Rapids, richiedendo soluzioni di raffreddamento avanzate e infrastrutture di alimentazione robuste. Intel ha progettato la piattaforma Oak Stream per supportare configurazioni a uno, due o quattro socket, mantenendo la compatibilità con le interconnessioni PCIe Gen 6 e offrendo la flessibilità necessaria per diverse tipologie di carico di lavoro nei data center moderni.
L'architettura Panther Cove che alimenterà i core di Diamond Rapids porta con sé miglioramenti specifici per le applicazioni di intelligenza artificiale e machine learning. Il supporto migliorato per i formati di dati FP8 e TF32 attraverso le estensioni AMX potenziate permetterà di accelerare significativamente i carichi di lavoro di training e inferenza, posizionando Intel in una battaglia competitiva sempre più accesa nel settore dell'AI enterprise.
Diamond Rapids 192 P cores 500w TDP
— X86 is dead&back (@x86deadandback) July 6, 2025
48 cores per tile. pic.twitter.com/Bx9JYEtg0R
La timeline di lancio prevista per il 2026 solleva alcuni interrogativi, considerando che Intel non ha ancora annunciato formalmente il tape-out o i primi test funzionali del processore. Questa situazione lascia spazio a speculazioni sui tempi effettivi di disponibilità commerciale, mentre la concorrenza si prepara con soluzioni altrettanto aggressive come gli EPYC 'Venice' di AMD basati su architettura Zen 6 e caratterizzati da fino a 256 core.
L'introduzione del socket LGA9324 rappresenta un cambiamento significativo nell'ecosistema server Intel, richiedendo nuove motherboard e modifiche sostanziali alle piattaforme esistenti. Questo passaggio tecnologico sottolinea l'impegno di Intel nel fornire le basi hardware necessarie per supportare le crescenti esigenze computazionali dei data center moderni, dall'elaborazione di big data all'intelligenza artificiale distribuita.
Nonostante le informazioni provengano da fonti non ufficiali, la coerenza tecnica dei dettagli trapelati suggerisce che Intel stia effettivamente lavorando su una soluzione server di nuova generazione particolarmente ambiziosa.