Qualche numero: Prestazioni e Consumi

Recensione - SSD: pro e contro dell'archiviazione del futuro

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a cura di Tom's Hardware

Qualche numero: Prestazioni e Consumi

Per comprare il giusto SSD l'unica strada da seguire è leggere e studiare i tanti articoli che si trovano online, soprattutto se dovete comprarne un gran numero da installare nei vostri server. Tutti i produttori promettono velocità di trasferimento superiori ai 230 e ai 180 MB/s, rispettivamente in lettura e in scrittura, e migliaia di operazioni I/O al secondo (parametro determinante per i server).

La maggior parte dei prodotti tiene fede a queste promesse, ma quando si tratta di prestazioni massime, minime e medie i valori possono essere molto diversi. Dovreste sempre avere ben chiaro quali sono le prestazioni che vi servono prima dell'acquisto, se volete evitare problemi dopo aver installato i nuovi SSD. A conti fatti un "disco" da 200 MB/s potrebbe non andare bene in alcuni contesti, se scende troppo spesso a 40 MB/s.

Operazioni I/O al secondo, il segreto della vita digitale

Per alcuni aspetti non conta granché se un SSD è capace di leggere 250 MB/s piuttosto che 220, o se scrive  210 MB/s piuttosto che 180. Solo gli appassionati più esigenti potrebbero notare la differenza. Nel settore business tuttavia c'è un parametro che può davvero fare la differenza, ed è il numero di operazioni Input e Output di cui è capace un SSD. Ci si riferisce a questo valore semplicemente con "operazioni I/O al secondo".

Pensate a quanti utenti ogni giorno usano i più famosi servizi web, come i motori di ricerca, la posta elettronica o i social network. Dovrebbe essere sufficiente per farvi un'idea di quali ordini di grandezza stiamo parlando, per quanto riguarda le operazioni I/O al secondo.

Facebook da solo ha 500 milioni di utenti, in aumento. Per ognuno di essi la semplice operazione di login richiede diverse operazioni di lettura e scrittura sui server. Nonostante questo enorme traffico, l'utente si aspetta che tutta la procedura duri al massimo qualche secondo. Ora, considerate solo la vostra attività online: accessi e disconnessioni da diversi servizi, tracking, servizi analitici presenti sui siti che si attivano di continuo, pubblicità, commenti, discussioni e così via. Una valanga di dati che si muovono a velocità impensabili. Ecco a cosa servono gli SSD.

Consumi

Lo stesso tipo di pensiero riguarda i consumi. Se pensate al computer di casa, non cambia molto se il disco fisso consuma 2 o 0,1 watt. Il dato diventa un po' più rilevante se parliamo di un notebook, ma anche in questo caso l'impatto sull'autonomia è minimo, e interessa solo quegli utenti che danno importanza alla quantità di ore che possono passare lontani da una presa elettrica.

Da un punto di vista globale tuttavia ogni watt conta, soprattutto se parliamo di datacenter.  Secondo IDC – nota società di ricerche – nel 2009 si sono venduti server per oltre 42 miliardi di dollari. Il costo dell'energia necessaria per farli funzionare invece ammonta a 32,6 miliardi. Se gli SSD consumano meno il guadagno è evidente, e bisogna aggiungere il fatto che producono meno calore, e quindi si risparmia anche sull'energia necessaria per il raffreddamento.

Come mi muovo?

I criteri per decidere come orientarsi stanno cambiando, un fenomeno sotto gli occhi di tutti. In passato le aziende tenevano in considerazione i gigabyte o le prestazioni in rapporto al prezzo, ma oggi si guarda alle operazioni I/O in rapporto al costo e ai watt, e qualche volta ai GB/watt. Questi valori danno un chiaro vantaggio agli SSD, e questo porta a un altro "vantaggio collaterale": con gli SSD si può accrescere la capacità e la potenza di un datacenter senza farlo diventare fisicamente più grande.