Conclusioni

Quanto influisce la memoria cache sulle prestazioni generali di un processore? Risponderemo a questa domanda con una serie di completi test e benchmark.

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a cura di Tom's Hardware

Conclusioni

Mentre la dimensione della cache ha definitivamente poco impatto sui benchmark sintetici come PCMark05, la differenza prestazionale nei benchmark che rispecchiano il mondo reale è significante. Questi risultati sono abbastanza sorprendenti, poiché l'esperienza ci dice che le principali differenze prestazionali sono solitamente visibili con i test sintetici, mentre sono più risicate con i benchmark che rispecchiano l'uso reale dei PC.

La risposta alla nostra domanda iniziale è "Si, la dimensione della cache è importante", almeno per i processori Core 2 Duo. Abbiamo usato un Core 2 Extreme X6800 dotato di 4 MB di cache L2, un Core 2 Duo E4400 con 2 MB e un Pentium Dual Core E2160, che è praticamente un Core 2 Duo con solo 1 MB di cache L2. Tutti i processori sono stati montati e provati sullo stesso sistema, con bus a 266 MHz e moltiplicatore a 9, per una frequenza risultante di 2400 MHz. L'unica differenza è la dimensione della cache, poiché tutti i dual core odierni, eccetto i Pentium D, sono creati nello stesso modo. Problemi nella resa produttiva richieste di mercato determinano le decisioni di Intel nella produzione dei vari modelli.

Se confrontiamo i risultati prestazionali ottenuti con Prey e Quake 4 nella nostra classifica delle CPU, notiamo che le differenze tra modelli con cache L2 di 1 MB e modelli con cache da 4 MB sono proporzionali alle differenze di velocità di clock. La stessa situazione si può notare con i benchmark di trascodifica video e compressione file (WinRAR 3.7). I benchmark sulla CPU di 3DStudio Max 8, Lame MP3 o Mainconcept non fanno segnare differenze in base alla diversa dimensione della cache.

Il concetto applicato da Intel - utilizzare il maggior silicio reso disponibile dalla riduzione del processo produttivo per implementare la cache - ha molto senso per l'architettura Core 2 Duo. La cache L2 è molto efficiente, specialmente se condivisa tra i core della CPU. Infatti può livellare anche l'impatto delle differenti velocità della RAM e prevenire i colli di bottiglia causati dal Front Side Bus.

Da questa prospettiva, il passaggio dai 4 MB di cache L2 degli attuali processori ai 6 MB dei processori Penryn ha molto senso. Non solo il passaggio dai 65 ai 45 nm offre a Intel la possibilità di aumentare la dimensione della cache, ma gli permette anche di offrire più varianti degli stessi processori, con 6 MB, 4 MB, 2 MB o anche 1 MB di cache L2. L'implementazione di più cache ha quindi una doppia valenza: permette a Intel di offrire processori più veloci e di aumentare la resa produttiva.