L'FBI compra una stampante 3D per testare ordigni esplosivi

L'FBI ha fatto sapere di avere approvato l'acquisto di una stampante 3D per testare le tecnologie di nuova generazione nella realizzazione di ordigni esplosivi improvvisati.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Come potrebbe essere fatto un esplosivo improvvisato con una stampante 3D e quant'è pericoloso? Se l'è chiesto l'FBI, e per trovare una risposta ha comprato una stampante 3D con la quale "valutare la potenziale evoluzione tecnica e la tecnologia esistente nel settore degli ordigni esplosivi".

La spesa, secondo la nota ufficiale pubblicata dall'agenzia di intelligence, sarà di 19mila dollari. Ufficialmente gli ordigni sui quali saranno svolte le ricerche sono gli IED (Improvised Explosive Devices), ossia tutti quei prodotti con potenziale esplosivo, comprese le pistole.  

L'FBI ha scelto Stratasys Objet24

La stampa 3D delle tradizionali armi da fuoco (pistole e fucili) è un tema dibattuto, e sappiamo che anche la polizia tedesca, per fare un esempio, ha provato a realizzarle per capire esattamente le loro peculiarità. Però l'FBI sottolinea che il problema non è ristretto a questo tipo di arma: potenzialmente con una stampante 3D si può produrre qualsiasi ordigno esplosivo, quindi è un rischio su cui vale la pena indagare a fondo per capirne di più.

"La stampa 3D è una tecnologia all'avanguardia che potrebbe essere usata e il Terrorist Explosive Device Analytical Center deve conoscerla a fondo" ha spiegato un portavoce dell'FBI. Per i test è stata scelta una Stratasys Objet24, che secondo il bureau sarebbe "l'unico strumento in grado di produrre risultati di alta precisione e risoluzione per soddisfare gli standard di prova dell'Agenzia".