Il complesso equilibrio tra sicurezza nazionale e interessi commerciali si è manifestato nuovamente nella decisione di NVIDIA di riprendere le vendite dei suoi chip per intelligenza artificiale H20 verso la Cina, dopo mesi di "stop and go" normativi che hanno evidenziato quanto sia delicata la partita tecnologica tra Washington e Pechino. L'azienda californiana ha annunciato lunedì di aver presentato le domande necessarie per ottenere le licenze governative statunitensi, mentre si prepara a lanciare un nuovo processore "RTX Pro" progettato specificamente per il mercato cinese. La vicenda rappresenta un capitolo emblematico della guerra tecnologica in corso, dove le decisioni politiche si intrecciano con pressioni economiche miliardarie.
Una montagna russa normativa da 16 miliardi di dollari
La saga dei chip H20 ha preso una piega inaspettata ad aprile, quando l'amministrazione Trump ha imposto restrizioni che avrebbero potuto costare a NVIDIA tra i 15 e i 16 miliardi di dollari di ricavi. Le nuove regole colpivano i processori che superavano soglie specifiche di performance, inclusa una larghezza di banda della memoria totale di 1.400 GB/s o una larghezza di banda di input/output di 1.100 GB/s. Tuttavia, il divieto ha avuto vita breve: dopo che il CEO Jensen Huang ha partecipato a una cena da un milione di dollari a testa nel resort Mar-a-Lago di Trump, l'amministrazione ha fatto marcia indietro.
Secondo NPR, la Casa Bianca ha cambiato idea dopo che NVIDIA ha promesso nuovi investimenti in data center statunitensi. Nel giro di una settimana dalla pubblicazione del report, la società ha annunciato piani per costruire server AI negli Stati Uniti del valore di 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni, con l'aiuto di partner come TSMC.
La corsa all'accaparramento dei giganti tech cinesi
Prima delle restrizioni, i colossi tecnologici cinesi come ByteDance, Alibaba e Tencent avevano intensificato l'accumulo di chip H20 nei primi tre mesi dell'anno, anticipando controlli più severi sulle esportazioni. L'appeal di questi processori risiede nella loro superiore larghezza di banda della memoria rispetto alle alternative cinesi, oltre all'ecosistema software ampiamente adottato di NVIDIA che facilita il deployment dell'hardware.
Il chip H20, pur non essendo il processore AI più avanzato di NVIDIA, rappresenta comunque la tecnologia più potente che l'azienda può legalmente vendere alla Cina sotto gli attuali controlli alle esportazioni. È specificatamente progettato per compiti di "inferenza" - far funzionare modelli AI esistenti per applicazioni quotidiane - piuttosto che per addestrare nuovi sistemi di intelligenza artificiale da zero.
Le critiche del Congresso e il precedente DeepSeek
I continui cambi di rotta hanno attirato critiche dai legislatori statunitensi, che sostengono come questa instabilità mini gli sforzi del paese per limitare le capacità AI della Cina. Il caso DeepSeek è diventato un esempio paradigmatico di queste preoccupazioni: la startup cinese ha conquistato il mondo dell'intelligenza artificiale costruendo un modello impressionante utilizzando i chip H800 di NVIDIA, predecessori leggermente più potenti dell'H20.
Paradossalmente, gli Stati Uniti avevano già vietato la vendita di questi chip H800 nell'ottobre 2023, ma i fornitori cinesi sono riusciti a trovare soluzioni alternative. Questo episodio sottolinea come le restrizioni tecnologiche possano essere aggirate con l'ingegno e la determinazione, rendendo ancora più complessa la strategia di contenimento americana.
Il nuovo RTX Pro e la strategia di compliance
NVIDIA sta ora introducendo il chip RTX Pro progettato specificamente per il mercato cinese, descrivendolo come "completamente conforme" alle normative e ideale per applicazioni di manifattura digitale come fabbriche intelligenti e logistica. Secondo un portavoce dell'azienda, Hector Marinez, il CEO Huang ha incontrato funzionari sia a Washington che a Pechino questo mese, "enfatizzando i benefici che l'AI porterà al business e alla società in tutto il mondo".
L'episodio evidenzia l'equilibrio precario che i politici statunitensi stanno tentando di mantenere, con le preoccupazioni sulla sicurezza nazionale che si scontrano con potenti interessi commerciali. Considerando quanto già visto nel 2025, è probabile aspettarsi ulteriori inversioni di rotta di questo tipo, in un contesto dove la tecnologia continua a essere sia un'arma geopolitica che un'opportunità economica irrinunciabile.