Mozilla si trova a un bivio cruciale mentre l'industria tecnologica attraversa una delle sue trasformazioni più radicali degli ultimi anni. L'organizzazione, che da sempre bilancia la sua anima nonprofit dedicata a un web aperto e accessibile con necessità commerciali concrete, ha appena nominato Anthony Enzor-DeMeo come nuovo amministratore delegato. La scelta non è casuale: Enzor-DeMeo arriva direttamente dalla guida del team di sviluppo di Firefox, il browser che rappresenta sia il prodotto di punta che la principale fonte di entrate dell'azienda, prevalentemente attraverso l'accordo con Google per il posizionamento predefinito del motore di ricerca.
Il contesto in cui il nuovo CEO si trova a operare è particolarmente complesso. Mozilla ha attraversato negli ultimi due anni diverse ondate di licenziamenti e ristrutturazioni, cercando di ridefinire il proprio ruolo in un panorama dominato dall'intelligenza artificiale generativa. La dipendenza finanziaria da Google, che garantisce la maggior parte dei ricavi attraverso l'accordo di ricerca predefinita, crea un paradosso evidente per un'organizzazione che si batte per privacy e apertura del web. Eppure, Enzor-DeMeo sostiene di vedere opportunità proprio in questa turbolenza di mercato.
La visione del nuovo amministratore delegato si concentra su un aspetto che considera critico: la fiducia degli utenti, erosa secondo lui dall'avvento massiccio dell'AI. Mozilla non ha intenzione di sviluppare un proprio modello linguistico di grandi dimensioni (LLM), ma prevede di lanciare nel corso del 2026 una modalità AI integrata in Firefox che permetterà agli utenti di scegliere tra diversi modelli e fornitori. L'approccio sarà multi-modello: alcune opzioni saranno basate su progetti open-source, altre su "opzioni cloud private ospitate da Mozilla", mentre non mancano riferimenti a potenziali partnership con i grandi nomi del settore, anche se Enzor-DeMeo non ha citato esplicitamente ChatGPT, Gemini o Claude.
Firefox rimane la priorità assoluta della strategia aziendale. Con 200 milioni di utenti attivi mensili, il browser mantiene una base utenti significativa nonostante la schiacciante dominanza di Chrome, che conta circa 4 miliardi di utilizzatori. Enzor-DeMeo evidenzia una crescita particolarmente interessante nella piattaforma mobile, un segmento dove Mozilla ha storicamente faticato a competere. L'amministratore delegato crede che l'era dell'intelligenza artificiale possa riaprire le guerre dei browser, ferme da quasi due decenni, perché gli utenti mostrano una maggiore disponibilità a sperimentare nuove soluzioni quando le dinamiche di mercato cambiano radicalmente.
La strategia prodotto futura vedrà Firefox come hub centrale per l'ecosistema Mozilla. Mozilla VPN, attualmente un servizio standalone, sarà integrato direttamente nel browser nel 2026, seguendo una filosofia che prevede di legare tutte le nuove funzionalità al prodotto principale piuttosto che disperdere gli sforzi in applicazioni separate. Questa scelta riflette un pragmatismo commerciale che Enzor-DeMeo non nasconde: l'azienda deve concentrare le risorse dove ha già trazione di mercato.
Sul fronte della sostenibilità economica, il nuovo CEO riconosce apertamente la necessità di diversificare le entrate rispetto a Google, pur mantenendo il browser come fulcro generatore di ricavi. La strategia prevede un mix di revenue stream: abbonamenti a servizi premium, pubblicità contestuale rispettosa della privacy, e potenziali accordi di posizionamento per motori di ricerca e modelli AI. Enzor-DeMeo menziona servizi come Mozilla Monitor, focalizzato sulla protezione della privacy, e la VPN integrata come potenziali driver per le conversioni a pagamento.
Interessante una riflessione del CEO sulle scelte che Mozilla non farà: bloccare gli ad blocker in Firefox porterebbe secondo le sue stime 150 milioni di dollari aggiuntivi di ricavi, ma l'azienda non intende percorrere questa strada perché contraddirebbe i valori fondanti dell'organizzazione. Questa posizione evidenzia la tensione costante tra necessità commerciali e missione nonprofit, un equilibrio che Enzor-DeMeo dovrà gestire con particolare attenzione.
Nel discorso del nuovo amministratore delegato emerge ripetutamente l'importanza di preservare il web aperto e la necessità di trovare modelli di business alternativi al paywall. Mozilla difende un internet sostenuto dalla pubblicità, purché rispettosa della privacy degli utenti, e vede il proprio business pubblicitario come in crescita. La preoccupazione per contenuti che finiscono dietro barriere a pagamento si lega alla visione più ampia di accessibilità e apertura che l'organizzazione ha sempre promosso.