Linux Server si è placidamente seduto

Windows Server domina con il 70%; Linux alla fine è cresciuta solo ai danno di Unix.

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a cura di Dario D'Elia

Lo scenario del settore software server è piuttosto sconfortante, non tanto per la leadership di Microsofot ma per l'esaurimento propulsivo di quel dinamismo open source che si era registrato negli ultimi anni. Secondo IDC, infatti, l'exploit di Linux ormai si è decisamente raffreddato, e se proprio si registra un incremento questo avviene sempre ai danni di Unix. Nel 2003 Linux andava come una locomotiva, e registrava un +53%, contro il +20% di Windows Server. Nel 2006 il pinguino non è andato oltre il -4%, mentre la soluzione Microsoft è cresciuta del 4%. Insomma, oggi se l'azienda di Redmond domina incontrastata, forte di un 70% di share, i competitori Linux e Unix non superano rispettivamente il 20% e 10% di share.

Gli analisti, in base ai dati raccolti sul mercato statunitense, inoltre, hanno notato che tutte le migrazioni degli ultimi anni sono avvenute ai danni di Unix e Netware. Chi voleva godere delle potenzialità del pinguino l'ha già fatto, il resto rimane su Unix perché obbligato da applicazioni business critical difficilmente trasferibili.

A parere di AMD il successo di Windows Server si deve alle rinnovate scelte di centralizzazione delle imprese. Se da una parte Linux può dire la sua nel high computing e in ambito web server, la soluzione Microsoft sembra essere avvantaggiata – o comunque considerata "superiore" - nelle comunicazioni, condivisione e organizzazione.