NVIDIA "ruba" a Intel una figura chiave per i suoi futuri progetti ARM

NVIDIA ha assunto un manager di Intel che si è occupato della fortunata serie di chip della linea Tiger Lake.

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a cura di Antonello Buzzi

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Non è certo strano che un'azienda cerchi di far passare "talenti" di altre società sotto la propria ala protettiva. Abbiamo visto succedere questa cosa più volte in passato e, recentemente, NVIDIA ha fatto di nuovo colpo, assumendo Rafi Marom, design manager di Intel presso le sue strutture in Israele e tra le figure chiavi dietro al successo della linea di processori Tiger Lake, come Senior CPU Director per i suoi futuri prodotti basati su ARM.

Come sicuramente già saprete, l'acquisizione diretta di ARM da parte di NVIDIA non si è concretizzata a causa degli enti regolatori, ma la società californiana ha comunque intenzione di continuare a sviluppare nuove soluzioni ARM. Infatti, a fine marzo l'azienda ha presentato ufficialmente il suo Grace CPU Superchip a 144 core, costituto da due chip da 72 core collegati tra loro tramite NVLink-C2C, fornendo una connessione coerente da 900 GB/s che li fonde in un’unica unità da 144 core. Inoltre, il Superchip, basato su ARM v9 Neoverse, supporta le Scalable Vector Extensions (SVE), istruzioni SIMD che aumentano le prestazioni e funzionano in modo simile ad AVX.

Società come AMD, NVIDIA, Intel o Apple, che necessitano di personale altamente qualificato, spesso e volentieri si trovano ad assumere collaboratori che hanno lavorato per una o l'altra, rafforzando la propria forza lavoro e capacità di progettazione, nonché evitare che i concorrenti possano beneficiare dell'esperienza di determinati individui chiave. In particolare, Intel ha addirittura creato un fondo multimilionario con l'obiettivo di evitare che i suoi collaboratori più importanti finiscano per cambiare azienda o anche attrarre eventuali nuovi talenti.

In una recente intervista rilasciata a TechCheck, il CEO di Intel, Pat Gelsinger, ha affermato che la mancanza di strumenti per la produzione di chip non permetterà di soddisfare l’elevata domanda, trascinando la carenza di chip ancora per un paio di anni, almeno sino al 2024. Per ulteriori dettagli inerenti all'argomento, vi consigliamo di leggere la nostra precedente notizia dedicata.

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