Chi segue più da vicino il mondo delle console saprà che PS5 sta affrontando una crisi: sono sempre di più i report di spegnimenti improvvisi e malfunzionamenti che colpiscono utenti in tutto il mondo. Quello che inizialmente sembrava un problema isolato, si sta rivelando un difetto progettuale legato all'uso del metallo liquido come soluzione termica.
Nel 2020, Sony presentò la PS5 vantando l'uso del metallo liquido al posto delle tradizionali paste termiche. L'obiettivo era ambizioso: garantire una dissipazione termica superiore mantenendo la console silenziosa. Una scelta tecnica che all'epoca venne acclamata dagli appassionati: il metallo liquido veniva già usato nel mondo PC e in commercio c’erano già anche alcuni laptop che adottavano questa soluzione con ottimi risultati, motivo per cui il suo arrivo sulla console di casa Sony fu visto di buon occhio.
Tuttavia, dopo anni di utilizzo, iniziano ad emergere i limiti di questa tecnologia… o forse di una progettazione poco attenta. Centinaia di segnalazioni, documentate dagli sviluppatori di Path of Titans e supportate dalle testimonianze di tecnici specializzati, rivelano un problema ricorrente: il metallo liquido fuoriesce dal suo alloggiamento, creando dei “buchi” sulla APU e dando vita a gravi problemi di raffreddamento, che hanno conseguenze dirette sul funzionamento della console, portando a crash improvvisi o spegnimenti, come se si fosse staccata la spina. Il problema si manifesta soprattutto con i giochi più intensi graficamente, come Call of Duty, Spider-Man 2 o Ark, oltre al già citato Path of Titans.
Paradossalmente, la posizione verticale della console, consigliata dalla stessa Sony perché migliora il flusso d'aria, sembra aggravare la situazione. La gravità favorisce la migrazione del metallo liquido verso il basso, compromettendo il contatto con il dissipatore; abbiamo vissuto il problema in prima persona anche all’interno della nostra redazione, proprio con una PS5 montata in verticale. In altri casi, con la console che è sempre stata in orizzontale, non sono mai stati riscontrati episodi di crash o spegnimenti improvvisi, segno che il metallo liquido rimane in sede.
Purtroppo, non sono serviti i tentativi di contenere il problema visti sulle nuove iterazioni di PS5. I modelli Slim e Pro hanno delle sorta di scanalature sulla piastra di contatto del dissipatore che dovrebbero aiutare a contenere il metallo liquido, ma diversi utenti hanno già lamentato problemi anche con queste versioni di PS5, evidentemente perché la soluzione di Sony non funziona.
Un fenomeno che va oltre Sony
Quello che nasce come un problema di PS5 potrebbe essere in realtà sintomo di qualcosa di molto più grande, diffuso in tutta l’industria. Anche le schede grafiche Gigabyte di fascia alta hanno mostrato un fenomeno simile: l’azienda ha deciso di usare al posto della pasta termica un “gel di grado server”, con la promessa di migliorare di molto il trasferimento di calore rispetto alla pasta termica. Il problema è che, se sottoposto a cicli termici prolungati, questo gel tende a spostarsi, lasciando scoperte aree critiche della GPU e dando vita a diversi problemi.
Anche in questo caso, il problema è accentuato dalla gravità e ad esserne più colpite sono le schede video montate in verticale. Gli utenti che lo lamentano hanno condiviso diverse foto dove si vedeva del materiale termico fuoriuscire dal dissipatore, lasciando spazio a ben pochi dubbi.
Entrambi i casi sono dei campanelli d’allarme che evidenziano una tendenza nell’industria hardware di oggi che potrebbe rivelarsi problematica: CPU e GPU moderne generano sempre più calore in spazi sempre più ridotti, portando alla ricerca di soluzioni termiche sempre più aggressive. Tuttavia, ci sono casi in cui lo si fa più per marketing che per reale necessità (le GPU Gigabyte avrebbero, molto probabilmente, performato benissimo anche con la classica pasta termica), a discapito dell’affidabilità a lungo termine del prodotto.
Ad andarci di mezzo non sono solo gli utenti
Per i giocatori, le conseguenze sono immediate e frustranti. Gli spegnimenti improvvisi interrompono le sessioni di gioco e possono causare corruzione dei dati o danni ai file di sistema, inoltre molte console colpite sono ormai fuori garanzia, quindi bisogna spendere centinaia di euro per farle riparare, considerando che Sony non ha ancora avviato un programma di riparazione gratuita o agevolata per le console affette da questo problema.
Lo stesso vale per le GPU Gigabyte: l’azienda non ha ancora attuato una campagna di richiamo (e probabilmente non la attuerà mai), quindi gli utenti potrebbero trovarsi costretti a pagare nel caso in cui la scheda video da riparare fosse fuori garanzia.
C’è da dire che il problema crea anche distorsioni nel mercato dei videogiochi. Alcuni titoli vengono erroneamente accusati di "uccidere" le PS5, quando in realtà si limitano a sollecitare un sistema già compromesso. Path of Titans, ad esempio, è diventato vittima di questa percezione distorta.
Alcuni sviluppatori, come Alderon Games, propongono soluzioni innovative per rispondere alle criticità e venire incontro agli utenti: un'applicazione di test scaricabile dal PlayStation Store che sottoponga a stress CPU e GPU per identificare console a rischio, accompagnata da voucher per riparazioni a costo ridotto. Senza dubbio una buona idea, ma è evidente che data la natura del problema, Sony dovrebbe riparare gratuitamente le PS5 affette dal problema, comprese quelle fuori garanzia.
I casi di PS5 e delle schede video Gigabyte dimostrano come l'innovazione termica possa trasformarsi da vantaggio competitivo a problema strutturale. In un settore dove la reputazione del brand è fondamentale, i vari produttori dovrebbero valutare con più attenzione l’equilibrio tra prestazioni e affidabilità a lungo termine, specialmente se non sono pronti ad assumersi le proprie responsabilità in caso di problemi, con il forte rischio di perdere la fiducia degli utenti.
Innovare è essenziale, ma l’avanzamento tecnologico deve andare di pari passi con la sostenibilità nel tempo, specialmente quando si parla di prodotti destinati a durare anni.