Piracy Shield blocca gli IP, ma all'estero non sanno quali sono e li vendono lo stesso

Altre grane per Piracy Shield: gli IP bloccati non vengono segnalati adeguatamente e continuano a essere venduti all'estero.

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a cura di Marco Pedrani

Managing Editor

Il problema degli indirizzi IP bloccati a causa del Piracy Shield continua a creare disagi, colpendo non solo utenti e aziende all'interno del territorio italiano ma rischiando ora di influenzare anche fornitori di servizi digitali internazionali. Il sistema, pensato per contrastare la pirateria, sta mostrando tantissime criticità, specialmente per quanto riguarda la gestione e la trasparenza dei blocchi degli IP.

L'ultimo episodio è stato messo in luce da un utente italiano su X: dopo aver acquistato un IP failover da OVH, uno dei maggiori provider di servizi europei, ha scoperto che questo era totalmente inaccessibile dall’Italia. Il motivo? l'IP era nella lista nera del Piracy Shield, senza che OVH ne fosse a conoscenza.

Il nodo della questione risiede nel fatto che i fornitori di servizi come OVH non hanno modo di sapere se un indirizzo IP da loro gestito è stato bloccato dal sistema Piracy Shield, poiché non ricevono notifiche in tal senso. Di conseguenza, la vendita di IP bloccati a clienti ignari diventa una possibilità concreta. Inoltre, la rapidità con cui i servizi online possono cambiare IP rende questa problematica ancora più sentita.

Quando un indirizzo IP viene bloccato per aver distribuito contenuti pirata, il responsabile del servizio ha la possibilità di spostare rapidamente il suo servizio su un altro IP, lasciando quello bloccato libero per altre allocazioni. Tuttavia, senza un'efficace comunicazione tra i sistemi che gestiscono i blocchi e i provider, questi ultimi possono ritrovarsi a gestire IP bloccati, creando disagi ai loro clienti e rendendo il processo di sblocco estremamente complicato, soprattutto se sono trascorsi più di cinque giorni dal blocco.

Le problematiche legate al Piracy Shield non si fermano qui. Coloro che si trovano coinvolti in un blocco errato e desiderano avere informazioni dettagliate sul motivo per cui il loro IP è stato segnalato come illecito affrontano ostacoli notevoli. Una richiesta FOIA (Freedom of Information Act) - normativa che garantisce il diritto di accesso alle informazioni detenute dalle pubbliche amministrazioni - è stata negata dall'Agcom a causa dell’opposizione dei soggetti implicati nel blocco, lasciando le parti lese senza le informazioni necessarie per difendersi o per richiedere un risarcimento.