Le leggi della sfocatura

Guida - la gestione dell'effetto sfuocato è una delle parti di Photoshop che hanno ricevuto maggiori novità nella versione CS6: vediamo perché e come usare al meglio i nuovi strumenti della Blur Gallery.

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a cura di Tom's Hardware

Le leggi della sfocatura

Con qualsiasi macchina fotografica, analogica o digitale, mettendo a fuoco su un determinato soggetto avremo a fuoco anche tutti quelli posti in un intervallo di spazio che va genericamente da "un po' prima" a "un po' dopo" (metri o centimetri a seconda della situazione): la distanza tra questo "prima" e questo "dopo" è la profondità di campo.

Per le inviolabili leggi dell'ottica la profondità di campo dipende - semplificando - dalla grandezza del fotogramma (o del sensore), dalla lunghezza focale dell'obiettivo, dall'apertura del diaframma e dalla distanza del soggetto. Tenendo fissi gli altri parametri, la profondità di campo cresce al diminuire della diagonale del sensore o della lunghezza focale e con l'aumentare del numero f/ del diaframma o della distanza tra noi e il soggetto.

Rispetto alle macchine fotografiche analogiche con fotogramma 24x36mm (il full-frame), le digitali odierne adottano sensori più piccoli, specie le compatte, e usano obiettivi meno luminosi, che quindi operano con numeri f/ relativamente elevati (una volta era normale usare ottiche fisse f/1,8 o f/2,0, oggi l'obiettivo standard è uno zoom almeno f/3,5). Il risultato è che in una fotocamera moderna non full-frame avere uno sfuocato artistico, quindi una profondità di campo molto limitata, è praticamente impossibile senza qualche artificio software.

Un vecchio obiettivo a fuoco manuale f/1,7, dotazione standard di molte reflex analogiche

Simulare in maniera convincente uno sfuocato naturale non è semplice, ecco perché si arriva a sistemi apparentemente molto curiosi come far scattare a una fotocamera automaticamente due esposizioni (una normale, l'altra assolutamente sfuocata) per poi combinarle direttamente in macchina.

I programmi di fotoritocco hanno sempre avuto filtri per la sfocatura e Photoshop ne ha ovviamente anche più evoluti e articolati di altri software. Per rendere uno sfuocato naturale spesso questi filtri obbligano però a definire maschere per applicarli con intensità diverse in zone differenti dell'immagine, un'operazione che non tutti hanno tempo e voglia di mettere in atto.

In Adobe hanno affrontato il problema e hanno prodotto come risultato la Blur Gallery: dietro le quinte fa quello che è sempre stato necessario fare in Photoshop - definire maschere e applicare filtri - ma ora è tutto più semplice e chiaro, con in più la possibilità di vedere i risultati delle nostre operazioni in tempo reale.