Programmazione multi-core, i grandi con Standford

Nuova iniziativa congiunta tra l'università di Standford e diversi player dell'industria per la diffusione della programmazione multi-core.

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a cura di Manolo De Agostini

La diffusione dei processori dual e quad-core serve relativamente a poco se gli sviluppatori non sviluppano applicazioni in grado di avvantaggiarsi del maggior numero di unità di calcolo integrate nelle CPU moderne. Per questo motivo i grandi colossi dell'IT si stanno muovendo a braccetto con le più importanti università del mondo per far sì che la programmazione multi-core diventi lo standard per coloro che, una volta conclusi gli studi, saranno le menti pensanti di qualche grande azienda di software. Nel marzo scorso Intel e Microsoft presentarono i dettagli di un'iniziativa volta a migliorare la situazione della programmazione multi-core. Oggi prende forma un progetto analogo che coinvolge diversi attori dell'industria e l'Università di Standford.

All'iniziativa partecipano AMD, nVidia, Sun, Intel, HP e IBM, aziende interessate e in grado di assicurare un capitale iniziale di 6 milioni di dollari. Grazie alla munifica donazione, l'università americana si concentrerà sullo sviluppo di nuove tecniche e tool indirizzati al miglioramento, alla velocizzazione e all'efficienza della programmazione su processori multi-core - CPU e GPU, ovviamente. Di questa operazione se ne occuperà il nuovo Pervasive Parallelism Lab (PPL), con uno staff iniziale di 13 persone.

In attesa dei primi frutti concreti, non possiamo che riconfermare quanto detto in marzo: l'iniziativa è lodevole, ma sarebbe stato meglio avviare operazioni di questo tipo già diverso tempo fa. Purtroppo, uno dei grandi problemi dell'informatica è che il software non corre quanto l'hardware e questo è un aspetto che andrebbe curato con maggior attenzione da parte dei produttori, fin dalla presentazione delle nuove tecnologie e non dopo oltre due anni.