Microsoft ci sta usando come beta tester dell'IA

Microsoft ha lanciato il chatbot Bing nonostante OpenAI avesse avvertito che non era ancora pronto

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La partnership tra Microsoft e OpenAI è segnata da tensioni e confusione, fino quasi a essere “imbarazzante”, come suggerisce un recente articolo di ArsTechnica, che cita una fonte del WSJ.

A quanto pare Microsoft ha forzato la mano, volendo uscire troppo in fretta con l’integrazione di ChatGPT 4 in Bing - cosa che poi ha portato a problemi anche seri, come la vulnerabilità ad attacchi di tipo prompt injection.

OpenAI, pare, aveva avvisato Microsoft, ma il colosso di Redmond ha voluto andare avanti lo stesso. Ne ha dato spiegazione il CEO Satya Nadella, che in una recente intervista ha dichiarato: "sapevamo che non potevamo fare tutto l'allineamento in laboratorio. Per allineare un modello di intelligenza artificiale al mondo, bisogna allinearlo nel mondo e non in una simulazione".

Il che è sensato: un prodotto del genere non sarà mai davvero messo alla prova finché non lo fai usare veramente alle persone. Tuttavia, forse, si poteva rimandare di qualche mese ed evitare così almeno i problemi più evidenti. Così, di fatto, gli utenti si trovano a usare un prodotto troppo acerbo a spesso inadeguato: tra l’altro Microsoft è stata accusata anche in passato di fare la stessa cosa, con Windows.

Un altro aspetto, pare, è che Microsoft non voleva lasciare la scena ad OpenAI, che si stava preparando per la versione pubblica di ChatGPT. Le due aziende da una parte sono partner, ma dall’altra sono in qualche modo concorrenti.

L'obiettivo era ottenere (e mantenere) il centro della scena, con i riflettori puntati su Bing e Windows. Microsoft ha avuto un discreto successo finora, come dimostrano le migliaia di articoli scritti negli ultimi mesi dedicati ai suoi prodotti. L’azienda fondata da Bill Gates è persino riuscita a mettere fretta a Google, che ha pubblicato Bard in fretta e furia.

Stando alle fonti, oggi ChatGPT ha un numero di utenti che è circa il doppio rispetto a quelli di Bing AI. Nessuna delle due azienda ha però risolto i problemi più seri dei loro Chatbot: in particolare l’uso di materiali altrui in violazione del copyright (a volte non viene nemmeno citata la fonte) e il noto problema dell’allucinazione, che porta l’algoritmo a inventarsi cose di sana pianta.

Immagine di copertina: moovstock