Si parla di circa 10 miliardi di dollari l’anno, riversati tanto sul business delle fonderie (produzione di chip per conto terzi) quanto nella realizzazione di chip logici di vario genere. Secondo l’azienda l’operazione favorirà la creazione di 15 mila posti di lavoro.
L’obiettivo di Samsung è quello di diventare leader nella creazione e produzione di chip, in modo simile a quanto fatto nel campo delle memorie.
Poco più di metà della cifra servirà per la ricerca e sviluppo, mentre la parte restante sarà usata per le infrastrutture produttive. Finora Samsung ha già investito oltre 20 miliardi di dollari all’anno nel business dei semiconduttori, concentrandosi principalmente sulle memorie e sui chip per le TV.
Attualmente la divisione semiconduttori di Samsung, chiamata internamente Device Solutions, è formata da tre divisioni: Memory, System LSI e Foundry. System LSI si occupa di realizzare processori e modem, mentre Foundry realizza i chip per conto terzi. In origine System LSI e Foundry erano sotto lo stesso tetto, ma Samsung decise di dividerle nel 2017 per favorirne l’espansione.
L’azienda vede nelle reti 5G un’opportunità di espansione, un settore dove andrà a scontrarsi con realtà come Intel, Qualcomm e Huawei. Per quanto riguarda invece la produzione per conto terzi, Samsung entrerà in rotta di collisione con il gigante taiwanese TSMC.
Samsung ha recentemente annunciato il completamento lo sviluppo del processo produttivo a 5 nanometri EUV e ha una roadmap definita fino ai 3 nanometri.